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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

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Time Trap

29 venerdì Dic 2017

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

≈ 3 commenti

Tag

viaggi nel tempo

 

 

Tempo, l’ultima frontiera: questi sono i viaggi straordinari e ricchi di incredibili avventure del Birbo Bicirossa, il bimbo che mai e poi mai voi grandi convincerete a diventare grande e perciò fesso, eh?

 

 

Coordinate spazio-temporali: domenica 31 dicembre 2017 ore 7.30 a casa mia

 

 

Prima parte

 

 

 

“…Uffa che avventura… questa volta avevo paura di non riuscire a salvarmi … perché sono a secco e se non bevo alcolici non riesco a controllare gli spostamenti nel Tempo… però… vedo che sono tornato a casa… ma … quando sarà qui?”

“Ciao Birbo… meno male che ti sei alzato…”

“Ah … ciao mamma … prepari la colazione? E il babbo dov’è? Ancora a letto?”

“… il caffè è pronto … vieni qui … bacetto … smack … no, tuo padre si è chiuso in camera sua, e fino quando sarà di questo umore è meglio non disturbarlo”.

“Ah … quindi è nero?”.

“Naturalmente no…”

“Meno male, io credevo …”.

“… tu sei troppo piccolo per bere il caffè nero …”.

“… ma non il caffè … io chiedevo se il babbo …”.

“… ma no, già è troppo nervoso, figuriamoci se bevesse caffè…”

“… io chiedevo se è nero …”.

“… ma no, il caffè nero lo farebbe diventare ancora più scorbutico e …”

“… ma … oh vabbè … allora posso avere del cognac col mio latte?”

“… assolutamente no … non lo sai che il cognac fa molto male ai bambini?”

“Allora posso avere del latte con il mio cognac?”

“Ma certo … il latte fa molto bene ai bimbi… ecco … te lo verso”.

“Sì … ma poco latte che nel bicchiere ci deve stare anche il cognac … ma … a proposito… lui dov’è?”

“Dov’è? Ma te l’ho pur detto che il tuo babbo si è chiuso in camera sua.”

“No mamma… io chiedevo dov’è il cognac, che mica l’hai messo, eh?”

“Ah il cognac? No, quello devi chiederlo a tuo padre, che doveva fare la spesa e invece…”

“Ma … ci sarà qualcosa di alcolico in casa… no?”

“… è tornato a casa tutto affannato e senza metà della roba…”.

“Beh … io … allora io andrei a bere la colazione al bar… ”.

“… e questo è niente … sai che cosa ha avuto il coraggio di dirmi stamattina?”

“… eh? no … veramente io …”.

“Mi ha chiesto delle verdure bollite per pranzo…”.

“… beh … non vedo cosa ci sia di male, basta che non siano broccoli o cipolle …”.

“… ma ti rendi conto? Oggi è l’ultimo dell’anno e lui vorrebbe che io passassi la giornata sfacchinando in cucina?”

“… ah già … è l’ultimo dell’anno … allora come al solito voi due andate a cena fuori e per me ordino della pizza e qualche birra?”

“Certamente… No! Nelle sue condizioni tuo padre non può andare al ristorante.”

“Addirittura? Allora fai le verdure solo per lui e l’arrosto con le patate per noi?”

“No, mi spiace ma sono troppo arrabbiata … io vado a casa della mamma…”.

“Ah … buono il pranzo della nonna … meno male che …”.

“…mentre tu invece …”.

“… io invece … cosa?”

“… resti col babbo…”.

“… ma … ma …ma …”.

“… così lo tieni d’occhio…”

“… ma non … io non …”

“… così fai in modo che non faccia pazzie …”

“… e per pranzo cosa mangiamo? …”

“… ordina la pizza per pranzo…”.

“… ma per stasera torni, vero? Che dobbiamo fare il cenone e …”

“… fossi matta… vuol dire che tanto per cambiare per cena ordinerai una pizza …”

“… ma sempre pizza? e perché non posso invece venire dalla nonna? …”

“… perché tu sei l’unico che riesce a far ragionare quel matto, quindi ciao…”.

“… ma … ma …mamma …”

“… dunque … chiavi … borsetta … ma dove avrà nascosto la carta di credito? …ah eccola … a proposito Birbo, avvisa il babbo che l’ho presa … va bene, sono pronta, vieni qui bambino mio … bacetto … smack … ora vado…”.

“… ma sono le otto del mattino… dove te ne vai a quest’ora?”.

“… visto che il tuo babbo mi ha dato la carta di credito penso che farò qualche spesuccia …anzi salutamelo e ringrazialo tu, e digli che cercherò di spendere poco … ah … digli anche che ci vediamo domani … forse … bye bye …”

“…ma … ma … ma … ma possibile che ogni volta che qui due si litigano finisce sempre che ci rimetto io? … oh insomma … ormai ho quasi otto anni e mi sono stufato di queste storie… anzi chi me lo fa fare di restare qui? Ora piglio e me ne vado a una festa nell’antica Roma o a Costantinopoli … che lì sì che sapevano come divertirsi e …ops … mi sembra di sentire il babbo che mi chiama … ehm … forse è meglio che faccio finta di niente? … ma no, continua a urlare … magari ha davvero bisogno di qualcosa … beeeeeeeeeeeeeene … però cinque minuti al massimo, e poi vado, eh? … siiii babbo … arrivo … uffa … eccomi eccomi … volevi qualcosa babbo?”

 

 

Fine della prima parte

Time Trap

Time Trap

28 giovedì Dic 2017

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Tag

viaggi nel tempo

 

 

Tempo, ultima frontiera: questi sono i viaggi straordinari e ricchi d’incredibili avventure del Birbo Bicirossa, il bimbo che mai e poi mai obbligherete a diventare grande e perciò fesso, eh?

 

 

Coordinate spazio-temporali: domenica 31 dicembre 2017 ore 8.15 a casa mia

 

 

Seconda parte

 

 

“… arrivo babbo … eccomi sono qui… che per caso che mi hai chiamato?”

“Sì figliolo, entra che devo spiegarti una cosa molto importante …”.

“Eh … che anch’io devo dirti qualcosa … perché la mamma è andata via e ha preso la tua …”.

“… io sono un immigrato negro arrivato in Italia su di un barcone”.

“… eh? ma non si dice negro… e poi come fai ad essere un migrato col bancone se i nonni erano di Bologna, e pure i bisnonni e i trisnonni e … e poi volevo dirti che la mamma è andata via e anch’io …”.

“Sì, ho capito, va bene figliolo, ora però devo spiegarti quali sono le tue radici, quindi per oggi ti dispenso dall’andare a scuola… e no, non ringraziarmi …”.

“…uffa babbo, ma dobbiamo fare giardinaggio? … e poi oggi è pure festa e sono in vacanza dalla squola”

“… non preoccuparti figliolo, anche se oggi non vai a scuola imparerai lo stesso molte cose: sappi che io sono negro, e anche se tua madre è bianca tu sei…”.

“Oddio … ma non sarò mica un juventino … eh?”

“… sei negro anche tu”.

“Ah… meno male … ma poi perché continui a dire che sei nero? Che tra l’altro siamo pure in inverno e l’abbronzatura è solo un pallido ricordo…”

“Figliolo, sappi che un giorno guardavo un programma culturale in TV e …”.

“Quello con Piero l’Angela?”

“No, questo era un programma a quiz di quelli TA- TA- TATA- TATATATÀ…”

“Ah beh … allora era una cosa assai culoculturale… eh?”

“… e spiegavano che tutti noi veniamo dall’Africa, che è la vera culla dell’uomo”.

“Beh … sì… ma … oh … questa è una roba di più o meno centomila anni fa, eh?”

“Centomila anni o dieci minuti è lo stesso, il fatto è che la nostra stirpe proviene dall’Africa, e visto che siamo venuti camminando avremo anche attraversato molti grandi fiumi… e poichè per attraversarli si usava qualche tipo di barca, ne consegue che siamo scesi da un barcone. Sei d’accordo su questo?”

“Beeeeeee … in un certo senso … però…”

“Non pecoreggiare figliolo, questi sono fatti incontrovertibili, e dimostrano che anche se la nostra pelle in apparenza è bianca, in realtà noi due siamo negri…”.

“E vabbè … però non ho mica capito cosa c’entra con…”

“Basta temporeggiare figliolo”.

“Va bene, ma ce l’abbiamo l’ombrello?”

“Ora prendi calamaio e penna d’oca e scrivi quanto vado a dettare…”

“Ma babbo … non potrei usare il computer piuttosto?”.

“… non mi seccare Birbo, l’importante è che tu mi faccia diecimila copie in bella calligrafia … dunque … addì … e qui metti la data …”.

“… dieci migliaia? oh … ma quante cartucce di stampante ci vorranno?”

“… ci vorrà quel che ci vorrà, tu intanto scrivi … Appello per lo Ius Soli…”

“Oddio è proprio matto … e ora mi toccherà pure assecondarlo…”.

“… hai tutto scritto o mio piccolo amanuense?”

“…apelle Bobby Solo … ho scritto, però…”.

“ … a eletti e elettori, a re e santi, e imperatori e parlamentari e senatori, senza scordare i cantanti … hai scritto?”

“… dare i contanti… senti babbo, io…”

“Scrivi … voi che siete schiavi …”.

“… che cosa?”

“… ho detto s-c-h-i-a-v-i …”

“Ma boh … vorrà dire schivi …”.

“… schiavi a ottemperare della giusta volontà popolare …”

“… voluttà popò…”

“… dimenticavo, aggiungi la punteggiatura a tuo giudizio…”

“… cavo … a tuo giudissio …”

“… scritto?”

“… itto…”.

“… bene, dicevo, o schiavi della giusta volontà popolare, sappiate che di recente, nella mia qualità di consumatore mi aggiravo anonimo tra la folla, acciocché potessi a buon prezzo acquistare de le merci e servizi che in cotal frangente mi abbisognavano … hai scritto figliolo?”

“…eh? no … scusa babbo ma non ci ho capito niente e …”.

“Ho capito sei un ignorante, pazienza, allora parlerò in volgare e in un secondo tempo tradurremo l’editto nell’ aulico politichese che si usa in questi casi … allora ci sei? …”.

“… remo dritto … aula poscia … nasi … C6 … ”.

“… schiavi, vi informo che l’altro giorno stavo uscendo da un supermercato in cui avevo fatto alcune compere…”

“… ompere … e scusa babbo, di grappa e di cognac ne hai mica preso?”

“… silenzio … e comunque era tutto troppo caro… dicevo… quando con mia sorpresa un individuo malvestito e impertinente ha teso la mano chiedendomi 50 centesimi …”.

“… entesimi … sì, ma la grappa …”.

“… favellando in un italiano stentato mi ha confidato d’ essere un profugo climatico … e tra parentesi figliolo, cosa cazzo sarebbe un profugo climatico?

“… (matico … osito …fugo … tico) …”.

“…allora non mi rispondi? Tu che vai a scuola non lo sai cos’è un profugo climatico?”

“… ispondi … ah ma parlavi con me? Beh … ma il proffugo climatico è uno che non scappa mica dal suo paese per la guerra, ma lo fa perché il clima sta cambiando e il dessert gli avanza, e l’agricultura non riesce a sostenetare …”.

“…grazie Birbo ho capito, ma ora continua a scrivere …”.

“… izie, irbo, contigua a scurrile…”.

