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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

Archivi Mensili: agosto 2015

Ma perché poi mi capiteranno tutte a me?

27 giovedì Ago 2015

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Coordinate spazio-temporali: anno 1589 a Pisa.

“Uffa … tutte a me capitano … vai a Pisa mi dice il babbo, che ti ho trovato un posto d’assistente all’università … no non ringraziarmi, dice pure … che l’ho fatto per il tuo bene e vedrai che mi ringrazierai … eh … come no, ma proprio di un mezzo matto dovevo finire a fare l’assistente io? Uffa … e ora eccomi qui nel 1500 e qualcosa, e pure senza TV e fumetti … e tutto io devo fare, e …

“Scusi sir Birbo, mi spiace interromperla ma io e mio cugino vorremmo…”.

“Ah … ecco il famoso campanile, coraggio ragazzi, dobbiamo arrampicarci su per le scale perché qualcosa mi dice che se aspettiamo l’ascensore lo vedremo arrivare tra qualche centinaio d’anni”.

“Scusi giovane messere … ma noi…”.

“Oh Rustichello, che cavolo vuoi? Perché hai smesso d’arrancare?”.

“Come le dicevo signorino, io e mio cugino vorremmo essere pagati, quindi se lei gentilmente…”.

“Pagati? Come sarebbe a dire?”.

“Ma signorino … c’eravamo accordati per una modesta ricompensa e …”.

“Ah … sì … aspetta che chiariamo le cose … dunque, tu Rustichello e tuo cugino Buzzurro siete malatissimi, diciamo pure quasi morti, è giusto?”.

“Col permesso di vostra Eccellenza, sì, lei cercava persone molto malate, e noi due … cof … cof … certamente affermiamo di esserlo”.

“Uhm … ma che strana questa tua tosse però, pare quasi che ti venga a comando … e il tuo silenzioso cugino poi … che cosa avevi detto che avrebbe?”.

“Signorino, io sono afflitto da una pernicioso male del respiro, ma mio cugino, ahimè, deve lamentarne uno assai peggiore”.

“Davvero? Oh … sarà mica che è pure contagioso, che non speravo tanto eh?”.

“Non saprei dirlo signore, forse che la miseria più nera è contagiosa?”.

“La miseria? Ma sentite un po’ Gatto e Volpe dei poveri, non è che mi volete fregare voi due? Che magari v’arriva un controllo dell’INPS e non vi fate trovare a casa?”

“No signore, affatto, le garantisco che siamo talmente malati, che in vita nostra abbiamo sempre rifiutato ogni lavoro, si fidi di noi”.

“Mah … voglio crederti … e del resto mi rassicura che la faccia di chi ama lavorare voi non ce l’avete di sicuro … va bè … cominciamo la scalata dei gradini, dai”.

“Un momento, prima noi reclamiamo la pattuita mercede”.

“Che volete? La Mercedes? E perché non una Fiat allora … che per fare tanti gradini il Fiato non basta mai, eh… eh …eh …eh ”.

“MMMMMMMMMMMM…”.

“Fermo cugino, posa il coltello che il signorino voleva solo celiare, perché ora le monete promesse ce le darà, non è forse vero?”.

“Uffa … vi ricordo che avevo detto vi avrei pagato sotto al campanile”.

“E appunto vi siamo, questo qui è giustappunto il famoso campanile pendente dì Pisa”.

“Sì, vabbè, ma si era detto che vi avrei pagati SOTTO al campanile, ma per un lavoretto che prima mi dovete fare di SOPRA, e quindi ci sono gli scalini da sciropparci, perciò animo e diamoci una mossa…”.

“Uhm … tu devi essere un bambino senza cuore per obbligare due poveri malati a una fatica tanto dura … ma almeno il lavoretto che ti dobbiamo fare non sarà una cosa faticosa … o il Diavolo ce ne scampi … forse persino onesta, nevvero?”.

“Eh … faticosa no di certo … quanto all’onestà … beh … io per me confesso d’essermi ormai convinto che l’onestà non sia mica troppo divertente … perciò socio muovi quelle gambette tisiche e risparmia il fiato, che oh … quando ci sono di mezzo io ci si trova sempre da spassarsela … e solo perché sono diventato l’assistente di quel noioso professorino, mica per questo voglio diventare un tipo noiosetto e onestino pure io… eh?”

“Ma chi sarebbe questo tuo padrone matto di cui spesso e volentieri ti lamenti?”.

