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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

Archivi della categoria: (N) Fantasy e ucroniche

Quel lungo viaggio verso casa

01 lunedì Ago 2016

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Tag

futuro alternativo, viaggi nel tempo

Tempo, l’ultima frontiera: questi sono i viaggi straordinari e ricchi di incredibili avventure di Birbo Bicirossa, il bimbo che mai e poi mai volle diventare grande!

gnegne[1]

Coordinate spazio-temporali: miliardi di anni nel futuro, superficie pianeta … Terra?

Oh … come siete belli/e voi … ma siete in tre o di più? E siete fatti/e solo di colore o anche di musica?

Di entrambe e anche di serenità e di luce… E di verde e di ombra … Noi siamo tutto …

Eh eh … non rispondete tutti/e assieme o mi confondete … ops … ma come sto parlando? E anche voi … voi non state parlando proprio … state solo pensando … e io vi capisco … ma è incredibile … e poi siete tanto luminosi/e che quasi non riesco a guardarvi … ma chi siete? Ce lo avete un nome?

Io sono Magenta e tu? … Io Corallo e tu?… Io Selce e tu?…

Eh … tanto piacere … io sono Birbo, Birbo Bicirossa, eh?

Benvenuto BirboBirboBicirossaeh … Tu non sei di qui… Tu vieni dal passato…

Eh sì … perché io mi muovo nel Tempo, anche se così avanti forse non ci ero mai venuto. E anzi, che posto è questo? E che epoca è? E come avete fatto a capire che vengo dal passato?

Questo è sempre il tuo pianeta anche se molto cambiato… L’universo è Entropia… Noi sappiamo di trenta modi per viaggiare nel tempo ma il tuo ci era sconosciuto…

Eh … allora ho fatto trentuno … però scusate, ma ora ho freddo … e quel cielo nero e basso fa paura … e l’aria sa di metallo e … ma quella cosa verde lassù è mica la Luna?

Se questo ambiente ti è sgradevole cambialo… Sì BirboBirboBicirossaeh modificalo pure come vuoi… Tu puoi farlo basta che usi la tua grande Fantasia…

Eh?

Come hai fatto poco fa… Quando ci hai salvato… Immagina ciò che vuoi…

Ma … io vi avrei salvato? E come? E vuol dire che se immagino di avere più caldo … oh … ma funziona davvero… che sto già meglio … allora posso immaginare che smetta il vento o meglio ancora d’avere una qualche birra fresca da bere?

Un esperimento ha provocato una fuga di energia psichica e noi eravamo rimasti/e intrappolati/e… Tu ci hai salvato/e facendoci uscire … Niente birra per favore non sappiamo cosa sia ma l’immaginazione è energia e ogni cambiamento non necessario nella struttura di Entropia dovrà poi essere compensato da ulteriori cambiamenti …

Eh? Non capisco … io mi sono ritrovato in un posto buio e freddo che sembrava una cantina … e ho solo sperato che all’improvviso arrivasse un ascensore bene illuminato che mi portasse via … e poi è arrivato sul serio e ci sono saltato su … e allora vi ho visti/e in un angolo che sembravate bambole di stracci avvolte da ragnatele polverose … però cercavate di liberarvi … e allora pure se me la facevo addosso dalla paura vi ho chiesto se volevate che vi aspettassi … e quando siete saliti/e sull’ascensore ho guardato ai bottoni, e vedendo che in alto ce n’era uno con scritto Attico l’ho premuto… e ora siamo qui alla luce e voi siete cose bellissimi/e … e … ma ora che succede? Mi sento strano …

Stai andando BirboBirboBicirossaeh … Il tuo Tempo ti chiama … Torna a trovarci se puoi…

Io … no, voglio restare … voglio capire … sto sparendo … almeno ditemi chi siete.

Siamo gli ultimi guardiani della Terra e dell’Universo… Siamo le guide di Entropia … Siamo solo Fantasie che creano altre Fantasie…

Inutile … non riesco a restare … mi spiace ma devo andarmene …

Torna se puoi BirboBirboBicirossaeh … Tu hai un grande potere di Fantasia torna torna … Ti attenderemo in questa grande pace BirboBirboBicirossaeh …

Eh … non so se potrò tornareeeeeeeeeeeeee … io … sono scagliato all’indietro ad una velocità incredibile … ah se solo potessi bere della grappa forse potrei controllare la caduta… non ce la faccio … ho perso il senso del Tempo e dello Spazio, ma devo cercare di fermarmi in qualunque posto e in qualunque luogo … oh … forse se immagino di premere il pedale di un freno immaginario … OHHHHHHHHHHHHHH…

 

Coordinate spazio-temporali: il primo dicembre 1955 a Montgomery in Alabama

 

“…HHHHHHHHHHHH… AH … AHI CHE BOTTA … ma … ma dove sono? Aspetta … il mio senso del Tempo sta tornando e ora so dove sono … e potrei pure tornare a casa … forse … se solo non fossi così stanco. Mi ci vorrebbe qualcosa da bere … la mia fiaschetta di grappa del discount … ah … non si è rotta, meno male … glu glu … però qui è un gran freddo e dovrei trovare un posto dove riposarmi un pochino … aspetta … quella è una fermata dell’autobus … perfetto … mi confonderò tra gli altri passeggeri e schiaccerò un pisolino su di un sedile al caldo. Ehi … quel pullman rosa a fiori bianchi parte … ASPETTI AUTISTA … MI ASPETTI LA PREGO…”.

“Coraggio ragazzino, salta su qui davanti”.

“Oh … grazie signore per avermi aspettato … ho fatto una tale corsa …”.

“Niente, niente, adesso però non fare il furbo e paga il biglietto”.

“Eh? Ma io sono piccolo eh? E poi di soldi non ce ne ho mica con me, perché quando viaggio nel Tempo …”.

“Va bene va bene, in effetti sei piccolo, e come dici tu con questo tempo non posso certo lasciarti al freddo … ma i tuoi genitori lo sanno che …?”

“Sì, certo, non si preoccupi che è tutto a posto … allora vado a sedermi, e grazie eh?”

“Non ringraziare me, piuttosto ringrazia il cielo di non essere un negro, perché altrimenti …”.

“Perché dice così signore? Se ero negro che cosa succedeva?”

“Bene … prima di tutto pagavi il biglietto, poi dovevi scendere e risalire di dietro, perché il posto dei negri è in fondo, e certo non vogliamo che percorrano il corridoio tra le file riservate ai bianchi… e poi … eh eh … detto tra noi c’è un giochino che facciamo noi autisti per divertirci, sai ai negri prendiamo i soldi del biglietto e poi …”.

“E poi cosa?”

“E poi mentre il negro scende per risalire dalla porta di dietro … noi partiamo e lo lasciamo a piedi … AH AH AH …”.

“Ah … e mi ci dica, questo bel giochino voialtri lo fate spesso?”.

“Sì, ma purtroppo solo con i negri anziani e le donne incinta, perché i giovani sanno correre veloci e con loro non riesce”.

“Ah beh … lei è proprio un allegrone, eh? Che niente niente a casa sua al cuscino del letto gli ci manca pure la federa?”

“Come? Quale federa? Cosa vorresti insinuare?

“Io? Beh … no niente, è che sono molto stanco … anzi ora vado a sedere …”.

“Sì … è meglio … vai vai… e attento a non combinare dei guai che ti tengo d’occhio”.

“Chi? Io? Ma quando mai … vabbè … qui però è tutto pieno … proviamo più giù … no niente, e in fondo sono persino in piedi … oh meno male … qui a metà c’è un posto libero … scusi signora, sono un bimbo molto stanco, posso sedermi vicino a lei?”

“Come? Ma sì certo … però questa è la prima delle file riservate a noi negri …”.

“Oh … che bello potersi riposare un poco … che cosa diceva signora?”

“Dicevo che quando un bianco non trova posto i negri della prima fila devono alzarsi”.

“Ah sì? Vabbè … comunque il posto c’è per tutti e due e quindi non c’è problema … e meno male, perché devo proprio riposarmi un pochino se voglio riuscire a tornarmene a casa …”.

“Certo che sei uno strano bambino tu … ma da dove vieni?”

“Ora? Beh … se glielo dico lei non ci crederà mai e poi mai”.

“E perché non dovrei crederti? Dopotutto mi sembri un bambino educato e sincero”

“Eh eh … ma le apparenza a volte … eh eh …beh … allora le dirò che io arrivo da un posto molto lontano, dove tutto è pace e serenità, e dove ci vivono esseri molto saggi e assai meravigliosi e dai grandi poteri, e ognuno è di un colore diverso e …”.

“E ci sono anche dei negri tra loro?”

“Ma certo, uno per esempio si chiama Selce, e non è solo negro ma pure nerissimo”.

“E … in questo posto i negri non vivono segregati dai bianchi?”