“… dicevo”.

“… icevo”.

“… il fortuito incontro con questo cosiddetto profugo, in realtà mio fratello di colore, mi ha aperto gli occhi, facendomi capire che la mancata approvazione dello Ius Soli sarebbe di grave nocumento a noi stranieri nati in Italia…”.

“… mento nei forzieri a balia…”.

“… oltre che essendo, come voi ben sapete una grande battaglia di civiltà…”.

“… glande vaglia di viltà…”.

“… ma anche agli italiani tutti, avendo loro troppi pochi bambini…”

“… gli italiani essendo tappi burini”.

“… mentre le donne di noi stranieri hanno in media 2,32 figli…”

“… le donnole strane figliano in media duecentotrentadue volte…”.

“… e quindi approvatelo perché questo pretende da voi la popolazione”.

“… e pretendiamo la colazione … “

“… e inoltre…”.

“… uffa però”.

“Perché hai detto ‘uffa’ figliolo? Non mi dirai che sei già stanco di scrivere?

“Eh? No babbo, figurati… anzi … ma è che … ehm … è finita la carta dentro il … il sarchiapone… già… proprio così…”.

“Cosa sarebbe il … sarchiapone?”

“… ma è quella cosa che … per farti capire… quella che mette in riga le lettere di piombo e poi le passa sull’inchiostro e le stampa sulla carta di stracci… eh … insomma se vuoi mille copie devo andare dallo straccivendolo a prendere altri fogli …”.

“… ma quali mille? Per sensibilizzare l’opinione pubblica ne serviranno almeno dieci volte tanto…”

“…a maggior ragione babbo … allora io vado, eh?… anche se senza aver bevuto … vabbè, comunque qualunque posto e Tempo saranno sempre meglio di questi, eh?”

“… ma che dici? Aspetta Birbo, dove credi di and…”

 

SHA-ZAM

 

“Maledizione…quel birbante è sparito di nuovo… e io ODIO quando fa così…”

 

 

 

Fine della seconda parte

Time Trap

Time Trap

27 mercoledì Dic 2017

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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viaggi nel tempo

 

Tempo, ultima frontiera: questi sono i viaggi straordinari e ricchi d’incredibili avventure del Birbo Bicirossa, il bimbo che mai e poi mai obbligherete a diventare grande e perciò fesso, eh?

 

Coordinate spazio-temporali: domenica 31 dicembre 2017 ore 7.30 a casa mia

 

Terza parte

 

 

“…Uffa che avventura… questa volta avevo paura di non riuscire a salvarmi … perché sono a secco e se non bevo alcolici non riesco a controllare gli spostamenti nel Tempo… però… vedo che sono tornato a casa… ma quando… sarà qui? ”

“Oh eccoti qui Birbo… meno male che ti sei alzato…”

“Ciao mamma … ci stai preparando la colazione? E il babbo dov’è? Ancora a letto?”

“… il caffè è pronto … vieni qui … bacetto … smack … no, tuo padre si è chiuso in camera sua, e fino a quando sarà di questo umore è meglio non disturbarlo”.

“Ah … quindi è nero?”.

“Naturalmente no…”

“Meno male, io pensavo …”.

“… tu sei troppo piccolo per bere il caffè nero …”.

“… ma non il caffè … io ti chiedevo se il babbo …”.

“… ma no, già è troppo nervoso, figuriamoci se poi bevesse caffè…”

“… io chiedevo se è nero …”.

“… ma no, il caffè nero lo farebbe diventare ancora più scorbutico e …”

“… ma … oh vabbè … allora posso avere del cognac con il mio latte?”

“… assolutamente no … non lo sai che il cognac fa molto male ai bambini?”

“Allora posso avere del latte con il mio cognac?”

“Ma certo … il latte fa molto bene a tutti i bambini… ecco … te lo verso”.

“Sì … ma poco latte che nel bicchiere ci deve stare anche il cognac … ma … a proposito… lui dov’è?”

“Dov’è? Ma te l’ho pur detto che il tuo babbo si è chiuso in camera sua.”

“No mamma… io chiedevo dov’è il cognac, che mica l’hai messo, eh?”

“Il cognac non c’è, però puoi chiederlo a tuo padre visto che è lui che doveva fare la spesa…”

“Ma … ci sarà qualcosa di alcolico in casa… no?”

“… ma è tornato a casa tutto affannato e senza metà della roba…”.

“Beh … io … allora io andrei a bere la colazione al bar… ”.

“… e questo è niente … sai che cosa ha avuto il coraggio di dirmi stamattina?”

“… eh? no … veramente io …”.

“Mi ha chiesto delle verdure bollite per pranzo…”.

“… beh … non vedo cosa ci sia di male, basta che non siano broccoli o cipolle …”.

“… ma ti rendi conto? Oggi è l’ultimo dell’anno e lui pretenderebbe che io passassi la giornata sfacchinando in cucina.”

“… ah già … è l’ultimo dell’anno … allora come al solito voi due andrete a cena fuori e per me ordino qualche pizza e della birra?”

“Certamente… No! Nelle sue condizioni tuo padre non può andare al ristorante.”

“Addirittura? Allora fai le verdure solo per lui e l’arrosto con le patate per noi?”

“No, mi spiace ma sono troppo arrabbiata … io vado a casa della mamma…”.

“Ah … buono il pranzo della nonna … meno male che …”.

“…mentre tu invece …”.

“… io invece … cosa?”

“… resti col babbo…”.

“… ma … ma … io …”.

“… così lo tieni d’occhio…”

“… ma non … io non …”

“… così fai in modo che non faccia pazzie …”

“… ma per pranzo cosa mangiamo? …”

“… ordina la pizza per pranzo…”.

“… ma tu stasera torni, vero? Che dobbiamo fare il cenone e …”

“… fossi matta… vorrà dire che tanto per cambiare per cena ordinerai una pizza …”

“… ma sempre pizza? e perché non posso invece venire pure io dalla nonna? …”

“… perché tu sei l’unico che riesce a far ragionare quel matto, quindi ciao…”.

“… ma … ma …mamma …”

“… dunque … chiavi … borsetta … ma dove avrà nascosto la carta di credito? …ah eccola … a proposito Birbo, avvisa il babbo che l’ho presa … va bene, sono pronta, vieni qui bambino mio … un bacetto … smack … ora vado…”.

“… ma sono le otto del mattino… dove vai a quest’ora?”

“… visto che il tuo babbo mi ha dato la carta di credito penso che farò qualche spesetta …anzi salutamelo e ringrazialo, e digli che cercherò di spendere poco … ah … digli anche che ci vediamo domani … forse … bye bye …”

“…ma … ma … ma … ma possibile che ogni volta che qui due si litigano finisce sempre che ci rimetto io? … oh insomma … ormai ho quasi otto anni e mi sono stufato di queste storie… anzi chi me lo fa fare di restare qui? Ora piglio e me ne vado a una festa nell’antica Roma o a Costantinopoli … che lì sì che sapevano come divertirsi e …ops … mi sembra di sentire il babbo che urla il mio nome… ehm … forse è meglio che faccio finta di niente? … ma no, continua a urlare … magari ha davvero bisogno di qualcosa … sigh… vabbè … però cinque minuti al massimo, e poi vado, eh? … siiii babbo … arrivo … uffa … eccomi eccomi … volevi qualcosa babbo?”

 

 

Fine della terza parte

Time Trap

Se vi sembro strano è perché non conoscete mio padre

24 domenica Lug 2016

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Tag

umorismo

Coordinate spazio-temporali: una tranquilla domenica come tante a Nero Torrione

 

“Oh … finalmente io, lo Oscuro Signore de lo Nero Torrione, ho alcune ore da dedicare a un nuovo articolo per il mio Blog … vediamo … per cominciare ci vorrebbe almeno una buona battuta umoristica … tipo …sono andato in banca e … vediamo … sono andato in banca e ho chiesto come vanno i miei investimenti … no, forse è meglio così … la vita diventa sempre più complicata: figuratevi che ieri sono entrato in banca per chiedere come vanno i miei investimenti, e quando sono uscito mi avevano fatto sottoscrivere una polizza per l’auto… uhm … proviamo ad accorciare e limare… La mia banca è differente: ieri sono andato a chiedere come andavano i miei investimenti, e mi hanno rifilato una nuova polizza per l’auto. Ok … non male, ma forse non è ancora all’altezza del mio mitico Blog, sarà meglio che chieda a mio figlio Birbo per sapere che ne pensa, sarà in giardino immagino … ultimamente passa parecchio tempo nella capanna degli attrezzi … che ha anche riempito di molto ciarpame … ricordi preziosi dice lui … come la seconda Gioconda o le prime Tavole dei Comandamenti … devo decidermi a buttare via tutto … vabbè … apriamo la finestra e proviamo a chiamarlo… BIRBOOOO… CI SEI FIGLIOLO? VIENI QUI CHE DEVO CHIEDERTI UNA COSA… “.

“Eh? Oh … e che vuole il mio babbo? O BABBO CHE TI SERVE QUALCOSA?”

“SÌ, DOVRESTI DARMI UN TUO PARERE SU UNA BATTUTA CHE …”.

“HO CAPITO … PERO’ SCUSA MA ORA NON HO MICA TEMPO … EH?”

“Ma … ma … ma è di nuovo sparito … lo sapevo che non si può mai contare su di lui … e ora? Magari potrei chiamare Teomondo lo Scrofoloso, ma a quest’ora sarà solo un poco brillo, e quando non è del tutto sbronzo non c’è mica da fidarsi di quel che dice … ah … ma vedo il mio vicino Castruccio in giardino … ma che fa? Siamo a fine luglio e mi pota la siepe? Ah … ma allora avevo ragione a pensare che è un idiota … CASTRUCCIO LASCIA STARE LA MIA SIEPE… QUANTE VOLTE DEVO RIPETERTI CHE A ME PIACE AVERE UN GIARDINO CUPO E OMBROSO?”

“EH? MA CHE COSA DICI BILBO? PARLI CON ME?”

“GRRRRR… NON MI CHIAMARE BILBO … PER TE IO SONO L’OSCURO SIGNORE”.

“VA BENE LOSCO SIGNORE”.

“NO … HO DETTO OSCURO SIGN… oh vabbè lasciamo perdere per ora… SENTI QUANTE VOLTE TI HO GIA’ DETTO CHE NON LA DEVI POTARE LA MIA SIEPE?”

“SCUSA BILB… OSCURO … MA LA SIEPE E’ ANCHE MIA PERCHE’ SERVE DA CONFINE … E IO VOGLIO CHE IL MIO GIARDINO SIA IN ORDINE E BEN SOLEGGIATO”.

“SIAMO ALLE SOLITE… BADA CASTRUCCIO CHE IO IL MIO GIARDINO LO VOGLIO INVECE CUPO E TENEBROSO … PERCHE’ LA GENTE QUANDO LO VEDE DEVE RABBRIVIDIRE E SPAVENTARSI ASSAI DI MOLTO … HAI CAPITO ADESSO?”

“HO CAPITO OMBROSO SISSIGNORE”.

“NON IO … OMBROSO È IL GIARDINO CHE VOGLIO AVERE … vabbè … per ora lasciamo perdere, poi con calma penserò a qualcosa di veramente terribile per vendicarmi … DAMMI INVECE UN PARERE PER UNA BATTUTA CHE HO APPENA INVENTATO”.