“Eh Rustichello mio … lui non è uno normale come noi, chillo è giovane e strambolato, e già a forza di studiare è professore di fisico dell’università … e visto che gli ci piace accompagnare fuori i suoi studenti a fare esperienza, dice lui … anf … anf … aspetta che m’appoggio a te Rustichello, che sarai pure malato ma tra noi quello che ha più fiato sei tu … beh … dicevo … io sarei l’assistente di quel mattarello, e allora oggi ci sarebbe un gran esperimento sul campanile … e come sempre la roba dura da trovare mi tocca a me di portarcela … e allora … ah … uff … eccoci arrivati … e quelli che vedete con le facce da pesce fradicio sono gli studenti del matto, un mucchio di secchioni che gli danno sempre ragione e … ah … c’è anche LEI vostra signoria illustrissima? Mi scusi, non avevo visto fosse già arrivato … ehm … sa, di solito lei arranca e sbuffa per le scale con la scusa che le gira la testa per l’altezza … va bè …come vede ho fatto puntualmente tutto quello che mi aveva detto, perché come lei ormai saprà, io sono sempre attento e litigio a esaudire tutti i suoi ordini, e senza troppo lamentarmi quando sono persino più fessi del solito, eh?”

“Birbo …”.

“Ebbene sir Birbo, sarebbe costui l’erudito di cui ci parlavi male un attimo fa?”

“Sì, cioè no … che momento goffo …va bè … Rustichello da Pisa e cugino Buzzurro vi presento il professor Gallileo de Gallinei …”

“Birbo … per l’ennesima volta, ficcati in testa che io sono Galileo de Galilei”.

“Ecco, appunto, e ora prof Gallina de Gallis le presento i miei malatissimi amici, Rustichello da Pisolo e il muto cugino Buzzurro, che forse non le sembra ma in due hanno tre piedi su quattro già nella tomba, per cui sbrighiamoci o magari, facciamoci pure le corna, questi ci muoiono persino prima di poter tentare il suo scioc … ehm … scioccante esperimento che non vedo l’ora di testmoniare … eh?”.

“Birbo …”.

“Sì professore bello? Mi dica pure non sia timido… oh … ma a parte i capelli malpelo perché ora è rosso anche in faccia? Eh birichino … lei mi ha nascosto della grappa quassù, vero? Beh … adesso che l’ho scoperta può pure offrirmene un goccio o due, che io non ne bevo da quel che mi sembra un eternità di secondi, eh?”.

“Birbo … perché hai portato questi due… come chiamarli … signori? E dove sono le sfere per l’esperimento che dovevi passare a prendere all’università?”.

“Eh? Quali sfere? Quelle del Drago? Ma poi oggi non dovevate gettare giù i gravi? Oh … non sembra ma questi due sono malati forte … e più gravi di così … eh … professore … perché mi ci guarda così? … E tu Rustichello che vuoi? Ehi … ma perché tuo cugino Buzzurro ha tirato fuori il coltello? Oh … ho detto che pago e vi ci pago, eh? Ora vi gettiamo giù di sotto voi due … e poi come promesso verrò ai piedi del campanile e vi … ops … qui mi sembrano tutti troppo nervosi … sarà quest’aria troppo pura e senza inquinamento che a lungo andare … ommadonnola … ATTENTO BIRBO MIO CHE QUESTI PAZZI VOGLIONO AMMAZZART…”.

“QUEL PICCOLO IDIOTA MI HA SABOTATO L’ESPERIMENTO … PRENDETELO CHE VOGLIO GETTARLO DAL CAMPANILE LEGATO AD UN INCUDINE PER VEDERE CHI ATTERRA PER PRIMO”.

“Si calmi professore…”.

“Ecco Rustichello mio, diglielo tu al paz … ehm … all’illustrato professore che io sono solo un bambino innocente e che per fare pace dovrebbe offrirmi della sua grappa …”.

“Le domando scusa professore, ma devo chiederle di lasciare in pace Birbo, che prima deve darci i nostri soldi … E LE GIURO CHE SUBITO DOPO CHE CI AVRA’ PAGATO LA AIUTEREMO MOLTO VOLENTIERI AD AMMAZZARLO…”.

“Eh? Ma … AIUTO …AIUTO … QUESTI SONO TUTTI MATTI …SCAPPA BIRBO … SCAPPA … CORRI GIU’ PER LE SCALE E SCAPPA ALLA CIECA NEL TEMPO … CHE DOVUNQUE VAI SARA’ SEMPRE MENO PERICOLOSO ANF … ANF … DI QUESTO … ANF … ANF … MANNAGGIA A ME … MA CHI LO SAPEVA … OHI …OHI … CHE QUESTA FISICA … ANF … ANF … FOSSE COSI’ TANTO PERICOLOSA … EHHHHHHH?”

Birbo, l’infaticabile eroe

16 domenica Ago 2015

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Coordinate spazio-temporali: una casa signorile, all’alba del 29 aprile 1777

“BANG… BANG … BANG… BANG … INSOMMA C’E’ NESSUNO IN CASA?”

