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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

Archivi Mensili: febbraio 2014

Tutte le sere sotto a quel fanal

28 venerdì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (H) Storia recente

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Heinrich Himmler, notte dei cristalli

Coordinate spazio-temporali: tempo sera del 10 novembre 1938, luogo caserma delle SS a Berlino.

Crasch … crasch … Crahsh…

“Teufel … cosa essere questo rumore …chi essere che rompere vetri di finestre di caserma di mie fide SS? Se io prendere io subito mandare lui in vacanza a Buchenwald”.

Crasch … crash … crasch … crash …

“Ma chi osare … ah … tu cattivo ragazzino in strada … io avere visto te sai … tu subito smettere di lanciare sasso e rompere di mie finestre”.

“Ah sì? Perché altrimenti che mi fai buffo ometto dalla faccia da topo?”

“Tu dici a Heinrich Himmler puffo ometto con faccia da topo? Io, il capo de le terribili SS? Ma io manda te in campo di lavoro … io te prendo e …”.

“Sì, ma quando mi prendi sorcetto? Stai attento alla testa piuttosto”.

Crassh … crasch …

“Maledetto ragazzin … ahiahhhh …che male oh!“.

“Eh … te l’avevo detto di tirare dentro la testa da sorcio, eh?”

“Uhhhh … ora io fare uscire miei uomini che te prendere e dare bella lezione…”.

“A imbecille, non ti ricordi più che i tuoi uomini li hai fatti vestire in abiti civili e poi li hai mandati tutti a distruggere i negozi e le case degli ebrei?”

“Eh …? Come tu sapere questo? Essere segreto, anzi segretizzimo, disordini dovere essere attribuiti solo a spontanea indignazione di buono popolo tedesco, contro cattivi ebrei che stare strangolando nostra economia … quindi tu sapere troppo e io dovere te uccidere per fare stare zitto …io ora subito uscire e agguantare te”.

“Ma povero imbecille, se tu sei al terzo piano e io in strada, come fai a fare in tempo a venirmi a prendere? Credi che quando non ti vedrò più alla finestra me ne starò ancora fermo qui per cinque minuti ad aspettarti? Oh … non sono mica fesso come voialtri sudici nazisti del cazzo, eh? E poi … sai che ti dico Herr topastro Himmler?…”.

“Che cosa tu dire ancora?”.

“Pppprrrrrrrrrrrrrrrrr …”.

“Tu fare pernacchionen a me? Maletetto piccolo furfante, tu certo essere sporco ebreo, vero che tu essere ebreo?”

“Io ebbro? Ma che dici cretino? Se stasera qualcuno ha bevuto sei tu, eh? Io no di certo, che guarda solo che splendida mira che ho”.

Crashh …crasch … crash … “.

“Basta … mie pofere finestre … tu smettere subito di rompere mie pofere finestre …“.

“Ma brutto topastro sudicione … quei delinquenti dei tuoi uomini ne hanno appena rotte delle migliaia nella notte dei cristalli, per non parlare delle altre porcherie che hanno fatto e ancora faranno, e io non ho il diritto di rompere qualche vetro dei tuoi? Beh … sai che ti dico topastro? pprrrrrrrrrrrrrrrrr …”.

“Attento pampino … se tu insistere a tirare sassi e fare pernacchien io dofere tremendamente punire te”.

“Ah sì? Allora guarda questi tiri … crasch … crasch … crasch … crash … ecco, e ora come intendi punirmi? “.

“Bene … immagino che dovrò urlare che … NON MI HA FATTO MALE … FACCIA DI MAIALE … tiè pampino…Pppprrrrrrrrrrrrrrrrr … E ORA IO SOLLEVARE SCRIVANIA E TE LA GETTARE Di SOTTO …CRAAAAASHHHHHH… FATTO … IO COLPITO TE?”.

“ALLORA SAI COSA RISPONDO IO? CHE NON MI HA FATTO NIENTE… FACCIA DI SERPENTE … Pppprrrrrrrrrrrrrrrrr …”.

“Ora essere fatto davvero tardi pampino … noi dire che essere pari e ci trovare qui ancora domani sera?”

“Eh beh Heinrich … ormai è un appuntamento fisso … però prima che me ne vado devi cantare”.

“Oh no pampino, io non cantare e rendermi di nuovo ridicolo…”.

“Ma dai Heinrich che ci hai una gran bella voce, almeno quella, eh?”.

“Tu dire davvero pampino?”.

“Ma certo Heinrich, che è un peccato che nessuno sappia come canti bene … dai, non farti pregare, eh?”.

“E va bene, allora io di nuovo cantare … Tutte le sere sotto a sto fanal,

dietro alla caserma delle S.S … mi stavi ad aspettar …

Lilì … Lilì Marlen … Lilì … Lilì Marlen …“.

Di quando fui cagione di una grande opera

27 giovedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (P) Misteri storici

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Grande muraglia

Coordinate spazio-temporali: tempo 214 a.C, nei giardini imperiali dell’antica Pechino

” … e arrivo sottoporta smarcato e … GOOOOL …alè … alè …”.

“Chi avele lovinato miei più belli fioli? Tu Bilbo? Tu smettele subito di tilale quella tua spolca palla di stlacci a miei poveli fioli”.

“Ma imperatore Huang-Ti … io mi chiamo BIRBO, quante volte devo ricordartelo?”

“Bilbo o Bilbo è lo stesso, tu essele gladito ospite perché sapele laccontale belle stolie sui tuoi viaggi nel tempo, ma pelò io lo stesso devo oldinale te di smettele d’assassinale miei poveli fioli”.

“Eh … va bene augusto imperatore … ma io sono un ragazzino e se non gioco m’annoio,eh?”

“Tu solo devi stale più attento Bilbo”.

“Uffa che noia … beh … starò più attento, via … dai, dai , ed ecco l’asso dei cannonieri di nuovo in possesso di palla … vai Birbo, vai … tiro e … GOOOOOOL … e vai”.

“Chi avele sfondato polta in calta di liso … ah … semple piccolo Bilbo”.

“Eh … scusa ancora celeste imperatore … da ora in poi ci starò molto più attento, eh?”.

“Tu semple dile che stale più attento, ma semple poi combinale nuovi disastli… ola basta …a me ingegneli e ministli … io, Huang-Ti, suplemo impelatole di tutto impelo cinese, comando sia alzato mulo a ploteggere miei cali fioli e ogni altla mia ploplietà. E inoltle vi comando che il mulo sia fatto tanto alto e lalgo e lungo da impedile pel semple a pallone di piccolo Bilbo di fale danni in tutto mio immenso impelo. Così ho oldinato, e così a ogni costo salà fatto”.

“Eh … però che gentile questo Huang-Ti, eh? Che così d’ora in poi potrò giocare a palla dovunque voglio e senza più preoccuparmi di niente, eh? “.

Quando s’andò coi porci senza trovar tartufi

26 mercoledì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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baia dei porci, Jmarc, Kennedy

Coordinate spazio-temporali: tempo 4 aprile 1961, luogo sala ovale alla Casa Bianca

“Signori, voi tutti già sapete che cosa penso dell’operazione Jmarc, però pur essendo il presidente non ho intenzione d’imporre il mio punto di vista, e quindi ci atterremo solo alla decisione che ora prenderà la maggioranza. Lei signor John D. Rockefeller è favorevole o contrario?”.

“Presidente Kennedy, come lei sa quei delinquenti hanno nazionalizzato la mia raffineria, perciò io sono favorevole”.

“E lei Generale Lyman Lemnitzer?”.

“Signor presidente, io ritengo che non sia il momento giusto per agire, quindi sono contrario all’intervento”.

“Signor James Rockefeller?”.

“Hanno espropriato la mia banca, è ovvio che sono favorevole”.

“E lei segretario alla Difesa Robert McNamara?”.

“Io signore ritengo che procedendo andremmo incontro ad una sonora sconfitta, voto contro”.

“E lei come vota signor David Rockefeller?”.

“Pure la mia banca mi è stata sottratta dal regime, naturalmente sono favorevole”.