“SONO A TUA DISPOSIZIONE OBESO SIGNORE”.

“GRRR … idiota di un Castruccio … oddio la pressione sale … devo stare calmo … calmo … calmo … calmo … ok … riproviamo … SENTI … dannato imbecille … SAI CHE …”.

“Scusa Bilbo … ma se sono qui sotto la tua finestra perché stai urlando?”.

“Eh? Ma veramente anche tu urlavi … cioè … vuoi dire che sentivi tutto?”

“Certamente … e ho sentito anche l’idiota e l’imbecille…”.

“Chi? Ah no, quei due non li conosco … ma non saranno mica quelli nuovi venuti a stare nella villetta di fianco?”

“Bilbo, o scuro, o come diavolo preferisci, se hai finito di dire sciocchezze posso continuare a tagliare la siepe?”

Eh? No aspetta … ti volevo raccontare che ieri sera io e mia moglie…”.

“Ehm … non per correggerti scuro Bilbo, ma sarebbe più corretto dire mia moglie e io”.

“Ma lo so, tu forse credevi che non lo sapessi ma lo so, però dire io e mia moglie è più in tono col mio personaggio dal carattere malvagio e negativo, anche se estremamente intelligente… e poi … cos’è che dicevo? Ah sì … ieri sera mia moglie e io abbiamo litigato e …”.

“Non è certo una novità … voglio dire, a quella santa donna tu ne fai passare tante che …”.

“CASTRUCCIO E CHE CAZZO… TI RICHIAMO ALL’ORDINE!!!”

“Ah … scusa Bilbo … continua pure …”.

“Dicevo … ieri sera mia moglie e io abbiamo litigato, e forse più del solito: perché ad un certo punto è squillato il telefono, ed era l’ISIS che rivendicava il nostro litigio”.

“Ah però … ok Bilbo, ammetto che questa è abbastanza carina: per me merita un sette”.

“COSA? Ma che vuoi dire?”

“La battuta … dicevo che merita un sette, ma forse anche un otto…”.

“MA QUALE BATTUTA … IO TI STAVO RACCONTANDO COSA E’ SUCCESSO IERI SERA A CASA NOSTRA”.

“Davvero? … io credevo … avevo capito che volevi ti commentassi una battuta …”.

“MA PRIMA PERO’ VOLEVO PARLARE UN POCO DEL PIÙ E DEL MENO… PERCHÉ SONO UN TIPO CORTESE … ALMENO IO…”.

“Ah sì? … Scusami allora … sai, io sono sempre stato scarso in matematica …”.

“Grrrr … calmo, calmo, calmo, allora ti dico la battuta, eccola … La mia banca è differente: ieri sono andato a chiedere come andavano i miei investimenti, e mi hanno rifilato una nuova polizza per l’auto… allora? che te ne sembra?”

“Mah … veramente mi piaceva di più quella di prima … sai quella dell’Isis che ti telefona per rivendicare la litigat…”.

“HO CAPITO … SEI UN IDIOTA COMPLETO E SENZA SPERANZA … ADDIO!!!”

“Ma Bilbo? Voglio dire … losco signore? Macché … ha chiuso la finestra sbattendola con estrema violenza ed è andato via … questa volta mi sa che si è arrabbiato per davvero…”.

“Chi è che si è arrabbiato signor Castruccio?”

“Ah … è lei signora oscura … no mi scusi … volevo dire signora Bilba … ops … mi perdoni ma stavo parlando con mio marito … no … volevo dire con suo marito … insomma mi ha confuso riempiendomi la testa con tante di quelle chiacchiere che non ci capisco più niente …”.

“La capisco signor Castruccio, e pensi che lei ha la fortuna di vederlo raramente, io invece … ah … se sapesse…”.

“Signora, lo spiegavo proprio ora a suo marito che lei è una vera santa a sopportarlo…”.

“Eh … non creda … se le dicessi … ma ora sarà stanco di queste follie, la lascio ai suoi lavoretti in giardino, e non dubiti che gliela farò pagare io a quel farabutto di mio marito”.

“Signora mia, io sono sempre al suo servizio, e a questo proposito ha visto la nostra siepe? Ormai ho tolto tutte quelle punte che crescendo troppo ne rovinavano la simmetria, come le sembra? E’ così che la voleva anche lei, non è vero?”

“Ah sì, davvero un ottimo lavoro signor Castruccio, proprio così la volevo … perché sa, mio marito non so perché ma vorrebbe avere un giardino tetro e ombrelloso … ed io invece amo così tanto i colori caldi del sole e l’azzurro vivo del cielo…”.

“Come la capisco signora mia … come la capisco … noi due … ops … scusi signora, ma mi è parso di scorgere una ombrellosa figura celarsi dietro la tenda della finestra … e non vorrei che fosse suo marito che magari ci sta ascoltando …”.

“Non si preoccupi che ora lo metto a posto io quel lazzarone, arrivederci e ci scusi ancora … (uhm … ma saranno rimasti dei piatti del servizio buono? Spero di sì … perché non vedo l’ora di romperglieli in testa … ah … il signorino mi controlla? … ora vedrai … maledetta chiave sempre in fondo alla borsa … eccola … e lui fa finta di niente … poteva almeno aprirmi … oh ecco fatto … )”.

“Chi è che … ah … sei di nuovo tu donna… ma non dovevi tornare per mezzogiorno?”

“Appunto, e ora infatti sono quasi le dodici e dieci”.

“Cosa? Già così tardi? Accidenti … tutta colpa di quell’idiota agreste che mi ha fatto perdere tempo con le sue insulse chiacchiere … e così non sono riuscito a combinare niente e …”.

“NIENTE? Vuoi dire che non hai nemmeno preparato il sugo e messo sul fuoco l’acqua per la pasta? E poi CHI SAREBBE QUESTO ORESTE?”

“L’acqua per cosa? Ma non ti avevo avvisato che avevo delle cose da fare? … e allora l’acqua non potevi farla bollire tu prima di uscire? E poi … ORESTE? E CHI SAREBBE QUESTO ORESTE?”.

“Far bollire l’acqua prima di uscire? MA TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE DICI? E PERSINO MI RIMPROVERI L’ INNOCENTE AMICIZIA CON ORESTE? AH … LA TUA ASSURDA GELOSIA MI FARA’ IMPAZZIRE … DOVE SONO I PIATTI?”

“QUALI PIATTI? E POI NON PREOCCUPARTI D’IMPAZZIRE … CHE E’ TROPPO TARDI”.

“QUESTI PIATTI … CRASH … CRASH … CRASCH … E NON E’ MAI TROPPO TARDI”.

“NO TI PREGO … non gli ultimi piatti che ci regalò la mia cara zia Evelina … ”.

“E’ vero sono gli ultimi … CRASH … CRASH … CRASH … MA POI RESTANO ANCORA I BICCHIERI”.

“Ah … accomodati pure, quelli da acqua sono nel mobiletto accanto al lavello”.

“No … credo che comincerò con quelli da vino invece…”.

“Donna ascoltami … IO ORA ASSOLUTAMENTE TI PROIBISCO …”.

Drinnnn… drinnnn … drinnnn … drinnnn … drinnnn …

“MARITO RISPONDI AL TELEFONO”.

Drinnnn… drinnnn …

“MOGLIE PERCHÉ DEVO FARLO IO?”

Drinnnn… drinnnn …

“PERCHÉ IO HO DEI BICCHIERI IN MANO… CRASH … CRASH … CRASH … O MEGLIO … CRASH …LI AVEVO”.

Drinnnn… drinnnn …

“MALEDIZIONE… SÌ? PRONTO CHI È CHE MI SCOCCIA E PROPRIO ORA? Come dice? PARLI PIÙ FORTE CHE QUI C’È UN POCO DI CASINO … sì … quella che sente urlare è una matta … ora non le illustro la drammatica situazione perché faremmo notte ma se è un uomo comprenderà … ma poi chi ha detto che è lei? Ah … si ora ho capito … va bene … la ringrazio e la saluto… e mi saluti anche le sue signore… sì … altrettanto e grazie a lei!”

“Allora? … CRASH … CRASH … CRASH … chi era al telefono?”

“Ma niente… è sempre lo stesso coglione dell’Isis che ci chiama per rivendicare la nostra litigata … ma … EHI FERMA … QUELLA BOTTIGLIA E’ ANCORA QUASI PIENA … “.

“CRASHHH … .”

“ODDIO IL MIO ADORATO BRUNELLO … BESTIA ASSASSINAAAAAAAA…”.

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And so on …

gnegne[1]

 

Nessun isola è un uomo … eh?

26 domenica Giu 2016

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Birbo Bicirossa

Attenzione, per la prima volta e forse ultima volta nella Storia, un post esce a reti unificate su entrambi i nostri blog, che voi lo sapete che sono due, non è vero?

gnegne[1]

E però vi avviso che questa volta è molto lungo e un poco noioso, ma se avete Tempo leggetelo pure tutto. Vabbè, allora ciriciao a tutti quanti voi da Birbo Bicirossa, eh?

 

24.06.2016

 

Coordinate spazio-temporali: domenica 26 giugno 2016 ore 22 a casa mia

 

“Oh babbo … che ci fai sul terrazzino? Hai caldo pure te, eh?”

“Figliolo, c’è un vigoroso vento che flagella l’Europa…”.

“Eh magari … a me invece pare che stasera non si muova una foglia”.

“ … è un fenomeno nuovo e possente, che travolge il nocchiere più esperto, mentre  gonfia di furia le vele di quello improvvisato, sospingendolo all’immeritato successo”.

“Oh babbo, anche a te quella peperonata della mamma ti fa uno strano effetto?”

“Un vento che ha la forza di uno tsunami emozionale, e dove passa subito squassa e percuote, lasciandosi dietro un panorama politico del tutto mutato”.

“Ah … ho capito … è di nuovo uno di quei giorni che tu sei strano, eh?”.

“In Italia la Raggi e l’Appendino sono sindache, e l’M5S ha vinto su tutti, in Spagna si è tornati di nuovo al voto, in Austria la presidenza per un pelo non è andata al candidato più improbabile, e in Gran Bretagna contro ogni logica e previsione ha vinto la Brexit”.

“Eh sì … è proprio uno di quei giorni che …”.

“E’ l’onda emozionale baby, approfittane e non fermarti a pensare, o ne sarai travolto”.

“Eh certo… magari ne approfitto per mollare una scoreggia … che tanto col vento forte nessuno poi se ne accorge, eh?”.

“Non scherzare Birbo che è una cosa seria, i pazzi hanno spalancato le porte del Caos”.

“Pazzi? Ehm … a proposito le tue pilloline le prendi sempre, vero babbo? “.

“Figliolo, per farti capire cos’è successo dobbiamo vedere la Brexit dal punto di vista di un comune inglese della classe media, capisci?”

“Sì … credo … o forse no, dipende dalla risposta che vuoi sentire…”.

“Prima di tutto eliminiamo gli stereotipi”.

“Eh … buona idea … eliminiamo senz’altro gli ste … stenti tipi, eh?”.

“Certo, l’Impero è caduto, e in alcuni anziani ancora permane un pizzico di nostalgia, ma questo non è determinante, perché sono ben altre le cause del loro scontento”.

“Capisco … però non è neppure inverno e …”.

