Coordinate spazio-temporali: anno 1589 a Pisa.

“Uffa … tutte a me capitano … vai a Pisa mi dice il babbo, che ti ho trovato un posto d’assistente all’università … no non ringraziarmi, dice pure … che l’ho fatto per il tuo bene e vedrai che mi ringrazierai … eh … come no, ma proprio di un mezzo matto dovevo finire a fare l’assistente io? Uffa … e ora eccomi qui nel 1500 e qualcosa, e pure senza TV e fumetti … e tutto io devo fare, e …

“Scusi sir Birbo, mi spiace interromperla ma io e mio cugino vorremmo…”.

“Ah … ecco il famoso campanile, coraggio ragazzi, dobbiamo arrampicarci su per le scale perché qualcosa mi dice che se aspettiamo l’ascensore lo vedremo arrivare tra qualche centinaio d’anni”.

“Scusi giovane messere … ma noi…”.

“Oh Rustichello, che cavolo vuoi? Perché hai smesso d’arrancare?”.

“Come le dicevo signorino, io e mio cugino vorremmo essere pagati, quindi se lei gentilmente…”.

“Pagati? Come sarebbe a dire?”.

“Ma signorino … c’eravamo accordati per una modesta ricompensa e …”.

“Ah … sì … aspetta che chiariamo le cose … dunque, tu Rustichello e tuo cugino Buzzurro siete malatissimi, diciamo pure quasi morti, è giusto?”.

“Col permesso di vostra Eccellenza, sì, lei cercava persone molto malate, e noi due … cof … cof … certamente affermiamo di esserlo”.

“Uhm … ma che strana questa tua tosse però, pare quasi che ti venga a comando … e il tuo silenzioso cugino poi … che cosa avevi detto che avrebbe?”.

“Signorino, io sono afflitto da una pernicioso male del respiro, ma mio cugino, ahimè, deve lamentarne uno assai peggiore”.

“Davvero? Oh … sarà mica che è pure contagioso, che non speravo tanto eh?”.

“Non saprei dirlo signore, forse che la miseria più nera è contagiosa?”.

“La miseria? Ma sentite un po’ Gatto e Volpe dei poveri, non è che mi volete fregare voi due? Che magari v’arriva un controllo dell’INPS e non vi fate trovare a casa?”

“No signore, affatto, le garantisco che siamo talmente malati, che in vita nostra abbiamo sempre rifiutato ogni lavoro, si fidi di noi”.

“Mah … voglio crederti … e del resto mi rassicura che la faccia di chi ama lavorare voi non ce l’avete di sicuro … va bè … cominciamo la scalata dei gradini, dai”.

“Un momento, prima noi reclamiamo la pattuita mercede”.

“Che volete? La Mercedes? E perché non una Fiat allora … che per fare tanti gradini il Fiato non basta mai, eh… eh …eh …eh ”.

“MMMMMMMMMMMM…”.

“Fermo cugino, posa il coltello che il signorino voleva solo celiare, perché ora le monete promesse ce le darà, non è forse vero?”.

“Uffa … vi ricordo che avevo detto vi avrei pagato sotto al campanile”.

“E appunto vi siamo, questo qui è giustappunto il famoso campanile pendente dì Pisa”.

“Sì, vabbè, ma si era detto che vi avrei pagati SOTTO al campanile, ma per un lavoretto che prima mi dovete fare di SOPRA, e quindi ci sono gli scalini da sciropparci, perciò animo e diamoci una mossa…”.

“Uhm … tu devi essere un bambino senza cuore per obbligare due poveri malati a una fatica tanto dura … ma almeno il lavoretto che ti dobbiamo fare non sarà una cosa faticosa … o il Diavolo ce ne scampi … forse persino onesta, nevvero?”.

“Eh … faticosa no di certo … quanto all’onestà … beh … io per me confesso d’essermi ormai convinto che l’onestà non sia mica troppo divertente … perciò socio muovi quelle gambette tisiche e risparmia il fiato, che oh … quando ci sono di mezzo io ci si trova sempre da spassarsela … e solo perché sono diventato l’assistente di quel noioso professorino, mica per questo voglio diventare un tipo noiosetto e onestino pure io… eh?”

“Ma chi sarebbe questo tuo padrone matto di cui spesso e volentieri ti lamenti?”.