“Come vota senatore William Fulbright?”.

“Signore, se lo facessimo saremmo dei criminali di guerra, io ne faccio una questione morale e voto contro”.

“E il signor Nelson Rockefeller?”.

“I miei terreni sono stati distribuiti ai loro contadini, sono favorevole”.

“E cosa ne pensa l’addetto alla sicurezza nazionale McGeorge Bundy?”.

“Signor presidente, io penso sia di gran lunga troppo rischioso e perciò voto contro”.

“Uhm … bene signori, a quanto pare nonostante l’ora tarda e la lunghissima discussione siamo ancora in perfetta parità, quindi il voto finale toccherà al solo che non si è ancora espresso. Per favore qualcuno svegli quel buffo ragazzino che secondo la CIA può prevedere il futuro”.

“Eh? … ahhhh … ma che c’è? Oh … ma non dormivo mica io, eh? Però … ahhhh … si è fatta una certa e domani dovrei pure andare a scuola e … ora posso andare a casa signor Kennedy?”

“Solo un attimo ragazzino. Noi stiamo votando l’operazione Jmarc, tu sei favorevole o contrario?”.

“Eh? … beh … io diciamo che … sono… boh … sono favorevole, ecco”.

“Bene bambino, spero la CIA abbia ragione e tu possa davvero prevedere il futuro, perché grazie a questo voto l’operazione Jmarc ora è stata approvata. Arrivederci signori, e preghiamo Dio d’aver preso la decisione giusta e di non dovercene pentire in un prossimo futuro”.

“Ehi … psssst …George … ma che diavolo è quest’operazione Jmarc che avrei appena approvato?”

“Ma Birbo, prima della riunione non hai letto il memo?”.

“Eh? Ma quale? Era questo foglietto su cui per la noia ci ho disegnato i pupazzetti? Eh … e che c’è scritto … ehm … a program of Covert action against … the Castro regime?”.

“Proprio quello, ma se ti sembra ancora troppo lungo e noioso da leggere te lo spiego in due parole, si tratta dell’invasione della baia dei porci”.

”Ehhhhhhhhhh?”.

Una patetica sonata numero otto

25 martedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (H) Storia recente

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Beethoven, Ludwig van Beethoven

Coordinate spazio-temporali: tempo 26 maggio 1798, nella casa di Ludwig van Beethoven a Vienna.

“E per ora è tutto qui. Allora amici miei? Cosa ne pensate?”.

“Una melodia magnifica caro Ludwig, giudicando da questo brano la tua nuova sonata per pianoforte avrà un grandioso successo”.

“Oh … grazie Rodolphe, davvero ti è piaciuta la mia modesta esecuzione?”

“EH … ERA MOLTO BELLA IN EFFETTI … MA POI COME LA CHIAMERAI QUESTA NUOVA?”

“Bene Birbo, penso che la chiamerò semplicemente sonata per pianoforte n. 8”.

“EH… COMPLIMENTI, EH? BEH PECCATO CHE ORA DEVO ANDARE, EH? CIAO LUDWIG, E LA PROSSIMA VOLTA CE LA FARAI SENTIRE PROPRIO TUTTA, EH?”

“Volentieri caro ragazzo, se per allora sarà finita te la farò certamente sentire tutta”.

“Scusa Ludwig, accompagno Birbo alla porta… ehm … e senti Birbo… ora che siamo rimasti soli potresti dirmi…?”.

“Eh Rodolphe … scommetto che vuoi sapere cosa ne penso davvero di quella stonata n. 8, eh? Beh …non è ancora finita e quindi non sarebbe giusto commentarla… però ti confesso che al momento mi pare sia un’opera monca e a tratti persino Patetica”.

“Ma veramente io volevo chiederti … scusa Birbo, ma perché ora parli in modo normale, mentre quando discorriamo con Beethoven urli sempre tanto forte?”.

“Ma dai Rodolphe … io questa cosa la sapevo fin dall’inizio perché come ti ho detto vengo dal futuro … ma anche tu che sei il suo miglior amico dovresti essertene accorto … ma davvero non hai capito che il povero Ludwig ormai è quasi sordo?”.

“Cosa? Ma se non ha ancora trent’anni? Ma sei sicuro di quello che dici?”

“Eh … te l’assicuro. E so anche che è andato da dei dottori, ma non hanno mica saputo aiutarlo, eh? Gli hanno solo detto che non ne capiscono il motivo, ma che presto potrebbe diventare del tutto sordo, eh?”.

“Oddio … che tragedia sarebbe per un grande compositore com’è lui”.

“Eh … davvero eh? Che poi sai quanto è orgoglioso, eh? Che non vuole essere compatito, e così vive come un eremita e frequenta solo noi pochi amici. Beh… ora vado, ah … tu Rodolphe parlagli abbastanza forte perché ti capisca senza sforzarsi, ma però non dirgli mica che sai che è quasi sordo, eh?”

“No … certo. Ma che tragedia…povero amico mio … ”.

“Allora Rodolphe, è finalmente andato via quel ragazzino?”.

“ … oh che immane tragedia … LUI E’ APPENA USCITO LUDWIG…”.

“Se quello è andato perché parli di una tragedia? E poi ti prego di non urlare anche tu, che già c’è quel fracassone di Birbo che ogni volta che viene a trovarmi coi suoi strilli mette a dura prova le mie povere orecchie”.

“Ma Ludwig…? Allora tu ci senti bene? Ma non stavi diventando sordo?”.

“Infatti i medici dicono che potrei diventarlo… ma solo se i miei amici continueranno a rompermi i timpani urlando come pazzi!”.

Dove ringrazio l’inventore della ruota

24 lunedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (A) Preistoria

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Grotte Balzi Rossi

Coordinate spazio-temporali: tempo 13 novembre 2012, luogo Nero Torrione

“Ciao babbo, sai che sono andato fino nel paleolitico ed ho visitato l’uomo che ha inventato la ruota?”

“Uh … ah sei tu Birbo, che dicevi … la ruota? Ah … interessante”.

“Eh … l’ho ringraziato, eh? Che pensa che se non c’era lui … ma non t’interessa? Beh … però ho incontrato anche l’uomo che ha scoperto come usare il fuoco, eh?”

“Uhm … stasera tua madre torna tardi e io sto preparando il pollo alla griglia con patatine, lavati le mani che è quasi pronto”.

“Eh … ma anche di questo pollo cotto dobbiamo ringraziare quel tipo del fuoco, eh? Che poi dopo sono stato anche alle Grotte dei Balzi Rossi e ci ho scoperto la donna che ha inventato …”.

“La ricetta delle tagliatelle?”

“No. Quella è la donna che ha inventato il pompino e …”.

“COSA? MA …E SCOMMETTO CHE QUELLA SANTA DONNA NON LA HAI NEPPURE RINGRAZIATA … DAMMI SUBITO LE COORDINATE PRECISE PER TROVARLA, PRESTO”.

“Beh è stato nella preistoria… le coordinate esatte te le scrivo su questo foglio, ecco sono quest … ma babbo … DOVE STAI ANDANDO?”.

“ORA NON HO TEMPO … E SE TORNA LA MAMMA DILLE DI NON ASPETTARMI PER CENA CHE POTREI FARE TARDI, CAPITO GRULLO?”.

“Eh … ma quale cena che la stava preparando lui? Che poi perché sembrava indifferente per il fuoco e la ruota, e poi è corso via eccitato quando gli ho parlato del pompino? Mah, chi li capisce i grandi? … che d’accordo che nella preistoria sembrava una cosa carina … ma al giorno d’oggi a cosa potrebbe mai servire una piccola pompa fatta con un pezzo di canna in cui si fa scorrere un pistone di legno col manico d’osso?”.

Il piccolo patrono delle arti

23 domenica Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (A) Preistoria

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grotta Altamira, pitture rupestri

Coordinate spazio-temporali: tempo tarda primavera del 18.112 a.C. luogo grotta di Altamira.

“Allora a Birbo piacere bello disegno fatto da Ur?”.