“Ora ti spiego … questo inglese medio è molto arrabbiato e impaurito, perché chi lo governa non ha saputo risolvere i suoi problemi, e peggio ancora, per anni gli ha mentito, convincendolo che la responsabilità di ogni guaio era dell’Unione Europea”.

“Eh …”.

“Capisci? Ogni volta che il governante di turno annunciava a questo inglese una cattiva notizia, aggiungeva anche che la colpa era tutta dell’UE”.

“Capisco babbo, sarebbe come se io non volessi mangiare gli spinaci … che poi non lo voglio proprio … e tu mi dicesti che me lo ordina questa qui … l’UE”.

“Bravo figliolo, proprio così. Quando invece questa mitica nemica, l’UE, in realtà è formata dagli stessi governanti che la incolpano: ma il cittadino comune queste cose non le capisce, e per lui l’UE da madre premurosa diventa la cattiva matrigna, che lo opprime con regole assurde e pesanti tasse, ed è la causa di molti dei suoi problemi”.

“Beh … però…”.

“Disoccupazione? L’UE non vuole le zucchine troppo curve, l’UE ti vieta di pescare questo tipo di pesci, l’UE proibisce i dazi che proteggerebbero le nostre merci”.

“Eh … ma forse un poco di verità c’è…”

“Figliolo, sia la campagna per il Leave che per il Remain sono state infarcite di bugie, ma quelli del Leave hanno davvero esagerato”.

“Sarà pure…. ma …”.

“Sicurezza e immigrazione? E’ l’UE che ci impedisce di controllare le frontiere, ed è l’UE che obbliga a distribuire anche ai migranti gli stessi generosi benefit di cui gode il comune cittadino inglese, e sono proprio questi benefit che attirerebbero tanti delinquenti e scansafatiche in Gran Bretagna”.

“Beh … in effetti dargli la casa e tanti soldi ogni mese…”.

“Menzogne figliolo, il problema degli immigrati lo abbiamo noi italiani e non gli inglesi. Siamo noi che andiamo a caricare i clandestini fin sulle coste della Libia, invece la Gran Bretagna è sempre rimasta fuori dai trattati di Schengen, e ha anche goduto di accordi per lei particolarmente favorevoli. Figlio mio, in realtà gli “stranieri” a Londra spesso sono i camerieri italiani e i lavapiatti polacchi, proprio così, sono i nostri giovani, che vanno laggiù per imparare la lingua e intanto studiano e lavorano, sono loro gli ‘immigrati’ per quell’ignorante inglese, che non li distingue da asiatici e africani.

“Ma …”.

“Birbo, per molti inglesi l’Italia fa parte dell’Africa, anzi, fai vedere la foto di una donna bionda a un inglese medio, e quello ti dirà che non è possibile sia italiana, perché noi abbiamo tutti i capelli neri e la carnagione scura”.

“Ma dai … sono sicuro che sono molti gli inglesi che ci conoscono bene e …”

“Io sto parlando dell’inglese medio Birbo, per lui noi italiani abbiamo aperto le porte dell’Europa a un esercito di clandestini, e secondo lui l’UE ci pagherebbe per mantenerli con i soldi estorti agli stessi inglesi…”.

“Beh …”

“Non che l’UE sia senza colpe, è chiaro. Per esempio è stato follemente permesso alla signora Merkel di aprire la porta a tutti i profughi siriani, e questo ha illuso e messo in movimento per raggiungerci mezza Africa. Per non parlare della Turchia, che in base a un disgraziatissimo accordo esige per i turchi la libera circolazione in Europa, ed è stata proprio la paura di queste catastrofi annunciate che ha convinto quell’inglese medio a … “.

“Sì, però io volevo solo domandare …”.

“Io non ho facili risposte figlio mio, la Brexit di certo ci indebolisce tutti, ma credimi, noi ce la caveremo, e il peggio toccherà a quell’inglese medio a cui hanno mentito: perderà industrie e posti di lavoro, le sue sterline scenderanno ancora di valore, e la Scozia gli chiederà di distaccarsi, poi ci saranno lunghe trattative che richiederanno anche due anni di tempo, e di conseguenza altra incertezza, e alla fine dovrà essere tenuto un nuovo referendum, che approvi gli accordi di separazione dall’UE”.

“Beh … certo che …”.

“Ma il peggio è che il paese è spaccato a metà, e aldilà dell’iniziale euforia il morale è basso. Persino molti ‘Leave’ cominciano ad avere dei dubbi, e anzi alcuni imbecilli ammettono candidamente che la loro era una protesta, e se avessero saputo che il loro voto era determinante avrebbero scelto di restare. Ma l’idea di rifare il referendum non pare percorribile, anche se il signor Farage aveva in effetti anticipato che avrebbe preteso di votare di nuovo, se avesse perso per poco come 52 a 48, ma ovviamente ora il bugiardo fa lo gnorri e …”.

“Sì babbo, però io ti volevo chiedere una cosa … e se parli sempre tu non ci riesco mica …”.

“Figliolo, io ho cercato soltanto di fare il mio dovere di padre ed istruirti sui fatti della vita, e spero davvero che stasera tu abbia imparato qualcosa”.

“Eh certo … ho ascoltato bene e penso proprio che … ehm …hai ragione su tutto… ma io ero venuto a cercarti solo per chiedere se mi ci davi un anticipo sulla paghetta … “.

“Un anticipo? Ancora? E per cosa ti servirebbe questa volta?”

“Eh … c’è un nuovo giornalino in edicola che vorrei poter comprare … e se aspetto

la settimana prossima di sicuro finisce esaurito e mica lo trovo più, eh?”.

“Un giornalino, capisco. Allora Birbo, mi duole doverti negare questo anticipo, che io ti concederei molto volentieri, ma che purtroppo il regolamento UE mi proibisce di elargirti”.

“Ah … dici che l’UE …”.

“Purtroppo sì, una recente disposizione vieta la concessione ai propri figli di anticipi, specialmente se destinati all’acquisto di materiale cartaceo di oggetto fumettistico.

Mi spiace molto, ma come vedi ho le mani legate e non posso proprio farci niente”.

“Ah … e io fesso che mi sono pure sorbito tutto quel noioso discorso che tu …”

“Come dici Birbo?”

“Eh? No niente … dicevo solo che poi questa UE non è mica una gran cosa se proibisce un fumetto a un bimbo, e magari pure noi di questa casa dovremmo fare un referendum per staccarci”.

“Bravo figliolo, vedo che mi hai davvero ascoltato con molta attenzione”.

“Eh sì babbo… spetta solo che sono grande abbastanza per votare pure io… e poi vedi come te la sistemo quella puttanata dell’UE, eh?”

Dove me ne vado insalutato ospite

13 venerdì Mag 2016

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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umorismo, viaggi nel tempo

Coordinate spazio-temporali: sera del 13 febbraio 2015 al ristorante ‘I Vitelloni’

 

Madre: Allora quando arriva questa tua … umpf … ragazza?

Il figlio: Aveva un problema sul lavoro … ma vedrai che arriverà presto…

Madre: … però è già molto in ritardo … e del resto c’era da aspettarselo…

Padre: Donna smetti di brontolare e lascia stare nostro figlio…

Birbo: Io ho ancora sete … posso avere altro vino?

Il figlio: … basta vino ragazzino… e tu mamma ricordati che hai promesso di …

Madre: … ma sì, sarò gentile con lei come mi hai chiesto…

Padre: … ah … questa sarebbe la prima volta in trent’anni di matrimonio che…

Madre: … che stai insinuando? guarda che io non intendo sopportare …

Il figlio: … per favore voi due … non litigate proprio adesso…

Madre: … io non sto litigando… però …

Birbo: … allora posso avere altro vino?

Padre: … insomma date da bere al moccioso che così se ne starà zitto …

Il figlio: … eccola è lei … è quella ragazza che sta entrando …

Madre: … chi? quella bionda slavata vestita d’azzurro? (oh mio Dio, non lei)

Padre: …  zitta non farti sentire (ma guarda un po’… mica male la biondina)

Il figlio: … sì, è proprio lei, ora la chiamo … SIAMO QUI …

Padre: …  ci ha visti … (però mio figlio… e io che temevo fosse gay)

Birbo: … buono questo vino… ce n’è ancora?

Padre: … eccoti anche il mio bicchiere … basta che ora taci…

Fidanzata: Buongiorno … scusate il ritardo ma … (perché mi guardano così?)

Madre: … oh, non preoccuparti … (cagna… magari non fosse arrivata per niente)

Padre: … non c’è problema, anche noi siamo appena arrivati (e che belle tette)

Il figlio: … ecco… mettiti seduta qui accanto a me… (speriamo bene)

Fidanzata: … grazie caro … (il padre sembra gentile, ma la madre mi odia)

Madre: …  mio figlio mi ha parlato così tanto di te  … (l’ha chiamato “caro” …)

Fidanzata: … e con me parla spesso di voi due … (la strega ha sottolineato il “mio”)

Madre: … che mi sembra di conoscerti già … (quei seni scenderanno presto)

Padre: … visto figliolo? queste due vanno già d’accordo (poveri noi, guai in arrivo)

Il figlio: … ma certo, ero sicuro che avrebbero fatto amicizia subito (speriamo)

Madre: … ma naturalmente, vieni cara lascia che ti abbracci… (povero figlio mio)

Fidanzata: … ma certo, bacetto … smak … smak … (se potesse mi ammazzerebbe)

Madre: …  noi due abbiamo così tante cose da dirci … (se potessi l’ammazzerei)

Birbo: … scusate ma il vino è finito ancora … ne ordinate dell’altro per favore?

Padre: … cameriere porti altro vino … (che vergogna gli permettano di bere vino)

Madre: … un giorno dobbiamo incontrarci da sole … (così ti sistemo, puttana idiota)

Il figlio: … ma lei non ha tempo mamma … il suo lavoro … (da sole è meglio di no)

Madre: … oh … ma troverà pure una mezz’oretta per me (tra un cliente e l’altro)

Fidanzata: … ma certo mamma, tra donne si parla meglio … (mamma … ah ah …)

Madre: … hai ragione cara, gli uomini non capiscono (questa me la paghi stronza)

Birbo: … ma questo vino è rosso … io preferivo il bianco … ma pazienza…

Fidanzata: … gli uomini si sa che … (che vergogna che diano vino a un bambino)

Padre: … ehm … e così dove vi siete conosciuti? (meglio cambiare discorso)

Il figlio: … ma babbo, non te l’avevo detto che l’ho incontrata una notte al Night?

Madre: … al Night? Non lo sapevo, dimmi tutto figliolo…  (è arrossita la puttana)

Fidanzata: … ma forse ai tuoi genitori non interessa sapere … (o mio Dio)

Madre: … no no, a noi interessa eccome, raccontaci tutto (ah … avevo ragione)

Birbo: … il Night è quel posto dove ci si beve lo champagne caro e sgasato?

Padre: … forse non dovremmo insistere … voglio dire se la cosa li imbarazza …

Il figlio: … ma no, perché? non c’è niente di male se lei fa lo strip-tease…

Fidanzata: … questo non dovevi dirlo… (oddio oddio)…

Birbo: … ma questo strip-tease è un gioco con le carte?

Padre: … zitto e bevi bambino che queste sono cose da grandi … (lo strip-tease?)