“Eh Rustichello mio … lui non è uno normale come noi, chillo è giovane e strambolato, e già a forza di studiare è professore di fisico dell’università … e visto che gli ci piace accompagnare fuori i suoi studenti a fare esperienza, dice lui … anf … anf … aspetta che m’appoggio a te Rustichello, che sarai pure malato ma tra noi quello che ha più fiato sei tu … beh … dicevo … io sarei l’assistente di quel mattarello, e allora oggi ci sarebbe un gran esperimento sul campanile … e come sempre la roba dura da trovare mi tocca a me di portarcela … e allora … ah … uff … eccoci arrivati … e quelli che vedete con le facce da pesce fradicio sono gli studenti del matto, un mucchio di secchioni che gli danno sempre ragione e … ah … c’è anche LEI vostra signoria illustrissima? Mi scusi, non avevo visto fosse già arrivato … ehm … sa, di solito lei arranca e sbuffa per le scale con la scusa che le gira la testa per l’altezza … va bè …come vede ho fatto puntualmente tutto quello che mi aveva detto, perché come lei ormai saprà, io sono sempre attento e litigio a esaudire tutti i suoi ordini, e senza troppo lamentarmi quando sono persino più fessi del solito, eh?”

“Birbo …”.

“Ebbene sir Birbo, sarebbe costui l’erudito di cui ci parlavi male un attimo fa?”

“Sì, cioè no … che momento goffo …va bè … Rustichello da Pisa e cugino Buzzurro vi presento il professor Gallileo de Gallinei …”

“Birbo … per l’ennesima volta, ficcati in testa che io sono Galileo de Galilei”.

“Ecco, appunto, e ora prof Gallina de Gallis le presento i miei malatissimi amici, Rustichello da Pisolo e il muto cugino Buzzurro, che forse non le sembra ma in due hanno tre piedi su quattro già nella tomba, per cui sbrighiamoci o magari, facciamoci pure le corna, questi ci muoiono persino prima di poter tentare il suo scioc … ehm … scioccante esperimento che non vedo l’ora di testmoniare … eh?”.

“Birbo …”.

“Sì professore bello? Mi dica pure non sia timido… oh … ma a parte i capelli malpelo perché ora è rosso anche in faccia? Eh birichino … lei mi ha nascosto della grappa quassù, vero? Beh … adesso che l’ho scoperta può pure offrirmene un goccio o due, che io non ne bevo da quel che mi sembra un eternità di secondi, eh?”.

“Birbo … perché hai portato questi due… come chiamarli … signori? E dove sono le sfere per l’esperimento che dovevi passare a prendere all’università?”.

“Eh? Quali sfere? Quelle del Drago? Ma poi oggi non dovevate gettare giù i gravi? Oh … non sembra ma questi due sono malati forte … e più gravi di così … eh … professore … perché mi ci guarda così? … E tu Rustichello che vuoi? Ehi … ma perché tuo cugino Buzzurro ha tirato fuori il coltello? Oh … ho detto che pago e vi ci pago, eh? Ora vi gettiamo giù di sotto voi due … e poi come promesso verrò ai piedi del campanile e vi … ops … qui mi sembrano tutti troppo nervosi … sarà quest’aria troppo pura e senza inquinamento che a lungo andare … ommadonnola … ATTENTO BIRBO MIO CHE QUESTI PAZZI VOGLIONO AMMAZZART…”.

“QUEL PICCOLO IDIOTA MI HA SABOTATO L’ESPERIMENTO … PRENDETELO CHE VOGLIO GETTARLO DAL CAMPANILE LEGATO AD UN INCUDINE PER VEDERE CHI ATTERRA PER PRIMO”.

“Si calmi professore…”.

“Ecco Rustichello mio, diglielo tu al paz … ehm … all’illustrato professore che io sono solo un bambino innocente e che per fare pace dovrebbe offrirmi della sua grappa …”.

“Le domando scusa professore, ma devo chiederle di lasciare in pace Birbo, che prima deve darci i nostri soldi … E LE GIURO CHE SUBITO DOPO CHE CI AVRA’ PAGATO LA AIUTEREMO MOLTO VOLENTIERI AD AMMAZZARLO…”.

“Eh? Ma … AIUTO …AIUTO … QUESTI SONO TUTTI MATTI …SCAPPA BIRBO … SCAPPA … CORRI GIU’ PER LE SCALE E SCAPPA ALLA CIECA NEL TEMPO … CHE DOVUNQUE VAI SARA’ SEMPRE MENO PERICOLOSO ANF … ANF … DI QUESTO … ANF … ANF … MANNAGGIA A ME … MA CHI LO SAPEVA … OHI …OHI … CHE QUESTA FISICA … ANF … ANF … FOSSE COSI’ TANTO PERICOLOSA … EHHHHHHH?”