“Non ci siamo ancora caro Ur, questa volta lo hai fatto sembrare un cervo”.

“Ur rifare con più ocra … ecco … questo bene andare?”

“No. Insomma Ur, ti ho detto che le orecchie devono essere molto più grandi e la coda sottile, questo qui assomiglia a una scimmia”.

“Ur cambiare pennello … ecco fatto animale con grandi orecchie, questo bene?”

“Ma dai … questo assomiglia ad un elefan … ehm … mammut … le orecchie devono essere grandi, ma rispetto al corpo piccolo, e poi devono essere tonde … ecco bravo, quelle che stai facendo ora ci assomigliano abbastanza … ma ora il naso è tutto sbagliato, e poi la piccola coda dov’è? Non ci siamo proprio, eh?”

“Animale che tu volere no venuto bene? Allora Ur provare ancora a fare”.

“No senti, ormai hai imbrattato tutte le pareti della grotta senza aver combinato niente di buono, lasciamo perdere che evidentemente tu non ci sei portato”.

“Ma Ur essere migliore di tutto suo clan a fare pitture in caverne“.

“Eh … però di pitturarmi dei nuovi fumetti di Pippo e Pluto e Topolino non ci sei stato capace”.

“Ur molto dispiace … tanto”.

“Beh ci hai provato …ma non avvilirti Ur, che poi si sa che Walt Disney nascerà solo tra ventimila anni, eh?”.

Piccoli affari e grandi soddisfazioni

22 sabato Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (O) Storia religioni

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madre Costantino, Santa Elena

Coordinate spazio-temporali: tempo anno 321, luogo Monte Calvario.

“Così tu Birbo dici che qui a Gerusalemme non riuscirò a trovare nulla d’interessante?”

“Eh signora Elena … i pezzi migliori li hanno ritrovati da tempo, e soprattutto stia attenta a non farsi fregare, che da quando la ricerca di reliquie sacre è diventata la moda del momento i venditori di patacche sono spuntati come funghi”.

“Ma io sono la madre dell’imperatore Costantino, credi che qualcuno oserebbe tentare d’imbrogliarmi?”

“Eh … io non ci proverei di sicuro, ma altri sono assai meno onesti, eh? Guardi Signora che ormai ogni chiesa, persino la più sperduta cappella di campagna, vanta almeno un ossicino di un apostolo o il sangue di un martire, e lei crede che quelli siano tutti articoli genuini?”.

“Mi rendo conto che ci sono molte false reliquie in giro, però solo gli ingenui possono comprare quelle cianfrusaglie”.

“Beh … lei Signora è intelligente ed istruita e difficilmente ci cascherebbe, ma però stia attenta lo stesso che alcuni di quegli imbroglioni sono molto furbi, eh?”

“Sciocchezze, prendi per esempio questi chiodi e il legno che tu mi hai appena mostrato, la patina d’antichità che li ricopre non si può falsificare, questi reperti si vede chiaramente che sono genuini … e davvero non vorresti vendermeli mio caro ragazzo?”

“Ma signora mia … come le ho detto questi sacri resti appartengono alla mia famiglia da generazioni, che fu il nonno di mio nonno a … ma basta … non voglio annoiarla ancora con queste vecchie storie … comunque ho giurato di custodirli e non posso assolutamente separarmene, anche se devo dire che da quando il mio babbo si è ammalato i soldi scarseggiano … tanto che ho persino dovuto vendere un antico lenzuolo pitturato a mano a cui tenevo moltissimo … ma però queste cose non posso proprio venderle … tutto quello che posso fare o mia gentile Signora è di donarle questa scheggia di legno della vera croce, la tenga con cura mi raccomando, e se può ogni tanto preghi per me … addio”.

“Aspetta ragazzino … cedimi almeno quei tuoi chiodi in ferro … vedi, ho pensato che se avessi il più grosso potrei farlo ribattere in modo da creare una sottile Corona Ferrea da donare a mio figlio … ti prego, so che è assurdo parlare di soldi di fronte a simili reliquie che ovviamente non hanno prezzo, però se con quel denaro tu potesti fare curare e guarire il tuo babbo sarebbe giusto venderle, non credi?”.

“Beh …certo che io voglio molto bene al mio babbo … e poi in fondo se si tratta di un dono per il nostro primo imperatore cristiano, a cui io personalmente sono molto devoto … e visto che lei ci farebbe una corona ferrea che Costantino indosserebbe nelle grandi occasioni e gli ispirerebbe giustizia e carità cristiana …beh, mi ci lasci pensare … lei signora Elena quante monete d’oro mi darebbe?”.

Dove aiuto il babbo a sbrigare i suoi affari

21 venerdì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (E) Storia romana

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Diocleziano

Coordinate spazio-temporali: tempo 1 maggio 305, luogo palazzo imperiale a Nicomedia.

“Benvenuto o Oscuro Signore, il tuo servo Diocleziano è sempre felice di vederti, ma posso chiederti chi è il ragazzino che t’accompagna?”.

“Oh … il suo nome è Birbo ed è mio figlio. Lo ho portato perché è bene che cominci ad interessarsi degli affari di famiglia, e quindi Diocleziano parla pure liberamente davanti a lui”.

“Ma allora sono doppiamente felice della vostra visita, o miei nobili Signori”.

“Cavoli babbo, ma com’è che è così gentile con noi questo imperatore romano? Che di solito sono invece piuttosto arroganti, eh?”.

“E’ solo perché ora si trova in mezzo alla merda e non sa più come uscirne”.

“Non esageriamo mio Signore, è vero che ultimamente ho avuto qualche problema, ma nulla che col tuo aiuto non si possa facilmente risolvere”.

“Certo Diocleziano, come no, sei solo finito in mezzo alla più grave crisi economica della storia romana”.

“La più grave crisi economica? Cavoli babbo, ma quello non era Silvio?”.

“No figliolo, questo qui è Diocleziano, ed è diverso perché si è messo in testa d’essere figlio di Giove e pretende di farsi adorare come un Dio”.

“Appunto babbo, sei sicuro che questo non sia Silvio travestito?”.

“Scusa mio signore, ma se io ho mai preteso mi si tributassero onori divini, è stato solo per rafforzare con la mia autorità la vacillante potenza di Roma, e quindi la tua che ne sei il segreto nume protettore”.

“Però così sei stato costretto a scatenare la più feroce di tutte le persecuzioni contro i cristiani, perché loro ovviamente non hanno nessuna intenzione d’adorarti, non è vero Diocleziano?”.

“Cavoli … e quindi tu babbo sei buono e non vuoi che siano perseguitati i cristiani, giusto?”.

“No figliolo, tutto sommato i cosiddetti cristiani sono una setta innocua, e per di più saranno presto destinati a scomparire perché lacerati da profonde divisioni interne; perciò perseguitarli è inutile e persino dannoso”.

“Ma Signore Oscuro, i cristiani sono tanti e parecchi sono ricchi, e facendoli trucidare posso sequestrare i loro beni … e tu sai che ho bisogno di molto denaro per pagare gli eserciti che proteggono i confini dai barbari, e anche per la burocrazia statale che si è fatta sempre più complessa e dispendiosa”.

“Cavoli imperatore … ma allora non potevi far pagare più tasse ai romani ricchi?”.

“Naturalmente o fanciullo io ho aumentato le tasse, e ho anche istituito la patrimoniale per i ricchi e dei severi accertamenti fiscali, nominando anche migliaia di revisori dei conti ed esattori. Col solo risultato però che per rifarsi dal salasso tutti i commercianti hanno alzato i prezzi, e così il costo della vita e l’inflazione sono talmente aumentati che il denaro non vale quasi nulla, e il ceto medio si è impoverito fino a cadere in miseria. Allora ho messo un calmiere ai prezzi punendo con la morte chi li aumentava, ma col solo risultato di far scomparire grandi quantità di merci dai mercati ufficiali, e vederle trattate solo a caro prezzo in quelli della borsa nera. Intanto i grandi mercatanti orientali da cui dipendiamo per gli approvvigionamenti esigono d’essere pagati solo in oro, che ormai è scarsissimo, e poi c’è il problema dei contadini che per evitare le tasse abbandonano la terra per venire in città a vivere d’espedienti, e intanto i Parti premono al confine germanico e preparano nuove incursioni, e poi…”.