“Eh? Ma no, certo che no, quelle creature sono bianche nere gialle rosse e magari pure turchine a pois, ma che importanza ha? Sono bellissime e … e anche voi non dovreste preoccuparvi tanto del colore che avete … perché arriverà il giorno in cui non avrà più nessuna importanza e … e ora io ho molto sonno … “.

“Ma sono Angeli? E anche tu … non è che sei un angelo?”.

“Chi io? Ma no … non si preoccupi signora … io sono solo un normale bambino … però ora lei deve essere coraggiosa… perché se mi vedesse scomparire non deve mica avere paura, eh? … che vorrà solo dire che ho recuperato le forze…
e sono
tornato a ca …”.

“Angeli? … sarà possibile? … bambino … bimbo svegliati… “.

“… e sono tornato a casa …”.

“Devo sapere … OH … lui è … sparito … così … sotto ai miei occhi … “

“Ragazza alzati”.

“O mio Dio … allora era davvero uno dei suoi angeli … e mi ha chiesto di essere coraggiosa …”.

“Avanti ragazza alzati, non farmelo ripetere”.

“Cosa? Chi … oh … e lei cosa vuole da me signore?”.

“Voglio che ti alzi e ci lasci il posto a sedere ragazza, non vedi che siamo bianchi?”.

“Ah … davvero? Ma lei lo sa che qualcuno mi ha appena insegnato, che se noi negri saremo coraggiosi un giorno il nostro colore non avrà più nessuna importanza?”

“COSA HAI DETTO RAGAZZA?”

“Signore lei non mi fa paura, che io anche se sono negra sono una donna onesta, e per favore non mi chiami più ragazza. Io non sono una ragazza ma una donna adulta, e mi chiamo Rosa Parks e sono una cucitrice, e dopo aver lavorato tutto il giorno ho anche molto male ai piedi: quindi mi faccia pure arrestare se vuole, ma io non mi alzerò per lasciarle il posto, e anzi giuro che non mi alzerò mai più per nessun bianco”.

“TU NON HAI IDEA DEL GUAIO IN CUI TI SEI APPENA CACCIATA … RAGAZZA”.

“We shall overcome,
We shall overcome…”

“CANTA? … MA E’ PAZZA? …  ARRESTATELA … E’ VERAMENTE IMPAZZITA … PRESTO QUALCUNO CHIAMI LA POLIZIA …”

“We shall overcomeeeeeeeee, some dayyyyyyyyyyyyyyy”.

 

 

Coordinate spazio-temporali: 29 luglio 2016 in via Indipendenza a Bologna

 

“ … le forze e sono tornato a casa…

oh …

ma sono davvero tornato a casa? Beh … meno male … oh … ora però è meglio che finisca il viaggio coi mezzi pubblici … che non vorrei tentare un nuovo salto e per la stanchezza andare a finire magari a casa di Marzullo … oh … ecco un autobus che va dalla parte giusta … eh … e pure questo è pieno … mannaggia, certe cose non cambiano mai … vabbè … vorrà dire che farò alzare uno dei negri che vedo laggiù in fondo … che oh … io sono sempre stato contrario alla legge sulla segregazione, ma sono anche talmente stanco che questa volta mi fa piacere che sia ancora valida … ehi tu ragazzo hipster quarantenne negro … ora alzati che ho bisogno di sedermi io … dai prendi cartella e telefonino e sgombra … beh … perché mi guardi così? Eh … e voialtri perché mi guardate TUTTI così? Ops … ehi aspettate … mica sarà successo che ho fatto qualcosa nel passato che ha cambiato questo nostro presente … DI NUOVO? ”

 

Di come sto tentando di rimettere a posto le cose

22 giovedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Cibele, Mitrha

Coordinate spazio-temporali: mattino del 25 dicembre 2013, interno 66 di un palazzo di 6 piani del centro di Bologna.

 

“Accidenti, mi chiedo dove possa essere finito il mio falcetto sacro… tu per caso l’hai visto cara?”.

“Ah no caro … lo sai che le tue cose io non le tocco mai, chiedi a Birbo piuttosto … e ora scusa ma devo proprio scappare, bacino …pciuk …”.

“Ciao mamma, ma io di falcetti non ne so mica niente … oh … ma stasera quando torni a casa?”.

“Ah guarda … c’è un’intera nuova classe a cui provvedere, e per di più quest’anno Barbara è ammalata e Monica è in maternità, quindi potrei metterci parecchio”.

“A proposito figliolo, anche coi miei riti druidici dovrei impiegarci parecchio … possiamo fidarci a lasciarti da solo fino a questa sera?”.

“Eh babbo … ma tu e la mamma andate tranquilli, che oh … ve l’ho detto che oggi voglio tornare indietro nel Tempo, a vedere le principali battaglie contro quei puzzoni dei romani, eh?”.

“Non so Birbo, sei sicuro che non sia pericoloso?”.

“Ma mamma … sono soldati che combattono tra loro, che pericolo vuoi che ci sia che colpiscano un bambino? E poi anche se lo facessero per sbaglio … oh … lo sai che appena vedo arrivare un giavellotto lo scanso spostandomi nel tempo, eh?”.

“Bene … però quando vai tanto lontano non sono mai tranquilla …”.

“Ma dai mamma … sono solo poco più di duemila anni, eh?”.

“Allora vado, aspetto fuori il marito di Silvia che ci porta al Tempio con la sua carrozza … vieni qui Birbo, bacetto anche a te … pciuk … ciao …”.

“Eh … ciao … allora babbo l’hai poi trovato il falcetto d’oro?”.

“Miseria … era tra le pozioni di tua madre … mi chiedo come possa essere finito lì in mezzo … e ora odora d’assafetida … va beh … “.

“Eh babbo lo sai come è fatta la mamma … che sarà pure una Gran Sacerdotessa della Luna, ma il casino che combina in casa… “.

“Bene … in fondo dobbiamo capirla … sai che questo periodo dell’anno è il più impegnativo per lei, per via del desiderio di tanti giovani vergini d’essere iniziati ai misteri del sesso proprio in questo giorno particolarmente sacro”.

“Eh … lo so … e lei poi è tanto dolce e paziente con tutti quei ragazzi impauriti … senti babbo … credi che fra qualche anno la mamma potrebbe iniziare pure me?”.

“E’ presto per pensarci ora … e poi può darsi che quando tu avrai l’età giusta lei sia già diventata una sacerdotessa anziana … e allora lo sai che potrebbe solo assistere e consigliare”.

“Beh … meglio di niente … eh … allora io vado nel passato, eh?”.

“Prima fatti vedere … sì, la veste va bene, sembri proprio un pastorello … ah Birbo, solo una cosa … ancora devo finire di vestirmi da Druido Anziano … intanto puoi chiedere al portiere di chiamarmi un aerotaxi?”.

“Ma certo babbo … allora ciao e buoni Riti del Solstizio, eh?”.

“Grazie figliolo …e bada che voglio che mi racconti, come i nostri valorosi antenati hanno sconfitto e preso a calci in culo i romani”.

“Eh … certo … oh … adesso che sono da solo confesso che non vedo l’ora che anche altri imparino come ci si muove nel tempo … che fino a quando sono capace solo io tutti mi ci fanno domande e vorrebbero sapere questo e quello e … oh, buongiorno signor Amilcare … senta scusi … mi ci chiamerebbe uno aerotaxi per il babbo? Che oh … deve andare a svolgere i Riti del Solstizio in piazza Maggiore, eh?”.

“Subito Birbo, e posso chiederti dove vai tu così vestito?”

“Eh … oggi ci ho una missione nel Tempo, eh? Che ora vado a vedere le battaglie più grosse che ci abbiamo vinto coi romani”.

“Per gli Dei … che cosa interessante e come mi piacerebbe assistervi pure io”.

“Eh … è una cosa difficile … che io il senso del Tempo cerco d’insegnarlo, ma per ora solo alcuni bambini molto piccoli riescono a spostarsi di pochi minuti, eh?”.

“Lo so Birbo, pazienza, vorrà dire che al tuo ritorno mi racconterai
tutto …”.

“Ecco … infatti … va beh … allora vado fuori per trasferirmi … che non voglio mica impressionarla trasferendomi qui, eh?”.

“Aspetta Birbo … non mi dispiacerebbe vederti fare il trasferimento … e poi è meglio che non esci perché fuori c’è un assembramento di Testimoni di Cristhos”.

“Ancora? Oh … ma che vogliono questi? Che anche se non vogliono fare parte dell’impero etrusco, noi ce li abbiamo sempre trattati bene lo stesso, eh?”.

“Sì, ma è inutile, quei fanatici non si adegueranno mai … continuano a parlare del figlio del loro dio che è nato da una vergine il 25 dicembre …”.

“Ah … proprio come il nostro Mitrha che è morto per redimerci dal peccato?”.

“Quasi … perché il figlio del loro dio è morto di vecchiaia … e dopo essersi sposato e avere avuto parecchi figli”.

“Davvero? Ma se era un semidio perché non lo festeggiamo anche noi?”.