Madre: … niente di male … sicuro … ma continua la storia figliolo … (hooray)

Il figlio: … lei è una brava ragazza, fa lo strip solo per mantenersi all’università…

Madre: … ma certo caro … ma continua a raccontare … (porca Madonna, Dio c’è)

Il figlio: … comunque a me non interessa che lei si spogli per lavoro…

Fidanzata: … mio Dio … ora chissà cosa penserete di me … (che imbarazzo)

Padre: … ma no, si vede che sei una brava ragazza (e mi pareva d’averla già vista)

Madre: … quindi figliolo tu e lei … insomma la hai pagata per … fare sesso?

Padre: … DONNA COME OSI INSINUARE … (eh … magari bastasse pagare)

Birbo: … io non ho sentito niente … però in cambio voglio altro vino …

Padre: … CAMERIERE PORTI SUBITO DELL’ALTRO VINO PER CARITA’…

Il figlio: … no mamma, non c’entra il sesso, io la amo perché mi permette di …

Padre: … non … ASPETTA … VOI NON FATE SESSO?  NON SARAI MICA GAY?

Birbo: … io non vi chiedo cos’è un gay… ma il vino lo voglio bianco…

Padre: … CAMERIERE LASCI STARE IL ROSSO E PORTI DEL BIANCO…

Il figlio: … io gay? no, io amo le donne … ma il sesso mi piace sadomaso…

Fidanzata: … o mamma mia che vergogna …

Madre: … insomma qualcuno mi spiega?

Padre: … sado … maso? Vuoi dire che tu … con lei …

Birbo: … sado cosa?

Padre: … CAMERIERE UNA BOTTIGLIA NON BASTA … CE NE PORTI TRE…

Il figlio: … sì, la frusto, e le metto le manette quando facciamo l’amore, e poi …

Fidanzata: … QUESTO NON DOVEVI DIRLGLIELO …SOB … SOB … SOB …

Madre: … io … davvero non capisco … mio figlio sarebbe un … degenerato?

Padre: … NON CHIAMARLO DEGENERATO … PIGLIA QUESTO… SCIAFF …

Madre: … AHI … ma perché mi dai gli schiaffi? AHI AHI … AIUTO… AIUTOOOO…

Birbo: … bene … allora io … hic … vado … hic … grazie di tutto eh? … Plouf …

Padre: … MA… MA …MA … MA QUEL RAGAZZINO E’ SCOMPARSO …

Madre: … è incredibile ha fatto … pluff … ed è sparito davanti ai nostri occhi…

Il figlio: … ma … senti cara … ma come ha fatto il tuo fratellino a …

Fidanzata: … quale fratellino? Ma quello strano bimbo non era con voi?

Padre: … diceva di chiamarsi Birbo e di muoversi nel Tempo … lo credevo matto …

Il figlio: … aspetta … vuoi dire che tu non lo conoscevi?

Fidanzata: … ma no … io credevo che fosse IL TUO fratellino…

Padre: … e diceva che doveva bere vino per ricaricarsi e fare un nuovo salto …

Madre: … ma insomma … qualcuno può spiegarmi cos’è successo?

Padre: … ora te lo spiego io brutta scema … SCIAFF … SCIAFF … io avevo paura che nostro figlio fosse gay… e invece … SCIAFF … scopro che picchia questa bella ragazza e poi se le scopa … QUINDI GRAZIE A DIO E’ DEL TUTTO NORMALE… SCIAFF … SCIAFF… E ORA HAI CAPITO COS’E’ SUCCESSO BRUTTA TROIA?

Dove apprendo di un gravissimo lutto

26 lunedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Stalin

Coordinate spazio-temporali: sei marzo 1953, lungo via Indipendenza a Bologna

“Senti Birbo, io ancora non ci credo tanto, ma visto che sono divertenti mi racconti un’altra delle tue avventure?”.

“Mi piacerebbe Romano … però ormai è tardi e io mi ci devo ancora comprare il mio giornalino, eh?”.

“Se è solo per questo c’è un edicola laggiù, sotto a quel portico”.

“Ah … lì dove c’è tutta quella gente, eh? Beh … basta che abbiano un Topolino, che oh … ogni tanto in fondo ad un cassetto ci ritrovo ancora delle vecchie lire che non valgono più niente … e che pacchia tornare indietro nel Tempo e usarle per mangiare gelati e ottenere Topolini d’epoca, eh?”.

“Ah … allora è per questo, che prima di dare i soldini al gelataio hai controllato le date delle monete?”.

“Eh per forza … che una volta in Persia ho avuto una brutta esperienza con dei dollari della confederazione sudista, e da allora ci sto più attento … oh … ma quanta gente … però non sembrano voler comprare niente … aspettami qui Romano, che mi ci infilo in mezzo ed arrivo al giornalaio … oh … scusate signori … fatemi passare grazie … oh insomma … eh , finalmente … mi scusi signor giornalaio … che ce lo avrebbe l’ultimo numero … oh non spingete eh … dicevo, che ce l’ha l’ultimo numero di Topolino? Ma oh … ma che ci fa qui da lei tutta questa gente?.

”Cosa dici bambino? Ah … ma allora non lo sai cos’è successo?”.

“Eh? Non saprei … ma questi qui stanno tutti ad aspettarci il Topolino per portarlo ai loro figli?”.

“Non scherzare ragazzino, davvero non sai chi è morto? Il tuo babbo allora non legge l’Unità?”.

“Eh? L’Unità il giornale? Beh … credo legga solo la vignetta umoristica e gli annunci sui massaggi, perché che cosa sarebbe successo oggi d’importante, eh?”.

“Povero bimbo, oggi anche tu sei un poco orfano e ancora non lo sai … aspetta che ti leggo l’articolo in prima pagina: Gloria eterna a colui che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell’umanità … ma … dove scappi bambino?”.

“Opporca miseria … si faccia da parte lei … oh … lasciatemici passare eh?”.

“Ma Birbo, dove vai di corsa? E il giornaletto poi non l’hai preso?”.

“Stai zitto Romano, che oh … anche tu non sai che è successo oggi, eh?”.

“Ma … non saprei … ma stai piangendo? Ma me lo dici che è successo?”.

“Ci è incredibile … mi ci hanno appena detto che … E’ MORTO TOPOLINO …”.

“Cosa dici Birbo? Ma dove corri? Aspetta … inutile, se ne è andato …ma diceva che è morto Topolino? Io sapevo di Stalin, ma è morto anche Topolino? Ma che cosa strana morire assieme … possibile che fossero entrambi comunisti?”.

Ars Longa Vita Brevis

25 domenica Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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omeopatia

 

Coordinate spazio-temporali: 31 dicembre 2014, in una farmacia di Bologna

“Eh … buongiorno signore … io mi ci chiamo Birbo e mi manda il mio babbo che è molto malato, che devo portarci la sua medicina per guarire … tenga, ecco qui la ricetta, eh?”.

“Fammi vedere ragazzino … Pigliopecul gocce … sì, è un ottimo medicinale omeopatico che uso spesso anch’io … ecco la confezione da 200 ml, devi dire al tuo babbo di prenderne dieci gocce prima dei pasti, sono solo sette euro e cinquanta”.

“Ma mi scusi signor dottore, cosa c’è poi in questo Pigliopecul?”.

“Cosa c’è nel Pigliopecul? Beh ti dirò … in partenza c’era il principio attivo chiamato appunto Pigliopecul, poi è stato mescolato a talmente tanta acqua per diluirlo, che ora praticamente il Pigliopecul è diventato pura acqua di sorgente”.

“Beh … ma se il Pigliopecul è solo acqua, a cosa diavolo serve?”.

“Ma è proprio l’acqua stessa che nel corso del processo di diluizione si è trasformata in Pigliopecul … vedi caro bambino, in omeopatia si è scoperto che l’acqua ha memoria, e quindi ricorda quando all’inizio del processo il Pigliopecul al suo interno era ancora presente in quantità assai rilevante “.

“Allora se ho capito bene quest’acqua diventata Pigliopecul, se non ci soffre d’amnesia selettiva, deve ricordarsi anche di quando io l’ho bevuta a tavola e poi pisciata nel cesso sporco dell’autogrill, vero? E quindi si ricorda che poi è discesa per le fogne assieme agli stronzi, ed è arrivata fino al mare più inquinato? E certo ricorda pure che dopo è evaporata in un cielo attraversato da scie chimiche e micropolveri, e poi è caduta come pioggia acida su di un bel letamaio, e dopo è filtrata sotto al fango e marcita sotto terra, in fondo ad un buio pozzo puzzolente, in cui nuotavano lunghi e grassi vermi bianchi e ciechi, da cui è stata pescata da un vecchio orbo e sifilitico con un secchio tutto arrugginito, e infine portata in un laboratorio asettico, dove è stata scientificamente mescolata a praticamente niente di Pigliopecul, e tutto per ottenere il vero e proprio Pigliopecul, con cui riempire questa stessa bottiglietta di Pigliopecul che abbiamo qui sul bancone? Insomma ricapitolando, se questo famoso Pigliopecul si ricorda di tutto quello che gli ci è successo, ora deve anche avere il sapore del mio piscio e di tutto il resto di quella roba che ho detto, non è vero forse?”.

”Che discorsi … non è questo che intendevo, anche se in un certo senso …”.

“Beh … ho capito … meno male che il Pigliopecul se lo beve il mio babbo allora … che non mi ci chieda come lo so, ma la mia pipì ha proprio un cattivo sapore, e pure lei che beve spesso il Pigliopecul se ne sarà certo accorto, eh?”.

“Ma … veramente non … il Pigliopecul un poco tende all’amaro forse, ma …”.

“Beh dottore … com’è che è diventato tutto giallo in faccia? Oh … io mica sono medico, ma per me lei ci ha subito bisogno di una forte dose di Pigliopecul, eh?”.

 

 

Di quando sconfiggo le alienate

23 venerdì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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invasori alieni

Coordinate spazio-temporali: data terrestre 7 gennaio del 2015, l’astronave ammiraglia Kaos entra a bassa velocità nei limiti del nostro sistema solare

Siamo a bordo di un astronave militare di forma cilindrica lunga tre chilometri terrestri e larga uno. A bordo l’equipaggio è quasi esclusivamente di sesso femminile, e i pochi maschi sono addetti alla manutenzione o lavorano in sala macchine e in cambusa. Sul principale ponte di comando vi sono diverse donne che secondo gli standard terrestri potrebbero essere considerate belle, se solo non sembrassero così strane; il colore della pelle varia da un bianco latteo ad un bronzo dorato, ma vi sono tra loro differenze assai più profonde che testimoniano quanto siano aliene alla Terra. Anche le loro divise sono di vario colore, e l’unica con la divisa viola si passa la mano tra i lunghi capelli color porpora, e poi valutata la situazione riprende a dare ordini con voce secca e decisa.

“Comandante Saarn, ora riduca la velocità a zero relativo”.

“Sì ammiraglio Aarn … fatto, avete altri ordini mia signora?”

“No … solo limitate tutte le trasmissioni radio alla banda sub-spaziale … nessuno deve sapere che siamo qui”.

“Naturalmente mi rendo conto ammiraglio … l’impero Krull non deve scoprire i nostri progetti su Sol Tre … almeno fino a quando non saremo pronte a procedere”.

“Bene capitana … primo ufficiale Urridan … rapporto”.

“Sissignora ammiraglio. Tutto come previsto, la nostra nave è attualmente a zero relativo e invisibile agli indigeni di Sol tre, come le altre cinquanta navi che ci forniscono appoggio”.