“Basta per carità, che mi hai già elencato tanti problemi che per risolverli tutti ci vorrebbero almeno altri tre Oscuri Signori … ora rilassati Diocleziano … rilassati e non pensare a nulla … ecco così …ascolta la mia voce … rilassati … così …non pensare ai tuoi guai … ascolta la mia voce calda e rassicurante …”.

“Cavoli babbo, ma che ci fai ora a questo poveraccio di Diocleziano?”.

“Lo sto ipnotizzando figliolo … così potrò impartirgli gli ordini che gli permetteranno di superare la crisi e salvare l’impero … e al risveglio crederà persino che siano idee sue e le applicherà col più grande zelo …ora ascolta la mia voce Diocleziano, abbandona la tua volontà e rilassati…”.

“Cavoli, ma ne vale davvero la pena babbo? Voglio dire, se è vero che ha combinato tanti pasticci, forse sarebbe meglio lasciarlo perdere e cercarci un altro fantoccio che prenda il suo posto, non credi?”.

“No figliolo, perché con lui noi controlliamo il più potente impero di questi giorni, e anche la grande nazione in cui esso si trasformerà un giorno. E poi il suo immediato successore è un tale imbecille che sconvolgerebbe i nostri piani per almeno un millennio, quindi trarremo d’impaccio Diocleziano, che così in futuro continuerà ad essere un docile strumento della nostra spietata volontà di dominio”.

“Io … mi sento felice e leggero … mi pare persino di volare…”.

“Bravo Diocleziano … vola leggero e intanto ascoltami … i cristiani, non perseguitarli più … se qualcuno si rifiuterà di rendere omaggio agli Dei dovrà solo versare un congruo tributo in denaro … mi hai capito? E vedrai che con questo provvedimento, il numero di fanatici che si proclamano cristiani scenderà ben più velocemente, che concedendogli l’onore di trasformarsi in martiri della loro assurda fede”.

“Io … ascolto ed obbedisco mio Oscuro Signore…”.

“Cavoli babbo, ma lo hai proprio sottomesso per bene questo imperatore romano, eh? Cavoli …”.

“Io … ascolto tutto ed obbedisco o mio Signore…”.

“Ed ora per quanto riguarda il resto … ascoltami bene… ci sono ancora grandi ricchezze di cui potrai appropriarti … in oro e terre e schiavi…”.

“Cavoli il mio babbo quant’è tosto, io non lo credevo mica, eh? Cavoli”.

“Io … ho compreso e t’ubbidirò in tutto e per tutto …”.

“Bene, e poi per quanto riguarda i Parti ti consiglio d’operare …”.

“Col Cesareo babbo?”.

“Zitto figliolo, ascolta Diocleziano, con l’inganno devi indurre i loro capi a combattersi tra loro…”.

“Eh … il mio babbo quant’è bravo, eh? Guarda lì, quel Diocleziano è come molle cera nelle sue mani, e farà tutto quello che ora lui gli ordina, cavoli eh?”.

“… certo farò tutto quello che tu mi ordini mio astuto Signore …”.

“Bene, allora preparati Birbo mio che oramai abbiamo finito. Ora io conterò fino a dieci Diocleziano, e al dieci tu ti sveglierai deciso e spietato e pronto a fare tutto ciò che ti ho suggerito… I …II …III …IV …V … VI… VIII… VIIII… IX … e X , fatto, vieni Birbo che è ora di scomparire, metti la tua piccola mano nella mia e torniamocene a casa a Nero Torrione”.

“Si caro babbo, ma cavoli sei stato davvero grande e mi hai dato una bella lezione di vita, eh? Ecco che scompariamo diretti a casa, che avventura però, cavoli …”.

“… Cosa? Ma …che è successo? Che faccio tutto solo davanti alla statua di mio padre Giove? Mi pare che dovevo fare qualcosa ma …ah … ora ricordo, devo subito parlare al mio erede designato…GALERIO DOVE SEI? VIENI IMMEDIATAMENTE QUI”.

“ Eccomi o Augusto, cosa desideri?”.

“Ho appena deciso di mettermi in pensione e ritirarmi a vita privata nella mia villa di Spalato, e quindi tu che eri Cesare divieni Augusto e prendi il mio posto, eccoti manto dorato e diadema e scettro, da adesso in poi sono cavoli tuoi Galerio”.

“Cosa? Ma Diocleziano, non si era mai sentito che un imperatore si ritirasse e mettesse volontariamente in pensione, e perché poi vuoi farlo così all’improvviso?”.

“Il perché non lo so bene neppure io, ma dentro di me sento come una vocina stridula e infantile che mi suggerisce di abbandonare tutto per andare in campagna”.

“In campagna? Ma per fare cosa?”.

“Non saprei … io ricordo solo che all’improvviso mi è venuto il bisogno irresistibile di coltivare … cavoli ”.

Di come ritrovo un vecchio amico per poi riperderlo

20 giovedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (D) Guerre Greci Persiani

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Artaserse, Temistocle

Coordinate spazio-temporali: tempo 461 a.C, luogo reggia di Artaserse

“O grande re dei re, ancora ti rinnovo i miei ringraziamenti, per avermi tanti anni fa così cortesemente accolto alla tua corte”.

“Caro Temistocle, pur essendo nemici lo stesso ti rispettavo, e così il modo infame in cui ti hanno trattato quegli ingrati dei greci ti ha reso assai caro al mio cuore”.

“Dici bene o grande Artaserse, ma a mandarmi in esilio sono stati solo alcuni uomini meschini che erano gelosi dei miei successi”.

“E così ti hanno perso, mentre io al contrario ho guadagnato il piacere della tua compagnia. Ma ora caro Temistocle vorrei farti conoscere una persona molto speciale, un ragazzino di nome Birbo che afferma di potersi spostare nel tempo”.

“Hai detto Birbo? Ma … io già lo conosco quel furfante …”.

“Infatti Temistocle, lui a quanto dice ti ha molto aiutato a sconfiggere il mio predecessore, e ancora vanta di dover ricevere da te una certa somma in monete d’argento … ma ora tutto è dimenticato, e assieme voi due comanderete per mio conto l’esercito che finalmente conquisterà la Grecia”.

“Cosa dici Artaserse? Vorresti che io e Birbo t’aiutassimo ad invadere di nuovo la Grecia?”

“Oh …ciao Temistocle, ti ricordi ancora di me allora? Eh… sarai contento che puoi vendicarti di come ti ci hanno trattato i greci, eh? Allegro Temistocle, che il comando della flotta te lo lascio tutto a te, e io mi limiterò a starti sempre vicino e a consigliarti per il meglio. Sei contento vecchio furfante?”.

“Così io Artaserse ho deciso. Una nuova flotta è stata approntata e presto potrete partire”.

“Ma … io veramente …”.

“Eh … tu ti eri ormai messo le pantofole, eh Temistocle? Ma non preoccuparti che non m’allontanerò mai da te e ti dirò di volta in volta quello che devi fare. Così per i prossimi anni noi due saremo compagni inseparabili come Castore e Polluce, eh?”

“Cosa c’è amico mio? Mi sembri turbato”.

“Io … scusa Artaserse ma l’emozione … se posso ritirarmi un attimo …dovrei andare in quel certo posto … porgo le mie scuse o re dei re…”.

“Ih, ih, povero Temistocle, per la gioia di ritrovarmi si è quasi sentito male, eh?”.

“Infatti pareva davvero sconvolto, mi chiedo se fosse davvero gioia … servi, andate a cercare Temistocle e riportatelo alla mia presenza. Dunque lo avete trovato?”.

“O grande re dei re, devo purtroppo dirti che Temistocle è morto … e pare sia caduto sulla propria spada”.

“Il mio amico Temistocle sarebbe caduto sulla sua stessa spada? Ma com’è possibile abbia avuto un incidente tanto strano mentre andava al cesso…? Io … non capisco mica, eh?”.