“Perché il loro dio pretende d’essere l’unico vero dio, ed esige d’essere il solo ad essere adorato”.

“Ah beh … se quel tipo è così geloso … oh … io almeno a Cibele sono molto devoto e la sua fede non potrei lasciarla mai…”.

“E pure io … e se anche non lo fossi stato prima, lo sarei diventato vedendo uscire poco fa la tua bella mamma quasi nuda”.

“E’ vero … e infatti dicevo proprio ora al babbo che mi piacerebbe fosse lei ad iniziarmi”.

“Lo credo ragazzino … e a chi non piacerebbe? Infatti ricordo ancora che quando toccò a me…”.

“Già …beh signor Amilcare … ora devo proprio andare … che se voglio vedere anche l’incendio di Roma devo sbrigarmi”.

“Che buffo Birbo… stavo pensando che se allora avessimo perso contro i romani … forse oggi l’impero etrusco non esisterebbe neppure, vero?”.

“Eh … eh … sarebbe davvero strano … che oh … immagini signor Amilcare se invece del nostro fosse nato l’impero romano … chissà come sarebbe stato brutto il mondo allora, eh?”.

“E’ proprio vero … comunque t’avviso che la mia vita mi piace così com’è … quindi Birbo stai bene attento a non pasticciare col nostro passato … ah … ah …”.

“E via signor Amilcare … che lo sa che i nostri più grandi stregoni scientifici ci hanno dimostrato che il Tempo è fisso e immutabile, eh?

“Lo so bene Birbo … ti prendevo solo in giro … tu comunque nel dubbio non aiutare i romani per niente, d’accordo? Ah … ah …”.

“Sì … va bè … oh signor Amilcare … lei è proprio un gran burlone, eh? Comunque d’accordo … le prometto che al massimo ci darò qualche buon consiglio solo ai nostri soldati etruschi, e ora ciao eh?”.

“Bravo bambino mio … ah …ah … un impero romano … che assurdità … ma è scomparso mentre parlavamo? Incredibile, non vedevo nulla di simile dagli ultimi riti di Osiride … certo che a pensarci bene mandare un ragazzino così piccolo a spasso nel Tempo … bene, meno male che non è proprio possibile che possa fare qualcosa per cambiarlo”.

 

 

Nuova scuola idioti di sempre

06 martedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Harry Potter

Coordinate spazio-temporali: un imponente ed antiquato edificio, ore undici e quaranta del mattino

 

Mi sento stanco, a piedi è stata lunga, ma almeno sono arrivato.
Appoggio a terra la gabbietta e riprendo fiato …orco … deve essere questa …eh sì… che mi dicevano che assomigliava alla dimora degli Addams … ma come al solito erano ottimisti, eh? Guardo perplesso l’immenso portone, solido legno di quercia si direbbe, intanto si apre una porticina in basso e appare una ragazzina piuttosto vecchia; mi fa entrare in un immenso cortile e poi dice: “Ciao bambino, ti ho visto arrivare e sono venuta ad aprire. Sei nuovo del posto?”

Ecco lo sapevo … se c’è una cosa che ho imparato girando tante scuole, è che il primo che ti parla quando arrivi è sempre il pettegolo del posto … e infatti questa ragazzina sembra una gran chiacchierona… comunque le rispondo cortesemente perché ha almeno tredici o quattordici anni, e il mio babbo mi ha insegnato a rispettare gli anziani… e anche a non discutere MAI con gli idioti.

“Eh? Oh …buongiorno… infatti sono appena arrivato …a proposito, questa è la famosa scuola di magia, vero?”

“Già … proprio così. Io sono Hermione, e tu?”

“Eh …io mi chiamo Birbo … Birbo Bicirossa”.

“Birbo Bicirossa? Ma che strano nome”.

“Eh … è una lunga storia … che poi anche il tuo non è mica tanto normale, eh?”

Sembra stupita, forse non glielo aveva mai fatto notare nessuno.

“A me veramente piace “.

“E a me invece mi piace di più il mio e così siamo contenti entrambi, eh?”

Ci pensa un poco e poi scossa la testa, spero abbia capito l’antifona.

“Allora vieni che ti faccio vedere dove mettere la gabbia della civetta … ma non hai portato nient’altro con te?”

“Eh … tutti i bagagli me li ci hanno smarriti al binario nove e tre quarti … ma che roba … e io che mi ci lamentavo dei treni che abbiamo in Italia …”

“Almeno hai salvato la civetta, anche se mi sembra ancora troppo piccola …”

“Beh, e cosa ci hai contro i piccoli? Che sono piccolo anch’io, eh? E poi la civetta mia non parla mica… ed è proprio per questo che noi due andiamo tanto d’accordo”.

Ora la ragazza arrossisce confusa… si vede che non è proprio del tutto idiota, eh?

“Oh …ehm … ah … ciao Harry … vieni che ti presento questo nuovo arrivato … si chiama Birbo Bicirossa”.

Un attempato ragazzotto, con gli occhiali spessi e l’aria seriosa e tediosa da primo della classe s’avvicina.

“Birbo Bicirossa? Ciao bambino, ma che strano nome hai”.

Sigh … eccone un altro, comincio ad innervosirmi.

“Uffa …ma qui a Hogwarts l’unico passatempo che avete è di commentare i nomi dei nuovi arrivati? Eh ragazzino… che se io fossi un tipo che s’impiccia degli affari degli altri ti chiederei che hai combinato per farti mettere di ramazza, ma invece non ti ci ho mica chiesto niente, eh?”

L’attempata ragazza sia molto chiacchierona che un poco tonta mi guarda stupita.

“Ma Birbo, quella che Harry ha in mano è la sua scopa da Quiddtch”.

Cosa? Ma mi stanno pigliando per il c…?

“Eh? Quddiché?”

“Quiddtch… non lo conosci? Hai presente il boccino d’oro alato?”

Boccino? Ma che boccino? Questi due lo hanno perso da un pezzo il boccino.

“Te l’ho detto Harry, lui è appena arrivato e non sa ancora niente”.

Harry mi scruta dubbioso, ma sembra fare uno sforzo per essere cortese.

“Oggi c’è una partita Birbo, vieni ad applaudire la squadra dei Grifondoro?”

“Grifocosa?”

Mah … io comincio a pensare che siano tutti scemi in questa scuola.

“Ma Birbo … non sei anche tu un Grifondoro?”

Harry si gira verso Hermione, che scuote il capo e alza le spalle prima di spiegare.

“Credo che non lo abbiano ancora assegnato a nessuna casa Harry”.

Cosa? Che casa? Ah …forse ho finalmente capito di cosa stanno parlando.

“Beh … veramente il mio babbo mi ci ha detto che ha fatto in modo che entrassi nei Serpeverde… eh … che quelli sono i ragazzi più in gamba di tutti mi ha detto lui, e allora visto che anch’io sono in gamba andremo d’accordo, eh?”

Harry mi guarda a bocca aperta, evidentemente capisce d’avermi sottovalutato.

“I Serpeverde?”

“Oh Birbo … ma davvero vuoi fare parte dei Serpeverde?”

“Eh sì, certo Hermione. Perché non dovrei? Non sono ragazzi in gamba?”

“Bene … i Serpeverde hanno una certa fama … basti dire che … insomma, come saprai -Tu Sai Chi – era un Serpeverde”.

“Che dici Hermione? Io so cosa?”

“Ma … – Tu Sai Chi- … sai, colui che non si deve mai nominare”.

E ora di che stanno parlando questi due tontoloni? Ah … forse ho capito…”.

“Spetta … volete mica dire … Voldemo…”

Hermione sembra sconvolta, e sulla testa di Harry una cicatrice che non avevo ancora notato diviene violacea e inizia a pulsare.

“Zitto Birbo”.

“Insomma sciocchino…. non ti abbiamo appena detto che LUI non si deve mai nominare?”

“Uffa che noia… eh … e io che non ci volevo credere, quando il Babbo mi ci ha detto che c’erano ancora dei pregiudizi su Vold…”

“Non dirlo Birbo … ti prego”.

“Uffa”. Mi sono stufato e cerco d’andarmene, ma Harry mi ferma e chiede:
“Ma senti bambino… il tuo babbo poi chi sarebbe?”

“Eh? Beh … lui è l’Oscuro Signore de lo Nero Torrione, eh?”

Tiè penso io, prendi ed incarta e porta a casa brutto ficcanaso.

“L’Oscuro Signore? Ma chi sarebbe costui?”

“Beh … noi apparteniamo ad una famiglia molto antica … insomma in pratica Voldemort è mio zio per parte di madre, eh?”

“Ma … Birbo …non vorrai dire che?”

“Lascialo stare Hermione, se è nipote di -Tu Sai Chi- è meglio non parlargli”.