“Abbiamo notizie dalla navetta mandata in esplorazione?”

“Il tenente Obra ha comunicato l’arrivo tra tre minuti standard mia signora, e come da voi richiesto ha un campione di umanoide intelligente a bordo”.

“Bene … se tutto continua così la conquista di Sol Tre avverrà nei tempi stabiliti”.

“Certamente ammiraglio, ma i Krull come reagiranno?”.

“I Krull sono spietati ma non pazzi, appena avremo piazzato i cannoni orbitali dovranno accettare il nuovo stato di cose”.

“Sì ammiraglio, ma se si appellassero ai Pensatori? Dopotutto abbiamo sconfinato”.

“Bah … è vero che questa è da sempre zona proibita, ma noi non abbiamo mai firmato patti che la riconoscessero, e quindi per quello che mi riguarda i Pensatori possono anche fare un tuffo nello spazio senza tuta”.

“Signora ammiraglio, apertura portello … manovra eseguita, la navetta è rientrata”.

“Bene, chiamate subito sul ponte il tenente Obra e l’umanoide catturato”.

“Subito ammiraglio, il tenente Obra sta arrivando”.

“Uhm … inquadrate l’umanoide sulle telecamere del corridoio C … oh … che delusione … io avevo ordinato la cattura di un esemplare migliore … com’è brutto questo”.

“Tenente Obra agli ordini mia signora … ho con me l’umanoide richiesto”.

“Purtroppo lo vedo tenente … ma come mai non mi avete portato un esemplare migliore? Sapete che dobbiamo esaminarlo, e se il campione è imperfetto i dati che ne ricaveremo potrebbero essere imprecisi”.

“Ehm … veramente mia signora questo esemplare non lo abbiamo scelto noi, ma praticamente ci è caduto in mano senza che lo volessimo”.

“Non capisco tenente… ma siete almeno certa che sia un maschio adulto?”.

“Veramente si tratta di un esemplare ancora immaturo mia signora… ma come le dicevo le circostanze ci hanno impedito di prelevare un campione più adatto”.

“Bah … mi dica lei ufficiale medico Odo… questo scarto di aborigeno può dirsi rappresentativo degli umanoidi di Sol Tre?”.

“Ho eseguito gli esami preliminari ammiraglio Aarn … e devo dire che a parte l’immaturità e l’estrema bruttezza il soggetto mi pare adeguato”.

“Oh sentite donne … che la volete piantare d’offendere e parlare come se io non ci fossi? Immaturo? Brutto? Soggetto? Oh … ma vi siete guardate voi? Cariche di trucco e vestite come puttane, oh che roba … e poi … oh … se siamo su un astronave dove sono gli uomini? Che io mica mi ci fido se la guidate voi donne, eh?”.

“Ma … ufficiale medico Odo … è la mia impressione o il soggetto davvero capisce quello che stiamo dicendo?”.

“In effetti il soggetto pare capire e persino saper parlare mia signora, anche se si esprime in modo talmente barbaro da risultare quasi incomprensibile”.

“Oh … ma senti questa saccentona spilungona, tutta pelle e ossa e dalla bocca a culo di gallina … oh … rabarbaro e irreprensibile ci sarai te, eh?”.

“Ma non capisco … che dice il soggetto?”.

“Eh? Ma quale soggetto … io mi ci chiamo Birbo Bicirossa, eh?”.

“Birbossa? E dimmi Birbossa, come mai conosci un poco della lingua galattica?”.

“Ma che Birbossa e ma che galattica … oh … voi ci parlate in un misto di ittito-egizio-persiano, eh? Che poi ad Atlantide si parla quasi uguale e allora certo che vi ci capisco, e inoltre il mio accento è pure migliore del vostro e …”.

“Basta così Birbossa … evidentemente in passato c’è stato un contatto illecito … ma non importa, ora voglio sapere …”.

“Eh … sono io che voglio sapere che diavolo vi ci è preso a voi dannate donne di dirottarmi dalla mia destinazione… che stavo andando nel trentesimo secolo per vedere se finalmente avevano cancellato del tutto l’IMU, quando mi ci sono sentito afferrare e sono capitato a bordo di quell’altro bidone che mi ci ha portato qui e…”.

“E’ stato il raggio transfert … vedi Birbossa, a noi serviva un rappresentante della vostra razza per capire se ci sarete utili una volta che vi avremo conquistati”.

“Eh? Conquistati noi? Ma perché?”.

“Come avrai notato qui a bordo i maschi sono pochissimi … e a causa della guerra coi Krull presto ce ne serviranno molti altri”.

“Cosa? Ma noi terrestri che c’entriamo con le vostre guerre?”.

“In questo conflitto non c’è posto per i neutrali, e ogni pianeta che non è con noi è contro di noi. Perciò abbiamo deciso che Sol Tre diventerà una nostra base fortificata, e in quanto alle vostre donne le migliori avranno l’onore d’essere reclutate ed ammesse tra i nostri ranghi, mentre i più forti tra i maschi verranno adibiti a semplici lavori di fatica, e soprattutto riservati per lo svago ed il divertimento delle guerriere”.

“Eh? Ma voi siete tutte matte … che volete farci schiavi e scommetto pure senza versarci i contributi per la pensione … a nome e per conto di tutti i terrestri io mi oppongo e mi ci rifiuto d’aiutarvi…”.

“Ufficiale medico Odo … non abbiamo tempo da perdere, collegate immediatamente il soggetto al computer per un esame più
approfondito …”.

“Subito ammiraglio Aarn, siedi qui Birbossa … ecco … ora i cavi …”.

“Ma … oh … che cavolo fate … io … oh …”.

“Fatto mia signora … ora il computer lo sta esaminando … ecco i primi risultati”.

“Vediamo … computer hai esaminato il soggetto?”.

“Affermativo ammiraglio Aarn, ho tenuto presente che si tratta di un campione immaturo, e ho anche sopravalutato le sue qualità del dieci per cento, e questo nel caso potesse trattarsi di un esemplare sotto la media”.

“Bene, e dunque come lo classifichi?”.

“Forza insufficiente, carattere pessimo, intelligenza troppo scarsa, capacità d’apprendere quasi nulla, docilità e volontà d’obbedire agli ordini … meno di zero”.

“Accidenti computer … ma allora cosa ci consigli di fare? Procediamo con la conquista e sottomissione di Sol Tre?”.

“Ammiraglio Aarn … calcolando le scarse risorse del pianeta, e soprattutto il pessimo materiale umanoide che vi abita … il mio consiglio è di lasciare perdere la conquista e tornare al più presto sui nostri pianeti, prima che si scopra che abbiamo violato la zona proibita”.

“Ma … davvero non potremmo utilizzare in qualche modo questi selvaggi?”.

“Oh questa è bella … che selvaggia ti sarai te, eh? Che guarda che io ci faccio già la quarta elementare e a scuola sono uno dei più migliori e …”.

“Basta così … è evidente che hai ragione tu computer … comandante Saarn, annunciate a tutte le altre comandanti che l’occupazione di Sol Tre è annullata e che ci ritiriamo… e poi buttate nello spazio quell’umanoide di scarto dal condotto per i rifiuti … mentre io intanto andrò in cabina a riposare, perché stranamente mi è venuto un improvviso e violento mal di testa”.

“Eh? Oh … ma che modi sono questi? Che oh … se siete venute per conquistarci dovete fare come nei film che prima sembra vincete voi, ma alla fine spunta l’eroe e vinciamo noi … oh … ma che fate donne? Beh … ma io sarò pure piccolo ma da quell’apertura non ci passo mica … oh … non spingete eh … ahia … oh, cos’è questo rumore? Cof … ora ci faccio fatica assai a respirare … e che freddo … oh peggio per voi … io mi ci muovo nel tempo e nello spazio eh? Oh eccomi tornato sulla Terra… ora posso respirare di nuovo … uhm … chissà dove mi ci trovo? Che sono scappato tanto in fretta che … cof … cof … ah ora capisco… sono nello stabilimento dell’Ilva di Taranto … beh … cof … cof … mi sa che però respiravo meglio prima, eh?

Dove incontro una nuova principessa

19 lunedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Grace Kelly

Coordinate spazio-temporali: 13 settembre 1982, sulla strada verso Montecarlo.

“Allora mamma? Hai deciso se accettare la parte che ti hanno offerto?”

“Cara, ritornare a fare film è sempre stato il mio sogno, ma temo che tuo padre abbia ragione quando dice che non sarebbe consono al mio ruolo di principessa …”.

“Ma sarebbe un peccato se perdesti anche quest’ultima occasione … e poi potrei venire anch’io a Hollywood ed aiutarti …”.

“Non se ne parla nemmeno signorina, tu non hai idea di che ambiente malsano sia quello … popolato di gente falsa e perfida e invidiosa e … oh accidenti …”.

“Ti è tornato l’emicrania? Forse allora non dovresti guidare … se accosti posso mettermi io al volante”.

“Non preoccuparti Stefania, ho solo un poco di mal di testa … SKREEEEEEK … e poi quante volte devo ripeterti che prima di guidare devi prendere la patente?”.

“Ma insomma mamma … lo sai che me la cavo già bene”.

“Questo non è il posto giusto … SKREEEEEEK … ci sono troppe curve … ”.

“Ma se non mi esercito alla guida presto dimenticherò come si fa”.

“Imparerai a Parigi, non su questi tornanti …SKREEEEEEK … così pericolosi”.

“Mamma che c’è? Perché rallenti? Ti duole molto la testa?”.

“No, mi sento già meglio, però ho il sole negli occhi … ora abbasso l’aletta parasole…”.

“Forse avremmo dovuto lasciare guidare l’autista … ”.

“Lo sai che con tutte quelle valige non ci entravamo in una sola auto … oh …
che fastidio questo sole … SKREEEEEEK … è davvero insopportabile …”.

“Forse dovremmo … ATTENTA … laggiù c’è qualcosa in mezzo alla strada …”.

“… Che cosa hai visto? … oh che strano, un pallone rosso, mi domando chi possa aver …”.

“ATTENTA MAMMA … DIETRO ARRIVA UN BIMBO CHE CORRE …”.

“UN BAMBIN … ODDIO … SKREEEEEEK … “.

“C’E’ LA DOPPIA CURVA MAMMA … ATTENTA ALLA STRAD …”.

“ NON RIESCO A TENER… “.

SKREEKKKKK … CRAAASHHHH …

“… Oh che disastro … ah che male …mamma … mamma come ti senti?
Mamma dobbiamo uscire perché la Rover potrebbe esplodere … accidenti
non riesco a muovermi … mamma perché non mi rispondi?”.

“Eh … buongiorno signorina, scusate ma io mi chiamo Birbo e vengo dal futuro, eh? Che sapete … in casa non ci vogliono che gioco perché dicono che combino troppi guai, e allora ogni tanto cerco nel Tempo un posto adatto, e quando ci ho visto queste belle strade deserte non ho saputo resistere e …”.

“Non capisco quel che dici bambino, ma chiama soccorso … nell’incidente mia madre deve aver battuto la testa e abbiamo bisogno d’aiuto …”.

“Eh … pure io ci avrei bisogno d’aiuto … che lei signorina ha mica visto dov’è
finita la mia bella palla rossa nuova? Che il mio babbo mi ci sgrida di sicuro se ritorno senza, eh?”.