Di quando m’ingozzai di fichi dolci

19 mercoledì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (D) Guerre Greci Persiani

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Aristide, Mardonio, Pausania

Coordinate spazio-temporali: un giorno del settembre dell’anno 479 a.C. accampamento greco nella pianura di Platea.

“E’ inutile che insisti Birbo, se anche fosse vero che Temistocle ti aveva fatto quella promessa che dici, io per parte mia non ne so assolutamente niente”.

“Eh Aristide … diecimila monete mi ci aveva promesso quel truffatore, eh? Che poi io le avrei usate per comprare fichi col miele, e quindi se volete darmeli al posto dell’argento …?”.

“Senti ragazzino … ora dobbiamo studiare la strategia militare per domani, quindi vattene”.

“Aspetta Pausania, forse Birbo potrebbe ancora esserci utile. Dimmi caro ragazzo … tu sai dove si trova la flotta greca?

“Eh … l’ultima volta che li ho visti erano dalle parti di Micale, perché?”.

“Perché mi piacerebbe sapere se hanno già ingaggiato battaglia con le navi persiane, ti dispiacerebbe controllare?”.

“Uffa …. ma io non ne ho mica tanta voglia, eh?”.

“Ascolta Birbo, tu vai a controllare la situazione, e al ritorno ti darò tutti i fichi col miele che vuoi, d’accordo?”.

“Eh Aristide … che però i fichi da soli lasciano la bocca impastata e …”.

“Naturalmente oltre ai fichi avrai anche del buon vino”.

“Eh … va beh … io vado allora …”.

“Lui … è davvero scomparso … è incredibile Aristide”.

“Te lo avevo pur detto che poteva farlo. E ora Pausania pensiamo alla battaglia di domani”.

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Coordinate spazio-temporali: il giorno dopo, luogo Micale.

“Orco che roba …li hanno presi di sorpresa e tutto quello che era avanzato della flotta persiana è stato colato a picco … beh … ora torno dai greci che saranno contenti di saperlo … eh … però mi daranno solo fichi e del vino … uhm … e se provassi ancora coi persiani invece?”.

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Coordinate spazio-temporali: ancora il giorno prima, luogo pianura di Platea accampamento persiano.

“Uffa … questo generale Mardonio che mi fa aspettare tanto non è mica molto cortese, uhm … però le tavolette e le pergamene sul suo tavolo sembrano interessanti … ops … sento dei passi …”.

“Uhm … così tu saresti Birbo? Quello che aveva venduto informazioni a re Serse e …”.

“Esatto caro generale, e se ora tu volesti versarmi un congruo anticipo sulle monete d’oro che mi erano state promesse da Serse…”.

“Cosa? Ma se per colpa tua la metà delle nostre navi sono state affondate? Sappi ragazzino che Serse mi ha lasciato il comando dell’esercito, ma prima che partisse gli ho dovuto giurare che quando t’avessi trovato t’avrei ucciso all’istante”.

“Eh …. ma è stato tutto un errore, eh? Che poi io ora avrei da darti delle informazioni importanti, e se tu solo mi offri fichi secchi e vino potrei dirti qualcosa che … ehi … ma che fai con quella spada? Ah ….beh … se la mettiamo così …allora addio, eh?”.

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Coordinate spazio-temporali: lo stesso giorno, luogo pianura di Platea accampamento greco.

“Chi disturba Aristide … oh … sei tu ragazzino? Ma … eri appena partito, non dirmi che hai già controllato la situazione della flotta?”

“Eh certo … e vi annuncio una grande vittoria, che i persiani li abbiamo presi di sorpresa e gli abbiamo affondato tutte le poche navi che gli erano rimaste, eh?”

“Magnifica notizia Birbo, e come promesso ti ho fatto portare i nostri migliori fichi dolci e dell’ottimo vino della mia riserva personale, siediti comodo e serviti pure”.

“Eh … così che voi due siete davvero stati di parola, eh? Beh … ma lo sapete già quanti sono i soldati persiani e come saranno disposti domani?”.

“Sappiamo che sono molti più di noi …ma il numero esatto …”.

“Perché, tu sapresti indicarci come saranno disposte le loro forze nello scontro di domani?”.

“Eh Pausania, per fortuna … il vino è abbastanza secco … che altrimenti col dolce dei fichi … beh, allora … voi siete solo in centodiecimila, e loro invece sono trecentomila, quanto alla disposizione dell’esercito ho visto delle pergamene che spiegavano tutto … ascoltatemi bene amici …”.

Di quando con astuzia finsi il tradimento

18 martedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (D) Guerre Greci Persiani

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Serse, Temistocle

Coordinate spazio-temporali: tempo fine settembre dell’anno 480 a.C, luogo accampamento militare vicino all’isola di Salamina

“Allora Temistocle? Che novità ci sono sulla nostra guerra?”.

“Non troppo buone amico Birbo … dopo aver sfondato al passo delle Termopili i persiani hanno saccheggiato e distrutto Atene”.

“Eh … non ricordarmelo che io c’ero alle Termopili, eh? E posso assicurarti che tutti abbiamo combattuto come leoni e siamo morti da eroi, eh?”

“Davvero? Eppure tu mi sembri ancora ben vivo”.

“Eh Temistocle … perché non sai quali atroci ferite ho ricevuto, che mi sto appena riprendendo adesso e per questo non posso combattere ancora … perché se solo il cerusico non me l’avesse proibito vi ci farei vedere io quello che valgo, eh?”

“Ragazzo mio nessuno mette in dubbio il tuo … valore … comunque i persiani erano trecentomila ed era impossibile fermarli”.

“Beh … magari se ci aveste inviato degli aiuti potevamo pure riuscirci … che il povero Leonida se lo sentiva che per colpa delle vostre beghe i rinforzi non sarebbero mai arrivati a tempo, eh?”.

“Quel che è stato è stato. Ciò che importa è che grazie al tempo da voi guadagnato i soldati greci abbiano trovato rifugio sui monti della Tessaglia, mentre i cittadini ateniesi sono fuggiti sull’isola di Salamina”.

“Sì, così però l’intera flotta dei persiani li ha seguiti ed ora è pronta a sterminarci tutti… beh …rassegniamoci caro Temistocle … che ormai Serse ci ha vinto, eh?”.

“Non è detto Birbo, noi ateniesi abbiamo ancora cento navi da guerra”.

“Eh…? Ma Temistocle … ti ricordo che loro di navi ce ne hanno mille, eh?”.

“Però le nostre trireme sono assai più veloci e maneggevoli delle pesanti navi persiane, e se riuscissimo ad attirarle in un luogo dove dispongano di poco spazio per manovrare … io credo che potremmo ancora vincere”.

“Eh … beh … e come faremmo a farli venire dove vogliamo noi?”.

“Serse per godersi lo spettacolo si è fatto costruire un trono su di una collina nelle vicinanze, basterebbe che tu Birbo andasti a parlargli …”.

“Eh? Ma quello crede che l’ho tradito e mi ci fa subito tagliare la testa, eh?”.

“Ma no, basta che gli dici che stavolta tanto per cambiare vuoi tradire noi, e poi gli confidi che abbiamo paura e che quindi domani mattina raduneremo le navi nello stretto braccio di mare tra Salamina e l’Attica, per poi sparpagliarci e fuggire in direzioni diverse”,

“Ah … quindi lui manderebbe le navi a distruggervi una volta per tutte …?”.

“E cadrebbero dritte nella nostra trappola … esatto”.

“Beh … però anche se più lente delle vostre lui di navi ne ha molte di più, eh?”.

“Purtroppo devo ammettere che molti fra noi hanno paura per davvero, e da domani parecchie navi cominceranno a fuggire sul serio … se prima la flotta persiana non ci costringerà in un angolo obbligandoci a combattere per la nostra vita. Quindi se tu non reciti bene la parte del traditore tutto sarà certamente perduto”.