“Eh … aveva ragione il babbo allora, eh? Siete pregiudiziali, eh? Che va bene che mio zio sarà pure stato cattivello, ma però lo ha fatto perché aveva un sogno da realizzare, eh? Che io non sono mica d’accordo coi suoi sistemi, e solo perché è mio zio che colpa ne ho io? Che poi mica si possono scegliere i parenti, eh?”

“Ma Birbo … non lo sai che Vold …ehm … che -Tu Sai Chi- … insomma tuo zio …LUI un tempo ha ucciso i genitori di Harry?”

“Eh? Veramente non ce lo sapevo ….anche se il Babbo mi aveva detto che LUI era stato un poco bricconcello… beh insomma… cose di gioventù … e comunque come ho già detto, io non c’entro mica con tutte queste vecchie storie, eh? Che ne dite se da ora in poi ci dimentichiamo del passato e pensiamo solo al futuro?”

“Non saprei … tu che ne dici Harry?”

“Non parlare con lui Hermione … anche se sembra buffo ed innocuo, deve essere anche lui un crudele stregone dedito alle arti più oscure”.

“Sentite ragazzi, se non mi volete parlare pazienza … che tanto c’è mio cugino Malfoy che mi spiegherà tutto sulla scuola, e m’accompagnerà in mensa e…

“Ah … pure suo cugino sei? Vedi Hermione? Dobbiamo proprio lasciarlo perdere, lui e anche il suo scarto di civetta”.

Beh … pazienza la famiglia, ma se ora mi offendono anche la civetta m’arrabbio d’avvero.

“Cosa dici Harry? Che avresti da ridire sulla mia bella civetta?”

“Dico solo che la poveretta sembra talmente scarna e piccolina, che se devi spedire dei messaggi ti conviene procurarti parecchi francobolli”.

“Ah sì, eh? E allora Harry, posso rivelarti uno dei grandi segreti della vita?”

“Quale sarebbe il segreto o Birbo l’Oscuro?”

“Che il mio babbo mi ha spiegato che non sono le dimensioni dell’uccello che contano, ma solo il modo in cui lo si usa, ecco”.

“Ma … ora … che cosa c’entra questo…?”

“Hi … hi, hi … hi”.

“Hermione? Hermione, si può sapere perché ridi?”

“Niente Harry, niente …solo che …  stavo pensando ad una cosa e … hi, hi!”

Uffa … io li lascio a discutere tra loro e me ne vado … due perfetti idioti …appunto.

 

 

 

Dove incontro il mio babbo

22 martedì Apr 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Signore De Lo Nero Torrione

Coordinate spazio-temporali: tempo attuale, in un lugubre e desolato edificio alla prima periferia di Bologna

Uffa … dopo mezzora che suono e urlo finalmente un attempato ometto vestito di grigio arriva ad aprirmi il cancello.

“Insomma custode … perché ci ha messo tanto a farmi entrare?”

“Oh … piano ragazzino … che io sono pagato per non fare uscire i pazzi, e mica per farli entrare dentro”.

“Eh? Ma io sono solo in visita, mica sono un matto io, eh?”

“Uhm … sarà … comunque chi è che vuoi vedere?”

“Eh … ma il mio babbo … il signor Baggins…”.

“Chi???? Io non conosco nessuno che …”

“Uffa …va beh … qui credo che lo conoscete come l’Oscuro …”.

“…ah …l’Oscuro Signore dello Nero Torrione? Potevi dirlo subito … padiglione degli irrecuperabili, corridoio C e camera duecentododici e letto numero tre… però per vederlo devi chiedere il permesso a quel pazzo del direttore, il dottor Washbrain, e quindi devi andare dalla sua segretaria, la signorina Fairbottom e chiedere un appunt…”.

“Sì, certo nonno, conosco già la procedura, eh?”

“Chi sarebbe il nonno ragazzino? Io compirò ventidue anni solo tra tre mesi e …”.

“Ecco… appunto … io ne ho solo sette e quindi … ciao nonnino, stammi bene e non t’agitare, eh?”

“Comunque stai attento al direttore, che quello è pazzo per davvero e … ma neppure mi ascolta?… uhmpf …i visitatori dall’esterno diventano sempre più screanzati … ho fatto davvero bene a non lasciare il manicomio quando mi hanno dichiarato guarito, com’è vero che sono lo Zar di tutte le Russie”.

“Uffa … allora l’ufficio deve essere questo e … ah sì, buongiorno signorina Fairbottom … ci sono tornato per vedere il mio babbo, eh?”.

“Oh … buongiorno ragazzino … hai saltato un paio di giorni di visita o mi sbaglio?”

“Eh signorina … gli è che mi ci ero impegnato in un avventura nell’antica Grecia e …”.

“Davvero? Perbacco che buona idea, con la crisi che c’è in Grecia scommetto che hai speso pochi euro per fare delle vacanze da sogno, vero?”

“Eh … pasti spartani ed inseguimenti e duelli a parte … beh … posso chiedere il solito permesso di visita al direttore?”

“Ma certo … ti annuncio subito … Clic … dottor Wagerbrain, c’è qui un ragazzino che vuole vederla per avere un permesso di visita”.

“Ah … ecco appunto … un caso speciale quindi … ma quale ragazzino? Non sarà il figlio del caso del corridoio C e camera duecentododici e letto numero tre …?”

“Eh sì, è proprio lui … posso farlo entrare?”

“Ehm… ecco appunto … ma non potrebbe dirgli che oggi non ci sono?”

“Scusi dottore, ma è proprio qui davanti a me e sente tutto quello che lei dice”.

“Ah … ecco appunto… ma io scherzavo … lo avete capito vero? Entri pure caro ragazzo … eh… eh … ah eccola … due settimane che non veniva … mi ero illus … ehm … preoccupato… sieda la prego … posso offrirle un sigaro … ah …no … la sua giovine età … ehm … ecco appunto … scherzavo, certo”.

“Buongiorno dottor Wagglebrain … a lei piace sempre molto scherzare, vero?”

“Ma certo ragazzo mio, ecco appunto voglio dire, non vedo perché dovrei rattristarmi solo perché lavoro e vivo tra queste squallide quattro mura, e con la sola compagnia di folli pericolosi e pazzi criminali”.

“Eh? Ma la signorina Fairbottom mi sembrava normale…?”

“Ma certo, ecco appunto … basta che sorvoliamo sulla sua particolare fissazione”.

“Eh? E che fissazione ci avrebbe mai?”

“Beh ecco… detto in parole semplici … lei crede d’essere la mia segretaria”.

“Ma … scusi dottor Wakebrain … io credevo che la signorina Fairbottom FOSSE la sua segretaria”.

“Davvero? Bene, in effetti è possibile … però l’esperienza mi dice che la cosiddetta signorina Fairbottom da dieci anni sta solo recitando il ruolo di mia segretaria … ecco appunto … e neppure tanto bene ad essere sinceri”.

“Ah … così? Ma se non è la sua segretaria e non si chiama Fairbottom … chi sarebbe la signorina che le prende gli appuntamenti?”

“Ecco appunto, lei è la principessa Anastasia, l’erede al trono di Russia”.

“Ah … beh … ehm … ma lei dottor Wastebrain è davvero un burlone, vero? Perché sta scherzando, eh?”

“Ma certo ragazzo, ecco appunto ora ti racconto la barzelletta dei due nani tedeschi ”.

“Eh … ma non è che la si potrebbe evitare?”.

“Nein … eh … eh … ecco appunto … scusa ragazzo ma per renderla al meglio devo fare l’accento tedesco … dunque ci sono due nani tedeschi in vacanza in Italia e …”.

“Due nani tedeschi?”.

“Già ecco appunto … ma il meglio deve ancora venire, ascolta … uno dei due nani entra in una ferramenta di Bologna dove ci sono due commesse, una giovane e bionda, e una più matura e bruna … mi segui?”

“Eh … la seguo purtroppo … ma dottor Washybrain … io avrei fretta di rivedere il mio babbo, eh?”.

“Nein, nein …ah …ah … ecco appunto uno dei due nani che entra in una ferramenta, si guarda intorno… s’avvicina al bancone e poi saltellando per farsi vedere da lei dice ad una delle due commesse … zignorina … io essere piccolo nano tetesco in visita a Pologna … e io urgentemente folere avere un pompino …ah … ah … capito ragazzo?”

“Eh dottor Warpbrain, io sono un bambino… forse era meglio se lei invece mi dava quel sigaro di prima, eh?”

“Ecco appunto …allora … la commessa naturalmente è assai scandalizzata, ed urla al nano d’uscire dal suo negozio … ma il nano continua a saltellare e mette venti euro sul bancone …nein …dice … io essere piccolo nano tetesco in visita a Pologna …e senza pompino io non tornare a casa in Celmania …ah … ah …”.

“Eh dottore …ah …ah … mah …”.

“Ah … ti piace allora … ecco appunto, allora la commessa bionda butta i venti euro in faccia al nano e ancora gli urla d’uscire, ma lui continuando a saltellare si leva di tasca un foglio da cinquanta e lo appoggia sul bancone … zignorina … dice … i dofere azzolutamente afere pompino di Pologna… voi dare me per favore prego?”.