 

Di nuovo aiuto una principessa

18 domenica Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Diana Spencer

Coordinate spazio-temporali: 31agosto 1997, garage di un albergo di Parigi

Macchine che vengono e che vanno … credevo fosse facile trovare una Mercedes, ma qui ce n’è tante che … oh … se solo il portinaio mi ci avesse permesso di parlarci un attimo … che io non sbaglio mai, ma se anche succede poi lo ammetto e chiedo scusa, eh?

“Scusate signori … permesso scusate … sto cercando una Mercedes guidata da un autista di nome Paul … oh … ma nessuno sa dov’è?”.

“Paul? Vuoi dire l’autista di Dodi Al-Fayed?”.

“Boh? Io cerco la principessa Diana, perché …”.

“Allora è quella macchina che sta uscendo ora”.

“Cosa? Orco … e senta, lei chi è?”.

“Io? Io sono un giornalista e questo è il fotografo che collabora ai miei serv…”.

“Sì, va beh … ma lei ce l’ha un auto, no? E allora la smetta di chiacchierare … svelti, tutti a bordo e seguite quella macchina …”.

“Ma … cosa?…”.

“Senti … forse dovremmo fare quello che dice … non so perché questo ragazzino li insegua, ma ha tutta l’aria d’essere uno scoop …”.

“Uffa … avanti datevi una mossa … ecco, ora li vedo di nuovo … ehi fotografo … cerca d’accelerare, eh?”.

“Ma io … sto facendo del mio meglio, ma anche loro stanno accelerando…”.

“Per forza ragazzino, dietro di noi ci sono le auto dei miei colleghi … vedendoci sgommare via così di fretta devono aver fiutato lo scoop…”.

“Ma che scoop e scoop … uffa … dai gas fotografo… oh … aspetta che abbasso il finestrino, che se Diana vede che sono io si ferma ad aspettarmi di sicuro … OH DIANA … FERMATI EH … CHE MI CI SONO ACCORTO CHE TI CI HO DATO UN CONSIGLIO SBAGLIATO … E ALLORA TI CI VOGLIO CHIEDERE SCUSA E DIRTI CHE … oh insomma li stiamo perdendo … vuoi deciderti a pestare il piede sul gas autista dei Domenicani?”.

“Ma vanno sempre più veloci … io non riesco … però fra poco c’è un tunnel e dovrebbero rallentare …”.

“Eh … speriamo … oh DIANA … DEVO DIRTI CHE ANCHE SE HO SBAGLIATO SUL PASSATO … PER IL FUTURO LE COSE TI ANDRANNO MOLTO MEGLIO E SARAI FINALMENTE FELICE ASSIEME A … orco … ma che cosa fanno…? OPPORCA …”.

“ODDIO … SI SONO SCHIANTATI … FRENA … FRENA ”.

“Che disastro, lo dicevo io che si andava troppo veloci …”.

“Tutta colpa del ragazzino che ha insistito tanto per … ma … dov’è andato?”

 

Di quando aiuto una principessa

17 sabato Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Diana Spencer

Coordinate spazio-temporali: 24 febbraio 1981, Coleherne Court a Londra

Beh … Londra è sempre bella … poi mi piace visitarla dagli anni sessanta agli ottanta perché la gente sembra più felice e spensierata … oh … tranne quella ragazza triste seduta sui gradini d’ingresso di quella casa … mah … se fosse brutta non sarebbero fatti miei … ma è così carina che odio vederla piangere …

“Ehm … signorina … ehm … scusate ma …”.

“Oh … cosa vuoi bambino?”

“Ecco … io mi chiedevo … beh signorina, potete mica dirmi perché piangete?”

“Perché lo vuoi sapere?”

“Eh … beh insomma … io mi chiamo Birbo e sono un bambino che viaggia nel Tempo, e … oh … mi piacerebbe poter fare qualcosa per renderla meno triste, eh?”.

“Birbo? Piacere Birbo, io sono Diana, Diana Spencer… cosa dicevi sul tempo?Volevi farmi notare che oggi non piove?”.

“Eh … quasi … insomma signorina … perché lei sta piangendo?”.

“Bene … di certo TU non sei un giornalista … e immagino che posso dirtelo …”.

“Oh … di me si può fidare signorina, eh? Che anche se sono piccolo sapesse quanti segreti so di cui non dico mai niente ai grandi … allora? Che le è successo?”.

“Io … questa è l’ultima sera che abito qui … da domani mi trasferisco a Buckingham Palace …”.

“Uh non mi dica … che postaccio, eh?”.

“Il posto è bellissimo … ma devo vivere lì perché verrà annunciato il mio fidanzamento col principe Carlo …”.

“Oh, quello l’ho visto … allora lei è triste perché la obbligano a sposare il brutto rospo prima che ci diventi principe?”

“Ma che dici Birbo? Io Carlo lo amo, solo che …”.

“Eh signorina… De Disgustibus si diceva una volta … beh … allora se si sposa l’uomo che ama e che è pure principe … dov’è il problema?”.

“Lui … Carlo … temo che … ebbene, l’altro giorno stava consultando la sua agenda e … ne sono scivolate fuori alcune foto di una donna che ora credo sia la sua amante … lui ha negato, certo … ma si vedeva benissimo che era in grave imbarazzo e si sentiva colpevole…”.

“Uhm … e ditemi signorina … in queste foto com’era quest’altra donna?”.

“Sono riuscita a prenderne una … eccola …”.

“Aspetti signorina … vuole dire che lei … che è tanto bella che pare una fata …”.

“Io non mi sento affatto bella, anzi…”.

“Uffa … senti fatina … ehm … volevo dire senti Diana, oh … scusa se ti ci chiamo Diana, eh? Comunque io ci sarò pure piccolo, ma sono sempre un piccolo mezzo uomo, eh? Che fidati allora … tu sei bella assai … e non basta che questo è il meno … soprattutto sei carina e pure simpatica … e oh … ti dico pure che se aspetti qualche anno ti ci sposo io al posto del tuo principe Rospo, quindi non piangere bella fatina, eh?”.

“Sei molto caro Birbo … ma quello che amo è Carlo … ma se ha un amante dovrò mandare a monte il matrimonio … anche se temo abbiano già iniziato a stampare i nostri volti su milioni di tovagliolini e stupide tazzine da thè …”.

“Uffa …ascolta Diana, parlo contro il mio interesse … ma l’hai vista questa foto? Oh … allora guardala bene … la sua faccia non ti sembra quella di un cavallo? Oh … finalmente ti vedo sorridere … eh …parliamoci chiaro … non escludo che questo tuo principe oltre che brutto sia pure anche fesso … ma non crederai mica che se tu ci tieni a lui non ci riesci a strapparlo dagli artigli di questo cesso di donna, eh?”.

“Io … forse hai ragione … potrei tentare …”.

“Ma certo fatina mia … e poi oh … andasse male ti ci resto sempre io, eh?”

“Oh caro Birbo … grazie di cuore … ora non sono più triste …”.

“Eh … non ringraziarmi cara dolce fatina … oh … con tutte le brutte cose che vedo girando a spasso nel Tempo … eh … è un vero piacere quando la storia finisce che i due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti, eh?”.

 

 

Di quando mi cerco la fidanzata

15 giovedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Pippi Calzelunghe

Coordinate spazio-temporali: fine anni 80 in Svezia

“Allora la vuoi essere la mia fidanzata, cara Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe?”

“Scolta Birbo, non chiamarmi Pippilotta”.

“Scusa Pippi. Allora vuoi essere la mia fidanzata cara Calzelunghe?”.

“Io non sono Pippi Calzelunghe, quello è il personaggio che interpreto nei film”.

“E’ proprio vedendoti in quei film che mi sei piaciuta cara Pippi … e ora non vorrai farmi credere che sono bugie e che non è vero che hai le trecce e sei fortissima, eh?”.

“Ma veramente …”.

“Senti … di me ti puoi fidarti, che io pure ci ho dei bei segreti … come per esempio che mi muovo nel Tempo … e allora dobbiamo fidanzarci così io ti porto in giro per il Tempo, e tu con la tua forza scassi il grugno a tutti gli antipatici, eh?”

“Birbo … ma mi spieghi come fai a spostarti nel tempo?”.

“Te lo dico solo se giuri che siamo fidanzati e che non mi tradisci mai … giuri?”.

”Uffa … va bene … allora giuro che siamo fidanzati e che non ti tradisco mai.
E ora me lo dici come fai a viaggiare nel tempo?”.

“Eh … visto che mi ci hai giurato … prima di tutto devi capire che io non viaggio nel Tempo …”.

“Ma come? E allora come hai fatto ad apparire dal nulla davanti a me?”.

“Beh …è solo che non è proprio un viaggiare … insomma, immagina che il Tempo sia il lungo corridoio di una scuola durante l’intervallo, e che insegnanti e studenti sono venuti fuori dalle classi e se ne stanno immobili come statue… ecco, allora io cammino tra di loro lungo il corridoio … e proprio all’inizio ci sono le classi dei piccoli, e poi via via gli studenti diventano sempre più grandi, finché arrivo in fondo al corridoio e con qualche centinaio di passi ho percorso dei miliardi di anni”.

“Ma allora quelli che incontri nel tempo sono tutti immobili come statue?”.

“Eh … sì … ma solo intanto che io mi muovo, perché se mi fermo tra di loro allora mi vedono e posso parlarci, e magari dirgli che tu Pippi mi ci piaci tanto, e che voglio che sei la mia fidanzata”.

“Ho capito … credo … e adesso che siamo fidanzati cosa intendi fare … ma … è sparito? Non capisco … era qui un attimo fa e ora … oh … ma sei tornato? Credevo che … ma che fai? Aspetta io … CIAF … CIAF … AHIO … ma Birbo … perché mi hai appena dato due schiaffi? Ma non eravamo fidanzati?”.

“Il fidanzamento è rotto … che credevo fossi una cara bambina ma sei come tutte le altre … che ho fatto appena due passi e ti ci ho vista mentre fai un film porno tutta svestita …”.

“Cosa? Un film porno? Ma che dici…? Io non ho mai fatto…”.

“ …eh …appena due passi per sgranchirmi le gambe … e ti ho vista nel duemilatredici che facevi un film porno, e tutti quegli uomini che ti guardavano… ah Pippi …. mi ci hai molto deluso eh … che ora che eravamo fidanzati pensavo che fossimo uniti come il pane e la nutella, e invece per due soldi hai fatto un film senza aspettarmi o chiedermi di farlo assieme… no guarda, non voglio sentire scuse … addio per sempre … uffa che roba… ma il Tempo è pieno di ragazzine e ora ci provo di nuovo … questa bambina appena più indietro sembra quella giusta, ora mi ci fermo un attimo così ci parlo… ehi tu … sei Norma Jeane a dieci anni e prima di diventare Marilyn Monroe, vero? Io mi chiamo Birbo Bicirossa e mi muovo nel tempo … che dici, la vuoi essere la mia fidanzata?”.

 

Dove ancora aiuto quell’ingrato di Nixon

14 mercoledì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Richard Nixon

Coordinate spazio-temporali: 26 ottobre 1960, uffici elettorali di Nixon a Washington

 

“Signore … lui è tornato di nuovo”.

“Chi è tornato Clifford? Non sarà ancora …”.

“Il vostro ex consigliere, Birbo … sempre lui …”.