“Beh … per essere più credibile a Serse potrei chiedergli un premio di mille monete d’oro … che però non prenderei mai perché appena quello scopre che ancora una volta l’ho fregato, ordinerà di spellarmi vivo e rotolarmi nel sale”.

“Ma non devi rimanere da lui, appena le navi saranno partite tu vieni a dircelo, e se vinceremo la battaglia saremo noi a ricompensarti con diecimila monete dell’argento del monte Laurio”.

“Eh … allora ricapitoliamo … io vado a spiattellare a Serse dove può trovarvi domani, e se le sue navi vincono la battaglia dopo lui mi premia con mille monete d’oro, mentre se la vincete voi mi ci darete diecimila monete d’argento, ho capito giusto?”

“Hai capito perfettamente Birbo. E ora dimmi, sei disposto a farlo?”.

“Eh amico … mi ci stai chiedendo molto, eh? Che io naturalmente preferirei combattere i persiapuzzoni e morire assieme a voi … beh … però … questo è uno sporco lavoro … ma immagino che per il bene di tutti qualcuno dovrà pur farlo, eh?”.

Eravamo trecento valorosi, ma io di più

17 lunedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (D) Guerre Greci Persiani

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Efialte, Leonida, Termopili

Coordinate spazio-temporali: tempo settembre dell’anno 480 a.C. al passo delle Termopili

“… QUINDI IN NOME DEL POTENTISSIMO SERSE VI ORDINO D’ARRENDERVI, DEPONETE LE ARMI E GIURO CHE AVRETE SALVA LA VITA”.

“A li mortaci … è due ore che parla quel persiapuzzone, gridagli d’andà a morì ammazzato Leonida…!”.

“Ma che dici Birbo? Quello è un principe e con lui dobbiamo essere molto più diplomatici … AMBASCIATORE PERSIANO … SE CONTINUI A INSISTERE TI TAGLIO IL CAZZO E TI CI TAPPO IL CULO”.

“Ih, ih, infatti dopo si dirà che l’ambasciatore non porta pene, eh?”.

“ATTENTI GRECI, SAPPIATE CHE NOI SIAMO TANTO NUMEROSI CHE I TIRI DELLE NOSTRE FRECCE OSCURERANNO IL SOLE”.

“Meglio, vero Leonida? Così restiamo all’ombra e non ci disidratiamo la pelle delicata”.

“Giusto Birbo, ora glielo dico …MEGLIO, COSI’ COMBATTEREMO ALL’OMBRA”.

“Eh … ecco che l’ambasciatore se ne va con la coda tra le gambe, eh? Beh … questo passo mi sembra stretto e arduo da conquistare, detto tra noi Leonida … quanti giorni credi che possiamo resistere?”.

“Se non sapessi che stanno per arrivare gli aiuti dalle altre città greche, e dovendo contare solo sulle nostre scarse forze, penso potremmo comunque resistere anche per una settimana”.

“Ah beh … e quando credi che ci arriveranno quegli aiuti che ci servono?”.

“Direi che le città greche smetteranno di litigare tra loro abbastanza a lungo per inviarci dei soccorsi … tra circa un mese”.

“Allora fammi pensare … una settimana in un mese ci sta quattro volte, e quindi trenta giorni diviso quattro … per tre … poi loro sono migliaia e noi quattro gatti… orco … ma Leonida … allora quando arrivano gli aiuti noi saremo già tutti morti. E tu che ne pensi Efialte, dici pure tu che non ce la caveremo?”.

“Birbo amico mio, tu pensa solo a combattere e se sarà il caso a morire con valore”.

“Eh … certo Efialte … orco … se non scappo prima, eh? Che poi questo passo ben si presta ad essere difeso, eh? Voglio dire, anche se siamo in pochi potremo resistere a lungo … ma solo se non gli viene in mente che c’è anche un passaggio tra le montagne, eh? Che se i persiapuzzoni lo scoprono sono capaci di passare di là per prenderci alle spalle, eh?”

“Non preoccuparti Birbo, che i persiani sono stranieri e non sanno che c’è un sentiero che passa la montagna”.

“Giusto, infatti quasi nessuno sa dell’esistenza di quel sentiero … e meno male, che altrimenti ci sarebbe il rischio che un traditore lo vada a dire ai persiapuzzoni in cambio del loro oro, perché mica tutti sono onesti e valorosi come noi due, eh?”

“Già … perché si racconta che i persiani siano favolosamente ricchi, non è vero Birbo?”.

”Ricchi? Eh caro Efialte mio, per caricare a dorso di somaro solo l’oro del tesoro di Serse non basterebbero diecimila bestie e quanto all’argento…”.

“Zitti voi due, i persiani stanno arrivando, smettete di chiacchierare e riparatevi dalle frecce”.

“Eh … noi siamo pronti Leonida, e gliela faremo vedere, eh?”.

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“Hai visto ragazzino? Questo è il quarto giorno che resistiamo ai loro assalti”.

“Eh Leonida … noi semo dei gagliardi e gliene abbiamo date un sacco ed una sparta, eh?”

“Esatto Birbo, e a questo punto comincio a sperare che arrivino in tempo gli aiuti che … ma … che accade?”

“LEONIDA… LEONIDA …oh … eccoti … Leonida, tutto è perduto”.

“Ma che dici soldato? Che è successo dunque?”.

“Quel traditore di Efialte… in cambio dell’oro dei persiani li sta guidando sul sentiero che attraversa i monti … e presto quei maledetti saranno alle nostre spalle e potranno massacrarci senza fatica”.

“Cosa dici soldato? Il mio amico Efialte un traditore? Non crederci Leonida, che Efialte è come un fratello per me, e posso metterci la mano sul fuoco che non ci tradirebbe mai e poi mai… EFIALTE … VIENI FUORI EFIALTE… che qui dicono che ci hai tradito e allora devi smentire …orco…EFIALTE … oh … ma dove sarà andato quel briccone dell’Efialte … ehm … che a pensarci bene aveva proprio una faccia da galera … ehm … e poi Leonida… io lo conoscevo appena di vista quello stronzo, eh?”.

Di come partecipai alla prima Maratona

16 domenica Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (D) Guerre Greci Persiani

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Aristide, Milziade

Coordinate spazio-temporali: tempo 490 a.C, luogo accampamento greco accanto alla pianura di Maratona.

“Ma … sei sicuro di doverlo fare Milziade? A me non pare una bella cosa da farsi l’ubriacare un bambino”.

“In questo momento il generale comandante sono io Aristide, quindi taci e lasciami fare. Oh … ecco altro vino caro ragazzo, e adesso dimmi, davvero l’esercito di Dario è tanto numeroso?”.

“Eh …hic …Milziade, te l’ho pur detto che i persiani sono…hic … troppo forti per voi, eh? Che tu poi quanti uomini hai detto d’avere?”

“Posso disporre di diecimila opliti ateniesi e mille plateesi”.

“Orco … solo la città di Platea ti ha mandato degli aiuti? Ma…hic … scusa, e gli spartani allora che fanno?”

“Sparta per il momento si rifiuta d’aiutarci … per motivi religiosi …dicono …”.

“Ah sì eh? Che furbacchioni …hic …quegli spartani, eh? Beh … senti Milziade … hic …io come ti ho detto sono solo un messaggero inviato da Dario per chiedere la vostra resa …hic … e credimi quando ti dico che davvero vi conviene arrendervi, perché i persiani vi sono almeno venti volte …hic …superiori per numero”.

“Uhm … la notte è ancora lunga, e si dice che porti consiglio. Beviamo altro vino, e intanto parlami ancora dell’esercito persiano e della tattica che useranno domani”.

“Beh …hic …il vino greco una volta non mi piaceva …hic … ma devo ammettere che più ne bevo e meglio mi pare, eh? Però Milziade…hic … tu devi convincerti che io a voi greci vi sono amico e vi…hic … consiglio per il vostro bene, arrendetevi suvvia …hic …che poi Dario non è mica cattivo come credete voi, eh?”.

“Ci sto pensando infatti, ma dimmi caro amico … gli arcieri persiani dove saranno schierati?”.