“Scusi dottor Wantonbrain…”.

“Ecco appunto, ora ragazzo fai attenzione che viene il meglio … la commessa bionda va al telefono per chiamare la polizia … ma il nano tira fuori altre tre banconote da cinquanta … per un totale di duecento euro, e intanto dice …zignorina … la prego … io dovere azzolutamente afere subito pompino … io pagare tutto quello che lei folere, ma non potere tornare a casen senza afere afuto bello pompino… ecco appunto … si vede che il nanetto ora è davvero disperato, tanto che ormai piange … così la commessa bionda non sa cosa fare …e allora interviene la bruna e chiede al piccoletto se può servirlo lei … che è disposta a farlo …il nano tutto eccitato torna a dire che lui folere solo pompino polognese, e quindi ecco appunto è d’accordo… così la brunetta raccoglie i soldi e chiede al nano d’accompagnarla nel retrobottega e poi …”.

“Sigh … e poi cosa succede dottore?”

“Ecco appunto… dopo poco il primo nano raggiunge il secondo, che aveva sistemato le loro biciclette in una rastrelliera e s’era seduto ad aspettarlo accanto alla fontana del Nettuno, perché era un giorno caldo… e il secondo nano vedendo arrivare il primo gli chiede…allora? Tu afere trovaten pompino per gonfiare ruote di nostre piccolen piciclette? Così che noi potere proseguiren il viaggien di ritorno? E il primo nano tutto eccitato risponde … nein … nein … tu dire miei cenitori che io non tornaren mai più a casen in Cermania…io restare per sempre qui a Pologna”.

Orco …aveva ragione il custode … il direttore è davvero pazzo … meglio assecondarlo …

“Ebbene ragazzino? Tu nein piaciuta mia barzelletta?”.

“Eh…sì, sì, ah …ah …ah …tantissimo … eh … sigh …”.

“Ah …ecco … bene, anzi … pene pene …eh …eh … allora ora faccio venire tuo padre, così puoi parlargli”.

“Eh dottor Waterishbrain… ma se ci potessi vederlo da solo … in privato ecco …”.

“Nein …ah … ah … solo in mia presenza …Clic …signorina Fairbottom? Potrebbe chiedere ad un paio di robusti infermieri di accompagnare nel mio ufficio il padre del ragazzino?”

“Vuole dire il caso del corridoio C e camera duecentododici e letto numero tre dottore?”

“Ecco, appunto … ho concesso un colloquio di dieci minuti … lo faccia venire subito …Clic … mah … stupida cagna …la caccerei subito se non fosse tanto difficile trovare una segretaria qualificata”.

“Segretaria? Ma dottor Washbrain… la signorina non è in realtà la principessa Anastasia?”

“Ecco, appunto … e dimmi …secondo te il mio nome è Washbrain? Perché mi hai chiamato Washbrain? E perché hai affermato che la mia segretaria è la principessa Anastasia? Da quanto tempo soffri di queste curiose fissazione?”

“Ma dottor Wantedbrain… è stato lei a dire che la signorina Fairbottom era una principessa …subito prima di raccontare la storiella dei due nani tedeschi, non si ricorda dottore?”

“Storiella di nani? Quale storiella? Senti ragazzino, ma tu chi credi di essere?”

“Beh … io sono il bambino che viaggia nel tempo … e sono qui per vedere il mio babbo che ha avuto un esaurimento nervoso … e che è l’Oscuro Signore De Lo Nero Torrione, eh?”

“Ah … ecco … appunto … per un attimo avevo pensato fosti impazzito anche tu … perché potrebbe accadere se trascorresti più di dieci minuti in conversazione con un matto… sai?”.

“Ma qui dentro l’unica persona con cui ho parlato per più di dieci minuti … è lei …”

“Ecco, appunto … quindi potrebbe essere … non credi? Ah … ma ecco appunto arrivare il tuo babbo … c’è qui suo figlio per vederla signor Oscuro, entrate e sedetevi pure… ecco, appunto”.

“Dottor Waddlebrain, quante volte devo pregarvi di non fare tante cerimonie e non chiamarmi signore?

Dopo tutto il tempo che ci conosciamo e il rapporto d’amicizia nato tra noi, avrei piacere mi chiamaste Oscuro Signore De Lo Nero Torrione … altrimenti potrei far cadere qualche testa qui intorno”.

“Giusto signor … ehm … mi perdoni … Oscuro Signore … ecco appunto, ha visto chi è venuto a trovarla?”.

“Oh … figliolo … allora hai concluso l’affare degli F-34?”

“Ma babbo …”.

“Mi perdoni vostra Oscurità, ma non posso consentirle di parlare di lavoro … ecco appunto, questo potrebbe turbarla … scegliete un altro argomento la prego…”.

“Beh … ci sarebbe una cosa … dimmi figliolo … potresti scacciare le due giraffe rosa immaginarie che mi stanno mordicchiando i lobi degli orecchi?”

“Ma babbo … come posso scacciare delle giraffe rosa immaginarie?”

“Usando un bastone immaginario naturalmente … io non posso perché mi tengono sempre sotto l’effetto di potenti psicofarmaci … ma tu puoi farlo credo”.

“Eh … babbo … ma io però…”.

“Ecco appunto … questo è interessante”.

“Cosa è interessante dottor Warmbrain?”

“Ecco appunto … è interessante la richiesta che ti ha fatto il tuo babbo … dimmi ragazzino … anche tu vedi le due giraffe rosa immaginarie che stanno mordicchiando i lobi degli orecchie di tuo padre?”

“Eh? Ma dottor Wartbrain … io … ehm … se ammettessi che le vedo sarei pazzo anch’io, giusto?”

“Non necessariamente … per quanto molte malattie mentali siano effettivamente ereditarie… ecco appunto … comunque avrei a tua disposizione una simpatica celletta … dove ti troveresti in compagnia di un altro caso molto interessante … sai, è un nano tedesco che è venuto in bicicletta in Italia e poi non è più ripartito…”.

“Beh dottor Waifbrain… dieci minuti sono già passati, eh? Come svolazza il tempo quando ci si diverte … e a proposito di tempo … avrei una missione suicida nell’antico Giappone feudale che ho rimandato fin troppo … ciao babbo … se torno vivo ci vediamo forse la prossima settimana, eh?”

“Noooo … figliolo non andarten … troppo tardi … è scomparso … e ora chi impedirà alle piccole giraffe rosa di mordicchiarmi le orecchie?”.

“Mah … non saprei caro il mio Oscuro Signore … io tutto quello che posso fare è di prescriverle altre pillole verdi e rosse”.

“Ancora? Nooooooo … almeno non riportatemi nella cella accanto al nano ciclista che chiede pompini … AIUTOOOOO … LASCIATEMIII …”.

“Oh poveretto … quanto mi spiace per lui signor direttore”.

“Non si preoccupi signorina Fairbottom … vedrà che riusciremo a curarlo”.

“Sì, però ancora non capisco signore …”.

“Cosa non capisce signorina Fairbottom?”

“Bene … io non me ne intendo di psichiatria … ma visto che la sua non è una fissazione, perché DAVVERO ci sono due piccole giraffe rosa che mordicchiano le orecchie del caso del corridoio C e camera duecentododici e letto numero tre … ecco … non dovremmo fare qualcosa per allontanare quelle bestiacce da lui signor direttore? Almeno quando è legato nella camicia di forza e non può difendersi da solo?”

“Signorina Fairbottom”.

“Sì dottor Wallowbrain?”

“Quante volte devo ripeterle che non si deve mai … e ribadisco mai … incoraggiare il paziente nelle sue personali fissazioni?”

“Ma io credevo … e poi pensi solo a quel che ci costa il fieno che si mangiano quelle due bestiacce …”:

“Esca signorina, potrà tornare a discutere i miei metodi di cura dopo aver conseguito una laurea in medicina, ed avere poi fatto almeno cinque anni di specializzazione e dieci come ricoverato… ecco, vada … uffa … ora finalmente potrò starmene un poco in pace … ma possibile che io, il monaco Rasputin … debba ancora oggi sopportare tutti questi imbelli ed oziosi aristocratici della corte imperiale di San Pietroburgo?”

 

Di come il presente tornò più o meno a posto

14 lunedì Apr 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Coordinate spazio-temporali: tempo presente approssimativo, in un luogo per il momento indefinito

“Eccoci arrivati in un qualche posto babbo, che non sono sicuro dove, ma l’importante è essercene fuggiti dal passato prima che fosse troppo tardi, eh?”

“Quasi non ci speravo più figliolo, erano già pronti a sacrificarci quando all’ultimo momento sei riuscito a farci scappare … ma senti, qui dove ci troviamo? Non in Italia, vero? Anche coi nostri governi balneari non può essere cambiata tanto”.

