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Coordinate spazio-temporali: tempo notte del 14 aprile 1912, luogo rotta per New York settecento chilometri a sud di Terranova.
“Accidenti ancora un cinque ed un quattro, e con quest’ultimo tiro di dadi mi sono giocato anche la paga del prossimo mese”.
“Beh Fred … certo che questa sera hai davvero avuto una bella scalogna, ma prima o poi la fortuna finirà pure per girare, non preoccuparti”.
“Eh … lo spero Birbo, perché … mah … forse non dovevo neppure giocare … dopotutto sono di guardia, e se dovesse succedere qualcosa …anzi, aspetta che controllo … per fortuna la notte è limpida e si vede lontano … sì, il mare è tutto sgombro”.
“Ma dai amico … cosa vuoi che succeda a questo transatlantico che tutti giurano sia inaffondabile? Bevi un altro sorso piuttosto, che la notte è freschina, eh?”.
“il Titanic sarà pure la più grande e bella nave mai costruita, ma però percorrendo questa rotta potremmo incontrare un iceberg”.
“Beh … vorrà dire che se colpiamo un iceberg lo ridurremo in piccoli cubetti di ghiaccio da usare per i cocktail dei ricconi della prima classe. Ih, ih, ma dai non preoccuparti Fred, anzi, ci facciamo ancora un paio di tiri?”.
“Ma ormai mi hai talmente ripulito che non saprei cosa giocarmi”.
“Beh Fred… però è un peccato perché vorrei darti l’occasione di rifarti … senti, non è per caso che hai un orologio?”.
“Certo, ed è anche bello, guarda”.
“Uhm … non male. Potrei valutartelo cinque sterline, che ne dici?”.
“Ma veramente era di mio padre e mi dispiace separarmene”.
“E se facessimo dieci sterline?”.
“Ah … per dieci ci sto, tanto sento che questa è la volta buona”.
“Puoi giurarci amico, e senti … io mi faccio un altro goccio, ne vuoi?”.
“Grazie Birbo… uhm … hai proprio della roba buona nella tua fiaschetta… sai, quando sei arrivato pensavo fosti solo un bambino imbranato e rompiballe che si era perso, ma adesso che ti ho conosciuto meglio sono davvero contento quando mi fai compagnia durante il mio turno”.
“Eh … anch’io, eh? Che la notte è lunga e sarebbe ingiusto lasciarti qua fuori al freddo da solo, eh? Allora io lancio i dadi … andate belli … ah … cinque e sette mica male … un bel dodici eh? Ora prova tu … dai che stavolta … uh … che sfiga, hai fatto solo nove … eh … meglio che ora ci facciamo un altro goccio, eh?”.
“Uhm … senti ragazzino … mi spieghi come mai è tutta la sera che tu regolarmente fai un cinque e un sette, e io invece sempre e solo un cinque e un quattro? Uhm … fammi un po’ vedere quei tuoi dadi “.
“Ehm … non capisco cosa tu voglia dire Fred … ma … sei proprio sicuro di non volere un altro goccetto?”.
“Però … questi dadi sembrano strani … pare che siano più pesanti dalla parte del sette. Sette? E quando mai si è visto un dado che fa sette? “.
“Ehi Fred … non per impicciarmi degli affari tuoi, ma quella roba bianca laggiù l’avevi vista quando hai guardato prima?”.
“Cosa? Che roba bianca? … ODDIO … il telefono presto … PONTE DI COMANDO … UN GIGANTESCO ICEBERG PROPRIO DI PRORA”.
“Grazie marinaio, provvediamo subito”.
“Bravo Fred, stanno già fermando … e ora hanno dato il macchine indietro … eh ma forse è troppo tardi, eh?”.
“Tocca ferro Birbo … oddio … l’abbiamo evitato di prua, e ora l’iceberg scivola lungo il fianco destro … dovremmo farcela… gniiiiiiiiiihhhhh … CRASHHHHH … oh mio Dio … ci ha colpiti …“.
“Beh marinaio Frederik Fleet … spero che questo le insegnerà a fidarsi degli amici, e a non controllare i loro dadi mentre dovrebbe fare la guardia, eh?”.