“Eh …hic …quelli sono il meglio di tutti e avanzeranno al centro …hic … e ben protetti dalle loro due ali”.

“Bene … e i soldati delle due ali sono altrettanto valorosi?”.

“Ih, ih, ma scherzi …hic …Milziade? Quelli sono una massa di vagabondi e …hic …buoni a nulla, ma avanzeranno solo dopo che gli arcieri …hic …avranno scoccato le loro frecce sul grosso del tuo esercito …hic …e col loro numero ci metteranno poco a schiacciare i …hic …sopravvissuti”.

“Capisco … e … vuoi altro vino Birbo caro? Birbo …? Oh bene … il ragazzino si è finalmente addormentato … qualcuno lo porti fuori dalla tenda e lo getti in un fosso, e voi amici ascoltate attentamente, perché domattina dovremo disporre l’esercito in modo nuovo. Dunque, noi lasceremo il centro del nostro schieramento quasi sguarnito, così da offrire pochi bersagli alle frecce persiane, e invece il grosso degli uomini rimarrà alle due estremità, e con un movimento a tenaglia massacrerà prima la marmaglia delle loro ali, e poi avanzerà sugli arcieri che nel frattempo data la mischia non potranno efficacemente scoccare le loro frecce…siamo tutti d’accordo?”.

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“Ohi … ohi … che male alla gamba povero me … ahi … ahi”.

“Eh? Ohi … ohi … che male alla testa … ma chi è che mi ha svegliato?”.

“Cosa? Oh … ma tu sei il piccolo messaggero dei persiani, vero? Ma che fai sdraiato in quel fosso?”

“Eh … ma che cosa mi ci avete fatto bere? Ohi … povera la mia testa … e tu perché ti lamenti? Anche tu hai bevuto troppo?”.

“Io sono Filippide, il sacro corridore mandato ad avvisare Atene della nostra schiacciante vittoria contro i persiani e …”.

“Eh? Ma stai scherzando? Ho davvero dormito tanto? Eh … però non è mica possibile che nel frattempo la battaglia sia stata vinta da voi greci, eh?”

“Eppure è stato così piccolo amico, e dicono che il merito sia più di tutto tuo, perché hai rivelato a Milziade la disposizione dell’esercito persiano e così …”.

“Che ho fatto io? Boh … non mi ricordo mica niente, però … accidenti al vino greco traditore… e meno male che ho ancora una fiaschetta della mia genuina grappa per curarmi il mal di testa …”.

“Io invece non posso proseguire a causa dei crampi, non avresti qualcosa per curare anche me?”

“Eh … bevi anche tu un poco di questo rimedio sovrano, e vedrai che ti sentirai subito meglio … “.

“Speriamo, perché devo correre per altri quaranta chilometri e … però … forte questa tua bevanda”.

“Eh … è il nettare degli Dei caro mio, però lasciamene un poco, che ho ancora mal di testa a causa di quel pessimo vino resinoso”.

“Io invece non ho più i crampi e penso di poter proseguire … ti ringrazio piccolo amico”.

“Eh … la grappa del discount ti darà molta energia, però stai attento e anche se non ti senti stanco ogni tanto fermati e riposa lo stesso, che quaranta chilometri sono lunghi e …”.

“Grazie ma mi sento benissimo ora … arrivederciiiiiiiii”.

“Eh … quello è partito più veloce di Speedy Gonzales … beh … ma spero ascolti il consiglio mio, che se non si ferma a riposare … beh, affari suoi, io piuttosto ora che faccio? Che se è vero che ho spifferato tutto ai greci i persiani ora non mi ci accoglieranno mica tanto bene, eh?”.

L’anno dei quattro imperatori ingrati

15 sabato Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (E) Storia romana

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Aulo Vitellio, Salvio Otone, Sulpicio Galba, Vespasiano

Coordinate spazio-temporali: tempo 15 gennaio dell’anno 69, dentro fino in fondo al Foro romano.

“Così dici che ci sarebbe una congiura contro di me? Ma Birbo … sono passati solo pochi mesi da quando su tuo consiglio mi sono proclamato imperatore. Non avevi detto che col tuo aiuto sarebbe andato tutto bene?”

“Eh caro Servio, il fatto è che sei un uomo onesto, ma con le tue troppo rigorose economie hai fatto arrabbiare il popolo romano che ora certo non ti ama, e così …”.

“Ma tu sai benissimo che coi suoi folli eccessi Nerone aveva dilapidato tutto il tesoro imperiale, io ho solo cercato d’abolire gli inutili sperperi”.

“Eh Sulpicio … ma negare alla plebe le solite regalie in grano è stato davvero troppo”.

“Però la mia fidata guardia personale vigila giorno e notte su di me, e quindi cosa dovrei temere?”.

“Beh … dovresti temere proprio della tua malfidata guardia personale, che per denaro …

“Ahhhhhhhhhhhhhhh ….”.

” … ecco appunto … va beh, morto Sulpicio Galba proviamo con un altro”.

 

Coordinate spazio-temporali: tempo sera del 15 gennaio dell’anno 69, in una stanzetta del Palazzo del Senato romano.

“Bene amico Birbo, come tu da tempo mi avevi predetto anche il Senato mi ha confermato imperatore, e ora che cosa mi consigli di fare?”.

“Eh caro Marco Salvio, è semplice… devi solo spendere un po’ di soldi in feste e giochi, e soprattutto in regalie di grano alla plebe, e vedrai che tutti ti vorranno bene e nessuno penserà a detronizzarti”.

“Beh … speriamo sia vero, perché non vorrei davvero fare la stessa brutta fine di Sulpicio Galba, che poi per tuo consiglio ho pure confermato il corpo delle guardie imperiali che lo ha massacrato, e ora non vorrei che un giorno tradissero anche me”.

“Ma se ti ho detto che ci serviva il loro appoggio, e comunque fidati che finché gli dai da mangiare quelli ti serviranno lealmente e senza morderti la mano; piuttosto dovresti preoccuparti di Aulo Vitellio, lo sapevi che le legioni di guardia al Reno l’hanno proclamato imperatore?”

“Che dici? Ancora un altro imperatore? E ora che faccio?”.

“Beh caro il mio Otone… questo è compito mio, no? Adesso vado a vedere che succede e poi ti riferisco, non temere che c’è rimedio a tutto, eh?”.

“Oh …il bambino è già andato … stupefacente il modo in cui scompare nel nulla all’improvviso, meno male che lui è dalla mia parte altrimenti sarei davvero nei guai”.

 

Coordinate spazio-temporali: tempo 3 gennaio dell’anno 69, l’accampamento delle legioni della Bassa Germania.

“Chi è che mi disturba il pasto di Aulo Vitellio? Ah … sei tu mio piccolo Birbo? Allora dimmi, tutto procede secondo i nostri piani?”.

“Eh … come previsto devi solo radunare i tuoi uomini e magari arruolare qualcuno dei barbari germanici, poi con le tue forze scendi verso Roma, e ti garantisco che incontrerete poca o nessuna resistenza grazie all’imperatore incapace che ci sarà sul trono per allora”.

“Perfetto … quindi nuovamente tu mi garantisci che sarò un grande imperatore e vivrò una vita lunga e felice?”.

“Ma certo Aulo, solo t’avviso che dovresti mangiare di meno perché il tuo peggior nemico è il colesterolo, eh? Che sei già troppo grasso e non è bene che passi tutto il tempo a ingozzarti di cibo, eh? Beh … io vado a finire il mio lavoro … allora t’aspetto a Roma, eh? …”.

“Caspita … immagino dovrei essere grato a quello strano bambino, ma certo che quando appare o scompare così all’improvviso mi fa davvero diventare nervoso”.

 

Coordinate spazio-temporali: tempo 16 aprile dell’anno 69, nella sala del trono del palazzo dell’imperatore Otone.

“Gli dei maledicano quel pestifero ragazzino … mi ha convinto a proclamarmi imperatore predicendo che avrei avuto una vita lunga e felice, ed ora sono passati solo novantacinque giorni … e già devo gettarmi sulla mia spada per non cadere vivo nelle mani dello spietato Vitellio … AHHHHHAAAahhh …”.