“Eh babbo … con quei fanatici Maya …o erano Atzechi? O Incas?
Boh … io so solo che quei pazzi ci volevano sacrificare strappandoci il cuore, e che ho fatto un tale sforzo per riportarci entrambi al presente in tutta fretta che … insomma… ci ho perso il senso del tempo e ora non ho la minima idea di dove o di quando siamo”.

“Beh Birbo… l’importante è che ci hai salvati … anche se la prossima volta preferirei lo facesti PRIMA che il coltello sacrificale arrivi a toccarmi il petto … comunque sei stato bravo. Ora riposiamoci e rilassiamoci, e quando ti sarai orientato potremo tornare a casa nostra”.

“Eh … certo … però … già posso dire che siamo alla fine del ventesimo secolo… la strada è lastricata, ci sono case e negozi … nel cielo azzurro non ci sono scie chimiche, annuso aria di mare che non odora di petrolio, boh … il mio senso del tempo mi dice che … chissà dove siamo.”.

“Non sforzarti figliolo, tanto qui si sta bene … ahhhh … che bel sole … e senti che aria buona? Non pare neppure d’essere nel ventesimo secolo”.

“Già babbo … in effetti … e questa sembra una simpatica cittadina … e la gente per strada porta leggeri abiti colorati, e le donne hanno fiori nei capelli e ci sorridono”.

“Siamo nei mari del sud figliolo… uhm … le donne … forse potremmo fermarci per qualche giorno … chissà quale sarà la moneta locale?
Se accettassero polvere o pepite d’oro …”

“Guarda babbo, laggiù c’è una grande piazza ed un bel palazzo … andiamo a vedere?”

“Andiamo pure … ehi guarda … c’è anche un monumento al centro della piazza”.

“Già … senti babbo … non è che … no … sarebbe troppo assurdo”.

“Uhm … una bella statua, ma quel tipo … è vestito in modo singolare, vero figliolo? Mi sembra un personaggio regale … forse una figura mitologica?”

“Eh … ma io non so perché ma non mi sento tranquillo …senti babbo, non è che nel passato senza volere abbiamo fatto qualcosa che ora ha cambiato il presente, vero?”

“Ma scherzi figliolo? Non pensarci nemmeno”

“Beh babbo … però tu prima hai detto d’avere con te dell’oro …”

“Ma laggiù ce n’era un infinità … bastava chinarsi per strada e raccogliere qualche ciottolo”.

“Va bene babbo … però mentre ci legavano sull’altare li ho sentiti dire che avevi anche molestato una donna sacra …”

“Davvero dicevano così? Che sciocchezza … quella donna di sacro aveva solo il cu … ehm … ma tu sei troppo piccolo per capire … suvvia lasciamo stare questi discorsi e fidati della mia parola … noi non abbiamo fatto proprio nulla che potesse cambiare il corso del tempo”.

“Mah … io non ne sarei così sicuro, speriamo bene … oh, guarda babbo… c’è gente che entra ed esce dal palazzo… allora possiamo entrare anche noi, che almeno dentro ci sarà più fresco”.

“Buona idea figliolo … ehi … quello all’ingresso sembra un custode, aspetta che ora gli chiedo dove siamo”.

“Eh magari … e già che ci sei chiedi anche QUANDO siamo, eh?”

“D’accordo figliolo… anche se ogni volta mi sembra di fare la figura dello stupido… ehm … excusmì sur, plese do gliù anderstende me?”

“Gulp babbo… quando tu parli inglese mi torna in mente un vecchio film di Totò e Peppino …beh … lei signor custode ha capito cosa diceva il mio babbo?”

“Ho capito qualcosa, ma solo perché sono abituato ai turisti”.

“Uhm … siamo fortunati figliolo, questo tizio parla inglese … anche se con un accento davvero terribile … benissimo, e mi dica brav’uomo … qui da voi in che anno e giorno siamo?”

“Lei ama scherzare, vero signore? Eh … voi turisti … d’accordo, allora oggi è il 21 ottobre 1971, e sono circa le sedici e un quarto del pomeriggio, è soddisfatto?”

“Molto obbligato, e mi scusi, qui esattamente dove siamo? Questa è un isoletta dei mari del sud immagino, vero?”

“Che dice signore? Ma lei è un defic… ehm … scusi signore … comunque sappia che qui siamo nei buoni vecchi Stati Uniti d’America, e questo che sta visitando è il nostro palazzo reale”.

“Scusi se la interrompo signore … questo è il palazzo reale?
Ma allora la statua che c’è lì fuori?”

“La statua? Beh, vedi bambino, quello era un nostro famoso re”.

“Un re lei dice … e qui siamo in America … cioè in USA? La patria degli hamburger e degli spaghetti con le polpette? E lei mi conferma che oggi è il 21 ottobre 1971?”

“Proprio così ragazzino, a differenza del tuo babbo tu sembri afferrare le cose al volo, complimenti”.

“Il palazzo reale lei dice … e c’è un re negli Stati Uniti?
Oddio babbo … NOI ABBIAMO DEVIATO IL FLUIRE DEL TEMPO”.

“Ma dai figliolo… sarà uno scherzo … senta lei, come si chiama? … Joe o Ted o Mike?”

“Io … il mio nome è Akiru signore, faccio il custode della reggia reale da vent’anni e prima d’ora non avevo mai incontr… ma … dove andate signore? C’è qualche problema forse?”

“Vieni figliolo… ora sono davvero stanco, se ce la fai portami a casa”.

“A casa? Ma babbo, abbiamo combinato un guaio … non vorrai mica lasciare un re al posto del presidente americano?”

“E allora? Magari è un miglioramento … anzi, lo è senz’altro… dopo tutto c’è meno inquinamento e questa gente che vediamo per strada sorride e mi sembra felice … non hanno abiti costosi e auto di lusso, ma vestono dignitosamente e sono contenti della loro vita, ti rendi conto che scomparirebbero tutti nel nulla se noi tornassimo indietro a cambiare di nuovo il passato?”

“Ma non sta a noi decidere … coraggio babbo, abbiamo il dovere di fare tornare il passato come era prima del nostro intervento”.

“Ma io sono stanco e non ne ho voglia … e poi laggiù ci aspettano per sacrificarci ai loro sanguinari dei, te lo ricordi vero?”

“Ma in qualche modo ce la caveremo babbo … coraggio”.

“Ma senti figliolo … e se invece ce ne tornassimo a casa?”

“E se le cose fossero cambiate anche lì, e magari trovassimo un’altra donna al posto della mamma?”

“Beh … ragione di più per tornarcene a casa subito, non credi?”

“Ma scherzi babbo? Guarda che se gli Stati Uniti sono cambiati tanto, di certo anche l’Italia del 2014 sarà diversa da quella che abbiamo lasciato … magari Berlusconi non sarà scappato all’estero, oppure …”

“Vuoi dire che potrebbe essere ancora in Italia? Ma scherziamo? “

“Eh … e per quello che ne sappiamo il PD potrebbe essere sparito ed il debito pubblico arrivato a duemila miliardi di euro…e …”.

“Basta Birbo, smetti di dire assurdità …”.

“E pensa se un comico avesse fondato un partito … magari uno come Roberto Benigni … e pensa se avesse promesso la luna e le stelle… e se i suoi seguaci si facessero chiamare Benignini e …”.

“Va bene figliolo, ho capito. Quello che dici è inconcepibile, ma non voglio rischiare e quindi torneremo indietro e tenteremo di rimettere tutto come era prima … anche se non so proprio come potremmo fare … forse una moderna plastica anal … ehm …beh … sigh … andiamo allora… ma hai recuperato abbastanza forze per farci viaggiare entrambi?”

“Devo farlo, e anche in fretta… prima che i cambiamenti diventino definitivi. Dai babbo dammi la mano… coraggio…”

“Eh … il coraggio non manca … è la paura che mi frega … ecco che andiamo… addio mondo crudel… “

“Ma … quell’uomo e lo strano ragazzino sono scomparsi? Così …davanti ai miei occhi? Ma dove saranno andati a finire?”

“Ehi Akiru, dove sono andati quei due turisti con cui stavi parlando?”

“Non lo so davvero Joe… e ti giuro che in vent’anni che lavoro come guida, non avevo mai incontrato due visitatori che facessero discorsi tanto strani”.

“Amico, tutti i gringos sono strani, comunque non lamentiamoci … dopotutto il turismo a Honolulu è molto aumentato, da quando le Hawaii sono diventate il cinquantesimo stato degli U.S.A”.

Quando l’etica contrasta con la morale

24 lunedì Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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etica e morale

Coordinate spazio-temporali: tempo 6 gennaio 2013, luogo sotto i portici di Bologna

“Buongiorno grasso signore, cosa sta facendo con questo suo banchetto sistemato nel bel mezzo della strada?”.

“Ciao ragazzino, stiamo raccogliendo soldi per vaccinare i bimbi nigeriani, vuoi contribuire anche tu?”.