“Insomma … fatelo sparire … quante volte devo ripetere che non voglio rivederlo?”.

“Sì signore … ma questa volta il ragazzino giura d’avere un idea infallibile per la vostra campagna elettorale”.

“Le solite fandonie … perché lui dice di venire dal futuro e sapere le cose … figuriamoci …”.

“Però la CIA non è riuscita ad escludere che questo sia possibile … e poi le ricordo che i sondaggi vanno bene ma potrebbero essere migliori, purtroppo abbiamo perso molti voti coi confronti televisivi … senta signore, se gli dedicaste anche solo cinque minuti, giusto per sapere che vuole…”.

“Mah … se questo è il prezzo per liberarmene per sempre … va bene, fallo entrare, ma solo per due minuti”.

“Certo signore … puoi entrare Birbo, ma solo due minuti, ci siamo capiti?”.

“Eh … ma certo … oh capo … marcia male la faccenda, eh? Che quando c’ero io ti ci dicevo che avresti vinto con un milione di voti in più … ma ho appena controllato sui libri di storia del futuro e sono diventati solo centomila, che così ancora vinci, ma proprio scarso eh?”.

“Impudente mascalzone … ma se sei stato proprio tu a danneggiarmi?”.

“Eh? Io? E come avrei fatto?”.

“Che hai fatto? Mi hai dato consigli sbagliati, poi mi hai macellato il ginocchio e mandato all’ospedale, e ti rammento che la sera del primo confronto televisivo …”.

“Eh … proprio in quello hai sbagliato capo… eh … che in uno scatto d’ira mi avevi licenziato senza motivo, e così senza i miei buoni consigli…”.

“Pezzo di somaro … ma se mi avevi massacrato di nuovo il ginocchio spiaccicandolo con la portiera dell’auto … e poi … per colpa dell’idea di mettermi la cipria gli spettatori a casa hanno creduto che avessi la barba del giorno prima”.

“Beh …ammettiamo pure che entrambi abbiamo sbagliato … ma però ora ci ho avuto un idea fenomenale per recuperare alla grande, eh?”.

“Uhm … sarà ma non mi fido… e visto che i due minuti sono finiti …”.

“Eh? Oh … ma solo un attimo ancora… che grazie a quello che ho appena fatto tu capo ti conquisterai tutti gli stati del Sud ancora in bilico, eh?”.

“Signore, se Birbo dice d’aver fatto qualcosa per voi sarebbe prudente capire di cosa si tratta”.

“Uhmpf … in effetti … allora prosegui Birbo, ma in fretta”.

“Ecco … come saprete il reverendo Martin Luther King è stato arrestato con una accusa ridicola … e oh … un giudice della Georgia lo ha persino condannato a quattro mesi di lavori forzati … oh capo… la vedi che splendida occasione?”.

“Ma credi che stiamo dormendo Birbo? Anche il mio staff ne è al corrente, e da giorni stiamo valutando la strategia migliore”.

“Ma quale strategia capo? Oh … è chiaro che il candidato alla presidenza che dovesse appoggiare il reverendo King, perderebbe tutti i voti bianchi degli stati del Sud … e questo sposterebbe almeno un milione di voti a favore dell’altro …perciò oggi sono andato a trovare John Kennedy e …”.

“Che cosa hai fatto Birbo?”.

“Beh … sono andato da lui … che tra parentesi è stato molto cortese … lui …
e insomma gli ci ho consigliato di telefonare subito alla signora King … ”.

“E …?”.

“E niente … telefonarle dicendole che lui era preoccupato della faccenda, e che prometteva di fare del suo meglio per aiutarli … che colpo eh? Che oh … quell’ingenuo c’è cascato eh? Oh … era talmente entusiasta che ha telefonato subito, mentre ero lì … e oh … quante promesse gli ci ha fatto, roba che sembrava persino sincero, eh?”.

“Quindi tu avresti convinto Kennedy a…”.

“Eh, che bambinone … lui mi ci ha dato retta subito, eh … mica come certi malfidati … beh … mi è persino spiaciuto ingannarlo … ma oh … io avevo già promesso d’aiutare te capo … perché io sono leale anche con chi invece mi ci tratta male, eh?”

“Uhm … dimmi Clifford, è arrivata qualche aggiornamento sulla faccenda King?”.

“Sì signore, per questo ero preoccupato … ricordate il padre del reverendo King?”.

“Ma certo, un’ottima persona e reverendo egli stesso … e ricordo che aveva promesso d’aiutarmi nella mia campagna”.

“Infatti signore, ma in seguito alla telefonata di solidarietà di Kennedy deve aver avuto un ripensamento … e ha pubblicamente promesso di portare al vostro avversario tutti i voti che gli sarà possibile indirizzare”.

“Cosa? Vuoi dire che ho perso molti dei voti dei negri?”.

“Eh … ma dai che i neri ti votano lo stesso, perché Kennedy è cattolico e non si fidano di lui… e poi …non dimenticare il voto dei bianchi degli stati del Sud, eh?”.

“Signore … temo che il danno sia stato assai maggiore del vantaggio … la trovata di Birbo deve avere spostato almeno duecentomila voti a favore del vostro avversario”.

“Eh? Beh … però …oh … i libri di storia dicevano che Nixon vinceva con centomila voti di vantaggio … perciò dopo questa mossa dovresti aver rimasto…”.

“Ben centomila voti di svantaggio … esatto … BIRBO TI VOGLIO AMMAZZ… oh … ma io… io mi sento male …”.

“Eh? Oh capo, ma che mi diventi verde attorno alle branchie? Ma dai che poi recuperiamo tutto con un’altra delle mie fantastiche idee …”.

“Cliff … Cliff … aiuto …”.

“Stia calmo signore, chiamerò subito il suo medico…”.

“Non serve Cliff … solo chiudi la porta ed AIUTAMI AD AMMAZZARL … opporca … ma dov’è andato?”.

“Scomparso signore … ma forse è meglio così perché ora, se non altro per farci dispetto, potrebbe tornare ad … aiutare … i Democratici”.

“Se fosse così prego che Dio abbia pietà delle loro anime Cliff … che Dio abbia pietà delle loro povere anime …”.

Dove aiuto Richard Nixon ad essere eletto

13 martedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (I) Storia di oggi

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Richard Nixon

Coordinate spazio-temporali: notte del 26 settembre 1960, a bordo di una lussuosa auto diretta agli studi televisivi della Columbia Broadcasting System

“Dieci minuti e siamo arrivati capo… giusto il tempo di ripassare la strategia”.

“Quale strategia Birbo?”.

“Eh capo … lo sai … che tu fin dall’inizio Kennedy me lo devi mettere alle corde …oh … gli fai vedere che tu sei il Vice-Presidente e lui solo un ragazzino inesperto, eh? E poi devi metterlo in cattiva luce … magari batti pure sul fatto che lui è cattolico… qualche insinuazione e due o tre succosi pettegolezzi e il gioco è fatto …”.

“Non mi piacciono questi mezzucci Birbo. E comunque non credo ce ne sia bisogno, visto che tu mi hai assicurato che sarò io a vincere queste elezioni”.

“Eh … per questo stai tranquillo capo, eh? Che oh … ho appena controllato nei libri di storia del futuro, e tu conquisterai la maggioranza degli stati e avrai un vantaggio di un milione di voti popolari, eh? Però … oh … se segui i miei consigli puoi fare anche di meglio, eh?”.

“Uhm … a dire il vero ero dubbioso sull’assumerti come consigliere politico …  dopo il disastro che hai combinato nella campagna del senatore Humphrey …”.

“Eh … ma quello non ha voluto darmi retta, eh? Che io glielo avevo pure detto che era troppo onesto e troppo in bolletta, oh … che è già brutto esserne uno, ma tutti e due assieme è davvero troppo, eh?”.

“Capisco … credo … comunque se ti ho dato fiducia è perché vieni dal futuro … e poi ti confesso che non mi sono ancora del tutto ripreso dall’incidente del mese scorso”.

“Eh …dici quando uno sconosciuto ti ha ferito il ginocchio con la portiera dell’auto?”.

“Già. Almeno ricordassi chi era quell’idiota … ti rendi conto Birbo che stando in ospedale ho perso due settimane di campagna elettorale? Così ho pensato d’aver bisogno d’aiuto per recuperare lo svantaggio che avevo accumulato …”.

“Hai fatto benissimo capo … io sono la tua arma segreta… eh … eh …”.

“Uhm … ti ho già detto che preferirei non mi chiamasti capo”.

“Ok capo … comunque tranquillo che queste elezioni le avresti vinte in ogni caso … ma certo che col mio aiuto sarà ancora più facile, una passeggiata eh? Ah … a proposito … per il confronto televisivo devi essere al meglio… uhm … quand’è che ti ci sei fatto la barba?”.

“La barba? Un paio d’ore fa, perché?”.

“Eh … c’è già un sospetto d’ombra … insomma sembri un poco trasandato, eh?”.

“Non importa … agli studi televisivi mi raderò nuovamente…”.

“Ma non esageriamo capo … che troppe rasature fanno male alla pelle …guarda ci penso io, nascondo tutto con un velo di cipria, così … ecco fatto…”.

“… cof … cof … ma come mai avevi un astuccio di cipria in tasca? …cof …”.

“Eh capo … io prevedo tutto, eh? Fatti vedere … bene ora sei perfetto …”.

“Sei sicuro Birbo? Non vorrei …”.

“Fidati capo … oh … ecco gli studi televisivi… aspetta che scendo prima io e poi vengo ad aprirti la portiera …”.

“… grazie Birbo ma non importa …cof … io sono dal lato della strada ed è meglio che scenda dalla tua parte …

“… tranquillo capo che faccio io … ora chiudo e vengo a … SBAMMM …”.

“… AURRRRRGHHHHHAHIA….”.

“Eh? Oh capo … ma che, è ancora lo stesso ginocchio del mese scorso?”.

“MALEDETTO MOCCIOSO … AHI CHE MALE … ORA  MI RICORDO … ERI STATO TU …”.

“Eh? Io … non so di cosa stai parlando capo … ehm … oh autista, qui abbiamo bisogno d’aiuto … il Vice –Presidente si è fatto male uscendo dall’auto … ehm … che sono incidenti che possono capitare, eh?”.

“MALEDETTO BASTARDO … MI HAI ROVINATO IL CONFRONTO”.

“Eh … ma dai capo non esageriamo … che tu vincerai per un milione di voti, eh?”.

“Ahi …ahi … che male … ti prego autista, aiutatami a raggiungere gli studi…”.

“Ma ti aiuto io capo …”.

“No! TU BIRBO SEI LICENZIATO”.

“Ma capo … almeno posso venire a trovarti alla Casa Bianca? Per festeggiare la vittoria sai … oh … te l’ho detto che avrai un milione di voti più di Kennedy, è vero eh?”.

“Basta basta … portatemi via … quel pestifero ragazzino non voglio mai più vederlo … sparategli … impiccatelo …nuclearizzatelo … fate quello che volete … basta che io non lo debba mai più rivedere …”.

“Oh … ma che ingratitudine …eh? Tutti così questi grandi signori … appena sono sicuri di vincere dimenticano i favori ricevuti e zoppicano via … oh beh … caro il mio Nixon … tu non lo sai, ma la campagna elettorale è ancora lunga… e noi due ci rivedremo … oh se ci rivedremo … eh?”.

 

 

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