“Oh, anche Marco Salvio Otone è andato … benvenuto Aulo Vitellio, allora ti è piaciuta la tua vittoriosa marcia su Roma?”.

“E’ stato facile come avevi detto, solo mi spiace che gli alleati germanici abbiano un poco esagerato con i massacri e le devastazioni”.

“Eh … che vuoi farci caro Aulo, non si può mica fare una frittata senza rompere le uova, eh?”.

“Frittata? Ho giusto fame, dov’è questa frittata?”.

“Uffa Aulo, aspetta almeno che raccolga la corona rotolata nella polvere e te la metta in testa, per fare l’imperatore ti ci manca ancora un poco di stile, eh?”.

“Hai ragione Birbo … imparerò … ma sai quanto mi piace mangiare, e allora… ma … è già sparito? Ma ora dove sarà andato quello strano bambino?”.

 

Coordinate spazio-temporali: tempo primo luglio dell’anno 69, nel palazzo del generale Vespasiano in Giudea.

“Bravo piccolo Birbo, dopo ciò che è successo a Roma le mie truppe mi hanno proclamato imperatore, proprio come tu avevi previsto”.

“Eh amico Flavio … questo era facile da prevedere … che i barbari di Aulo Vitellio scendendo a Roma si sono lasciati dietro troppo sangue e troppi rancori, e poi quello stupido di Vitellio non governa e pensa solo a mangiare, e così si è ingrassato come un vero vitello, eh?”

“In effetti Vitellio è l’imperatore meno adatto che i romani potessero ritrovarsi ad avere”.

“Eh Flavio … apposta ce lo abbiamo messo, eh? Ora non ti resta che procedere col nostro piano, ma sei ancora deciso a non andare di persona a Roma a prenderti la corona?”.

“Ora non è opportuno che io lasci la Giudea, ma penserà a tutto il mio fido generale Antonio Primo”.

“Benissimo … allora io vado avanti e vedo se ci sono problemi, d’accordo?”

“Perfetto, e se tutto va bene c’incontreremo a Roma tra … ma… ? Perbacco … non m’abituerò mai all’abitudine che ha quel ragazzino di svanire in un attimo”.

 

Coordinate spazio-temporali: tempo 21 dicembre dell’anno 69, luogo riva del Tevere.

“Avanti soldati, nel nome di Vespasiano procedete … SPLASHHHHH …”.

“Beh … ma caro Antonio … ormai Vitellio era morto, era proprio necessario farne gettare il corpo nel Tevere?”.

“Ragioni politiche mio caro Birbo, il popolo deve vedere che quel grasso maiale è morto male proprio come ha vissuto e governato male”.

“Eh … un poco mi dispiace … ma come gli avevo detto non si può mica fare una frittata senza rompere le uova, eh? Bene, ora dobbiamo solo far proclamare dal Senato il nostro amico Vespasiano come nuovo imperatore, che poi quando ti ha detto che arriverà a Roma ad occupare di persona il trono?”.

“Vespasiano mi ha scritto che arriverà entro l’anno prossimo, ma solo …”.

“Eh? Ma solo … che cosa? Che sta macchinando ora quel furbacchione?”.

“Lui ha considerato bene tutto ciò che è successo ultimamente, ed ha deciso che verrà a Roma appena tu … te ne sarai andato per sempre”.

“Eh? Cosa? Ma se Vespasiano e io siamo così grandi amici? Sei sicuro d’aver capito bene? Perché mi pare impossibile che lui voglia questo, eh?”.

“Vespasiano mi ha incaricato di dirti che troppe brutte cose capitano ai tuoi amici, e quindi da oggi in poi tu per lui sei solo uno perfetto sconosciuto”.

“Eh? Dopo tutto quello che ci ho combinato per aiutarlo? Allora sai che ti dico? Che ora torno nel futuro e mi rimetto a giocare coi soldatini di plastica, che quelli almeno anche se li manovri come e quanto ti piace puoi stare sicuro che non ti si ribellano mai contro, eh? Addio ingrati …”.

“Lui … è sparito davvero … spero solo che non ritorni mai più”.

Quando mi trattavano come un imperatore

14 venerdì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (E) Storia romana

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Caio Ottavio

Coordinate spazio-temporali: tempo inverno dell’anno due, luogo residenza dell’imperatore a Roma.

”Brrrr … ma divino Cesare Augusto, ma che freddo che c’è nella tua casa di marmo, eh?”.

“Dovresti vestirti come faccio io che il freddo lo patisco per quasi tutto l’anno. Ti consiglio d’indossare una toga pesante, poi sotto mettiti quattro tuniche di lana e una buona camicia, e poi io ho anche una copertura in lana per il petto e di solito mi copro le gambe con delle coperte.”

“Eh Caio Ottavio … ma visto che sei il padrone del mondo, non sarebbe più semplice ordinare ai tuoi schiavi d’alzare un poco il riscaldamento?”.

“No, perché d’inverno è normale che faccia freddo, e per il fisico è assai tonificante e salutare sopportarlo pazientemente”.

“Eh … se lo dici tu che sei imperatore … beh, meno male che in quest’epoca ancora non esiste il raffreddore, eh? Senti … almeno ora possiamo mangiare un abbondante pasto caldo, vero?”

“Certamente. Io ho problemi di stomaco e di solito pasteggio solo con pane e formaggio e pesce e frutta, ma poiché siamo in pieno inverno ci concederemo un bel minestrone di verdure tiepido e senza sale, contento?”.

“Eh … guardami, sto addirittura scoppiando di gioia, che poi quando torno a scuola gliene dico quattro all’insegnante di storia, che quel fesso raccontava che gli antichi romani s’abbuffavano come porci, eh, infatti, manca poco che per togliermi la fame non mi ci debba ridurre a mangiare le ghiande del bosco”.

“Ghiande? Credi o piccolo Birbo che questa delle ghiande potrebbe essere una valida cura per la mia forte artrite?”

“Eh? Ma stai scherzando o divino Augusto? Che guarda che se credi che le ghiande facciano bene devi solo mangiarti un maiale allevato con quelle, eh? Che dici? Lo diamo l’ordine ai tuoi schiavi di cucina d’arrostirci un tenero e succulento maialetto a testa?”.

“Non posso Birbo, lo sai anche tu che la carne di maiale è un vero e proprio veleno per il mio povero fegato”.

“Eh … ma quante malattie ci hai tu, eh? Ma senti, almeno possiamo bere qualcosa di buono?”

“Certamente caro amico, ora berremo la più salutare di tutte le bevande, della purissima acqua di sorgente”.

“Eh? Ma scusa … tu non hai le cantine piene d’ottimo vino di Lesbo?”

“Quello è destinato agli ospiti, sai che io soffro d’erpete ed acidità di stomaco, e quindi posso bere solo acqua”.

“Ma … scusa Augusto, ma io non sono un tuo gradito ospite forse? Eh … che avevamo detto che in cambio dei miei consigli mi avresti fatto fare la bella vita, eh? E invece mi fai andare a dormire prestissimo, e poi devo alzarmi che è ancora buio, e devo studiare tutta quella noiosa roba in greco e latino, e assistere alle riunioni coi tuoi generali, e coi consoli e senatori, e poi muoio sempre di freddo e non posso mai mangiare niente di buono, e perfino dici che non c’è del vino per me? Ma che razza d’ospitalità sarebbe quella che mi offri?”.

“Birbo carissimo … dovresti ricordare che io non ti avevo promesso una vita di lussi e piaceri, ma avevo invece detto che t’avrei fatto vivere come un vero imperatore; e non è forse in questo modo che io vivo ogni mio giorno?”

“Eeeeeee … ?”.

“Birbo? Ma che hai? Non ti senti bene? Hai mangiato troppo minestrone tiepido forse?”.

“… eeeeetciùùùùùùùùù … ecco Caio Ottavio, ricordi che prima avevo detto che in questo periodo storico non esisteva il raffreddore? Beh … grazie a te ora esiste “.

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