“Eh … non saprei mica… che con me ho solo dieci euro con cui ci vorrei comprare dei nuovi fumetti, eh?”.

“Capisco, però devi sapere che ora in Nigeria c’è un’epidemia, e con appena otto euro potremmo vaccinare un bambino e salvargli la vita, che ne dici?”.

“Eh … il babbo mi ci ha spiegato cosa sono l’etica e la morale, e questa mi pare proprio una scelta morale, eh? Beh … vorrà dire che per questa volta rinuncio ai fumetti, tenga pure tutti questi miei dieci euro, eh?”.

“Bravo ragazzino, hai fatto la cosa giusta e anche grazie a te il futuro di milioni di poveri bambini sarà migliore”.

“Eh grasso signore… grazie a lei allora, beh ora che non ho più soldi posso pure sedermi su questa panchina a godermi il sole, che almeno questo è gratis …però cavoli se sono contento lo stesso… che per una volta anch’io ho fatto qualcosa di buono, eh? Anzi … e se andassi a vedere di quanto il futuro sarà migliore grazie a me? Beh … in fondo basta che mi sposto un poco in avanti nel tempo e mi tolgo la curiosità di saperlo subito, eh? Allora vediamo … diciamo una trentina d’anni … quindi il tempo è il 6 gennaio 2043, e come luogo va bene anche questo … eccomi qua… oh, la strada è vuota … aspetta, c’è un signore magro sotto a quel portico laggiù… adesso gli chiedo a lui come vanno le cose di questi tempi, eh? Scusi magro signore… posso chiederle come stanno oggi i bambini in Nigeria?”.

“Cosa vuoi ragazzino? Ma mi stai pigliando per il culo? Che posto sarebbe questa Ni…greria?”.

“Eh magro signore… ma è un paese dell’Africa dove c’era un’epidemia, e allora dovevamo salvare i bambini”.

“Africa? Ah … quella ed anche l’Asia sono state abbandonate e vi sono morti tutti… chi se ne frega poi … non lo sai che cominciano a diminuire anche i nostri raccolti d’alghe e presto rischiamo d’avere una nuova carestia?”.

“Mangiate alghe? Ma perché invece non vi ci coltivate la terra?”.

“Piccolo pazzo, non farti sentire dalle ronde… saprai bene che il terreno è tanto inquinato che coltivarlo è diventato illegale, vero?”.

“Ma allora magro signore voialtri cosa mangiate?”.

“Mangiamo solo alghe di mare trattate e depurate, ma senza altri costosi trattamenti sono veramente cattive. Per questo io staziono qui fuori, questo è un ristorante per ricchi, e spero che qualcuno mi faccia l’elemosina di qualche Decimo di Credito con cui comprare un poco d’Insaporitore, e magari pure qualche Vitamina Non Essenziale”.

“Ma è tremendo questo futuro … ma come ci siete arrivati?”.

“Ehm … scusate se intervengo ma non ho potuto fare a meno di sentire di cosa parlavate … se ti serve qualche ragguaglio posso dartelo io mio caro bambino, vedi, in sintesi eravamo troppi e ci moltiplicavamo senza controllo, e così abbiamo esagerato ed esaurito tutte le risorse”.

“E questo signore da dove arriva? Che oh … è ancora più magro, eh?”

“Già, tu chi sei? Chi ti ha chiesto qualcosa?”.

“Scusate l’intrusione, ma una volta ero uno stimato docente di sociologia, e quindi posso spiegare la nostra triste situazione a questo bravo bambino … e poi avrei anche fame e mi chiedevo se voi poteste darmi qualcosa …”.

“Che cosa? Ma io solo per mangiare lavoro dieci ore il giorno all’Impianto di Trattamento, e tu che fai? Perché non ci lavori anche tu?”.

“Quelli dell’Impianto non mi vogliono, dicono che i miei geni hanno qualcosa che non funziona …”.

“Cosa? Ma non capisco … di che cosa state parlando tra voi due?”.

“Ho capito io invece, questo è un maledetto mutante …vattene mutie, striscia di nuovo nella tua lurida tana e deciditi a morire, vattene o quant’è vero il sommo Ingegner Genetico ti denuncerò alle ronde anti-mutie”.

“Ma scusi signore magro, se quest’altro signore che è ancora più magro di lei ha fame, noi dobbiamo pure aiutarlo in qualche modo, non è vero?”.

“E invece per legge di natura lui deve morire … capito mutante? Sbrigati a crepare maledetto”.

“Beh ma signore magro… ma perché tanto odio per chi è ancora più magro? Possibile che in così pochi anni il mondo sia diventato talmente brutto?”.

“Il mondo è quello che è, e chi vuole sopravvivere deve adattarsi”.

“Questo è vero, e tu bambino mi sembri stranamente disinformato, naturalmente devi provenire dai dormitori sotterranei, ma anche se hai raggiunto il limite degli otto anni, avrebbero ben dovuto fornirti le indispensabili nozioni sul mondo esterno prima di congedarti”.

“Eh … ma cosa dice signore molto magro? Oggi si vive tutti nei dormitori?”.

“Solo i bimbi fino agli otto anni come te, ma se mi accompagni per un tratto di strada potrei spiegarti meglio come funzionano le cose nel mondo qui fuori, t’interessa o mio giovane amico?”.

“Attento bambino, non sono fatti miei e forse non dovrei interferire, ma in fondo mi spiacerebbe trovarti domani riverso per terra senza vita … e privo degli organi interni con cui questo miserabile spera di cibarsi stasera”.

“Eh? Ma sta scherzando signore magro? Non vorrà dire che il signore ancora più magro è un …”.

“Come osi sporco Integrato? Allora saranno tuoi il fegato ed il sangue caldi con cui pasteggerò stasera … ARRRRRRGGGGGG … IO T’AMMAZZO MALEDETTO …”.

“SPORCO MUTANTE … TIENI …PRENDI … VOLEVI QUALCOSA DI CALDO DA MANGIARE? MANGIATI QUESTO PUGNO… E PURE QUESTO CALCIO E QUESTO … ”.

“NOOOOOO … è orribile … io non ne posso più … VADO VIAAAAA”.

“Vai pure bambino… ARRGH … ma ricordati figliolo che noi non siamo mostri e non è colpa nostra …. AHHH … è solo CHE ERAVAMO TROPPI … e così abbiamo mangiato tutto … e ora purtroppo non ci resta altro che … MANGIARCI TRA DI NOI … ARGHHHHH …”.

“O mamma mia… presto ritorno a casa … eccomi nella bella Bologna del 2013 … o mamma … deve essere stato solo un terribile incubo … non è possibile che sia vero …io ho paura …sono tutto sudato … ma …dove sono?”.

“Ciao bambino, hai sonnecchiato su quella panchina sotto al sole ed ora ti senti stordito e confuso, vero?”

“Eh? Ma lei è il signore grasso che raccoglieva i soldini per i bimbi malati … allora ho dormito? Ma ci sembrava così reale … ma siamo sicuri che è stato solo un sogno? Non è mica che diventerà vero, eh?”.

“Vieni a vedere figliolo … guarda il cestino, mentre tu dormivi io ho raccolto tutti questi soldi”.

“Uh … quanti sono … eh … che così ora potrete salvare la vita a tanti poveri bambini, eh? Che allora potranno diventare grandi e farsi una famiglia … e poi avere altri figli che diventeranno grandi anche loro e …beh … ma mi faccia vedere bene quanti soldi sono … orco …GRAZIE ALLORA…”.

“Ma bambino che fai? AIUTO, FERMATE QUEL BAMBINO CHE HA RUBATO TUTTI I SOLDI DELLE VACCINAZIONI… VI PREGO QUALCUNO GLI CORRA DIETRO E LO FERMI …”.

“Sì, marameo ciccione, anf … anf … eh … che forse di sicuro ho fatto solo un brutto sogno, eh? Che però mi sembrava tanto vero che …oh … penso che poi eticamente sia meglio … anf … anf … fare una figuraccia e correre via coi soldi per comprare tanti fumetti… anf … anf … che piuttosto essere morali e correre il rischio che il nostro futuro diventi così tanto brutto sul serio, eh?”.

Carmilla e le regole dei vampiri

22 sabato Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Carmilla, vampira

Coordinate spazio-temporali: tempo 13 gennaio 2013, a casa mia a Nero Torrione

“Orco che temporale, e com’è freddo e buio là fuori, beh … vorrà dire che vado a letto presto … ecco il mio pigiamino bello caldo … ah, e ora mi ci ficco sotto alla coperta e … caspita … ma qualcuno sta bussando alla finestra? Ma … qui siamo al terzo piano, eh? Ma chi diavolo può essere, l’Uomo Ragno?”.

“Sono solo io bambino, fammi entrare presto”.

“Eh? Ma lei cosa fa appesa lì fuori signorina?”

“Ho tanto freddo e sono tutta bagnata, fammi entrare ti prego”.

“Beh …ma sei appena una ragazzina…aspetta che apro …orco, ma chi sei e che ci fai ancora in giro in una notte come questa?”

“Sciocco, il mio nome è Carmilla e sono una delle nere creature della notte, ed ora ti decidi ad invitarmi ad entrare?”

“Eh … dipende Carmilla… non mi fido mica tanto, eh?”

“Ma di cosa hai paura? Guarda, permettimi d’entrare e ti giuro che farò qualunque cosa tu voglia”.

“Qualunque cosa? Ma proprio tutto ma tutto?”.

“Proprio così, giuro che farò qualunque cosa desideri, e questo ti eccita vero?”.

“Eh sì, certo, e allora ti ci lascio entrare se mi giuri che …”.

“Cosa? Avanti deciditi a confessarmelo, che cosa vuoi che ti faccia?”

“Eh, allora cara Carmilla mi ci devi giurare che non farai di quelle cose da femmina, come ordinarmi di lavarmi dietro le orecchie o di stare zitto, e farmi mangiare i broccoli o mandarmi a letto quando c’è ancora dei cartoni animati in televisione”.

“Fatto, lo giuro, ed ora che sono stata invitata posso finalmente entrare, fatti da parte bambino”.

“Eh … ma non facevi prima a suonare il campanello dal portone? Beh … ma sei tutta bagnata e così pallida da fare paura… vieni Carmilla, levati quel vestitino trasparente e mettiti accanto al termosifone ad asciugarti”.

“Già, è caldo qui dentro … e tu sei ancora più caldo ….avvicinati, ho sete e voglio bere”.

“Eh …non lo dire al mio babbo ma ho giusto una bottiglia di grappa sotto al cuscino, aspetta che te ne verso un bel bicchiere …non la vuoi? Oh poveretta, ma non sarai mica astemia eh? Beh … ma tu sei fredda come un cadavere …e questi capelli così lunghi come li asciughiamo? Presto, mettiti sotto le coperte se non vuoi prenderti un malanno”.

“Sì, sento molto freddo, avvicinati bambino e riscaldami col tuo corpo ti prego …”.

“Eh …aspetta che piglio giù dall’armadio un’altra coperta, ecco stenditi qui brava, ora la rimbocco e mi sdraio vicino a te e cerco di scaldarti… così, stai meglio adesso? Cominci a sentirti più calda?”

“Sì, molto meglio, vedo il tuo collo pulsare di ricco e giovane sangue, avvicinalo alla mia bocca che voglio … “.

“Mah … meno male che stai meglio … ora però cerca di dormire … e non stringermi così forte che cominci a farmi male, che poi capisco voler essere alla moda, ma le unghie ogni tanto andrebbero pure accorciate, eh?”

“Non ho sonno bambino… preferisco abbeverarmi al tuo dolce tepore … ecco, ora poserò le mie labbra sul…”.

“Eh … ma allora se non hai sonno ti ci racconto una fiaba, così t’addormenti. Dunque, devi sapere che in un paese assai lontano chiamato Rumenia c’erano una volta tre fratelli mugnai di nome Lapa, Rapa, e Tapa, che vivevano e lavoravano nel loro mulino bianco, capito?”

“Si, ma ora voglio farti un succhiotto …”.

“Ehi … ma che denti affilati che hai, eh? Beh …ma stai buona dai … allora, questi tre fratelli vivevano tutti da soli in questo mulino fuori del paese, ma un giorno Lapa, che era il maggiore, disse che soffriva di solitudine e perciò avrebbe preso in moglie la maggiore di tre sorelle gitane, che erano zingare di grande bellezza”.

“Bene, ma ora voglio …”.

“Non interrompere Carmilla, che avevi promesso di non farmi stare zitto, ricordi? Oh, bene, allora Lapa disse che si voleva sposare, e per non essere da meno anche Rapa e Tapa dissero che avrebbero sposato le altre due sorelle, e così si sarebbe fatto un matrimonio unico e risparmiato molti marchi d’argento, capito?”

“Certo, ma io …”.

“Ah Carmilla … ancora non dormi? Allora continuo, dunque i tre fratelli presto sposarono le tre sorelle e venne la prima notte di nozze, e allora cominciarono i loro guai. Infatti, devi sapere che la gitana diventata moglie di Lapa cominciò a ridere e gli rivelò d’essere una strega, e mentre lui cercava di fuggire dalla finestra venne trasformato in una rana che saltò nel fiumiciattolo che alimentava il mulino. Poi sempre ridendo la strega afferrò una scopa e si levò in volo andandosene per sempre, lasciando il povero Lapa che gracidava disperato. Bene, poi venne il turno del mugnaio più giovane, Tapa, che quando s’alzò la luna piena scoprì che sua moglie era un feroce licantropo … già … e lei dopo essersi trasformata in una grossa lupa lo afferrò per la gola e se lo trascinò via nei boschi, dove in tutta calma smembrò il secondo fratello mugnaio, mangiandone le parti migliori e succhiandone pure il midollo dalle ossa”.

“Bene, allora è finita la tua storiella?”.

“Per niente, che devo dire che cosa accadde al fratello di mezzo. Allora, l’uomo non sapeva che le due sorelle di sua moglie erano una strega e un licantropo, così non sospettando di niente se la portò a letto e cominciò ad accarezzarle i lunghi capelli neri … eh, che erano neri e lucidi come i tuoi, eh? E poi la abbracciò stretta e sentì che lei era tremendamente fredda … e poi vide che i canini della donna erano troppo affilati e lucenti, e appena iniziò a sospettare che lei fosse una vamp… fu selvaggiamente attaccato e morso sul collo”.

“Che strana storia …quindi alla fine sono morti tutti i tre fratelli mugnai”.

“Niente affatto, anzi, il fratello di mezzo e la bella vampira restarono felicemente sposati e vissero per sempre felici e contenti”.

“Ma …non capisco … perché la sposa vampira non morse e dissanguò suo marito?”.

“Eh … semplice cara Carmilla… perché come tutti sanno non si può cavar sangue da una… Rapa. Eh, ma perché mi guardi così? Non ti è piaciuta la mia favola? Ma allora te ne racconto subito un’altra; dunque, c’era una volta un marito zombie che disse a sua moglie zombie… ehi … ma che hai Carmilla?”.

“NOOOOOO … BASTA …. PERSINO PER ME E’ TROPPO MOSTRUOSO …BASTA …CRASHHHH …”.

“Oh ma questa è bella … ma allora è vero che le donne sono tutte pazze, che questa ragazza persino mi si trasforma in un pipistrello e scappa dalla finestra … ah … e uscendo mi ha pure rotto il vetro, e così ora entra il vento e la pioggia bagna il pavimento in legno che poi si gonfia e … e il peggio è che domani il babbo mica ci crederà che una ragazza è venuta a letto con me, eh?”

Sono il piccolo aiutante di Babbo Natale

18 martedì Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (N) Fantasy e ucroniche

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Babbo Natale

Coordinate spazio-temporali: tempo notte tra il 24 e il 25 Dicembre 2013, luogo un quartiere residenziale alla periferia di Bologna.

“Allora mio piccolo Birbo, così ci arrivi?”.

“Eh Nicolaas … ci sono quasi, che mi ci manca solo un pelo”.

“Aspetta che ti alzo ancora un poco, ecco … ora afferrati alla ringhiera e tirati su, ce la fai?”.

“Ohhh …uffa che fatica … beh ce l’ho fatta, sono sul balcone”.

“Bene, allora prendi i due cacciaviti che ti ho dato e infilane uno dove c’è la maniglia della portafinestra, ce la fai?”.

“Eh Nicolaas … un pochino è entrato … ora faccio leva, giusto?”.

“Prima infila anche il secondo cacciavite, poi è con quello che devi fare leva. Però cerca di fare poco rumore, capito?”.

“Eh … ma così ci si rovina la finestra, e se poi i padroni di casa s’arrabbiano?”.

“Impossibile, perché saranno troppo contenti della sorpresa che troveranno domattina. E ora datti da fare perché di case sulla lista ce ne sono ancora tante, e se non ti sbrighi non ce la faremo mai a visitarle tutte”.

“Ma sei sicuro che possiamo fare queste cose? Eh … perché non vorrei che …”.

“Senti Birbo, avevi detto che mi volevi aiutare, giusto? E allora smetti di perdere tempo ed entra dentro e corri ad aprirmi la porta, che poi al resto ci penso io e dovrai solo tenermi aperto il sacco … dei regali”.

“Va bene Nicolaas, solo che … eh … ma poi senti … in questa storia io di regali per i bimbi non ne ho ancora visti, poi tu hai detto che non sei vestito di rosso perché quest’anno non hai ricevuto le royalties dalla Coca-Cola, e siamo venuti con una vecchia simca bianca perché la tua slitta sarebbe dal meccanico, ed ora persino non vuoi entrare nelle case attraverso il camino … insomma, ma tu sei proprio sicuro d’essere il vero e unico Babbo Natale?”

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