“Eccomi … eccomi … abbiate un poco di pazienza … oh povero me … che sfortuna la mia di dover servire in questo luogo di pazzi… eccomi … ma … e tu chi sei piccolino?”

“Orco cameriere… piccolino te lo dirà tua moglie a te, eh? Che io sono anche troppo grande visto che gli adulti appena passano i 10 anni diventano tutti fessi e antipatichi”.

“Ma bambino… che modi sono questi?”.

“Oh coso…  falla corta che io ci ho fretta di vedere il mio amico Vito e…”.

“Questo non sarà possibile, ma ti giuro che se il tuo culo ha gli occhi potrai vedere la suola delle mie scarpe!”

“Uffa … fammi passare coso, che io devo vedere il conto Vito, eh?”

“Il conto? Ma che cosa diavolo stai dicend…”

“INSOMMA COSO … VUOI ANNINCIARMI AL TUO PADRONE O NO?”

“Amedeo? Ma che succede? Cosa sono queste urla?”.

“Oh … signor conte mi scusi, ma questo orribile moccioso …”.

“Un bambino? Ma … aspetta … non dirmi che tu sei …”

“Sono Birbo … eh sì … allora ti ricordi di me, eh vecchia buccia? Oh … e questo loffo che non mi ci voleva far passare … eh … hai visto gaglio che io e Vito siamo amici?”

“Ma Birbo … sono anni che … da quando mi lasciasti in quella taverna, col conto delle tue bevute di una settimana da pagare … ormai speravo proprio di non rivederti più”.

“Eh eh … tranquillo Vito, che ti ho perdonato e siamo ancora amici … oh … poi ho grandi novità, vieni accomodiamoci in salotto, e tu servo malfetato portaci del succo buono da bere, ma che non sia poco alcolico o con troppo zucchero, che altrimenti mi rovina la digestione del gran pranzo che poi ti metterai a prepararci, eh?”

“Ma io … signore, ora me lo dite voi cosa devo fare?”

“E che vuoi fare Amedeo? Servici da bere, prepara da mangiare, fai tutto quello che il signorino vuole, e speriamo che se lo accontentiamo se ne andrà al più presto”.

“Obbedisco signore … ma le garantisco che ci sono modi molto più semplici per farlo sloggiare … come alcuni vigorosi calci in culo che io stesso potrei…”.

“Uffa … ancora qui è quello scansadoveri? Vai …vai … datti da fare coso … oh … finalmente una bella poltrona … povero me, ci voleva dopo tanto girare … oh Vito … ascoltami bene, che devo raccontartici di una cosa per davvero molto assai importantissima per tutti, eh?”.

“Birbo … io veramente oggi avrei un importante impegno … se potessimo rimandare…”.

“Rimandare? Ah, bella questa… parli proprio come la mia maestra … oh Vito … lo sai che ho scoperto i piani degli Allampanati? Ah … ecco il pinguino che porta da bere … stiamo zitti ora… che con quella faccia da pissipocatico magari è un Allampanato pure lui … no aspetta coso … non versare il vino, ma lascia la bottiglia che ci serviamo da soli… così intanto te ne vai a prenderne un’altra dozzina e smetti di tendere le orecchie per ascoltare i nostri discorsi, eh?”.

“Birbo … ma chi sarebbero questi allampanati?”.

“Uff … coso è andato … senti Vito…. siediti che ti dico tutto … aspetta che bevo … uh …forse è persino troppo secco … no, perché tu sai che a me il vino mi piace che abbia corpo e sia fruttato e …”.

“Birbo … torniamo a questi misteriosi allampanati… chi …”.

“Zitto Vito, per carità non fare nomi… quella è una setta di assassini crudeli e spietati … e se per caso ci sentissero … beh … allora povero te, eh?”

“Ma io non ne ho mai sentito parlare, come hai avuto le informazioni su di loro?”

“Come le ho avute? Beh è semplicissimo … in breve io le volli, e volli sempre, e fortissimamente le volli avere … eh … poi ti ricordi non è vero che io nuoto nel Tempo come un pesciolino? E che ti dicevo che ci ho dei nemici, che mi ci inseguono da migliaia di anni per capirmi il segreto di come faccio? Beh … quelli sono proprio loro, gli Allampanati, che di padre in figlio si passano l’ordine di mettermi del sale sulla coda… ma non solo … ora ho scoperto che hanno dei piani per conquistare il Mondo … e allora sto facendo il giro di tutti i miei amici più influenzati … e visto che tu scrivi delle cosette … per la pubblicità se ricordo bene … beh, comunque puoi raccontare tutti i fatti loro in un libro … sì, tutto quello che ho scoperto fino ad ora … che è davvero molto interessante, eh?”.

“Birbo …io non …”.

“Non preoccuparti amico mio, che assieme noi sconfiggeremo gli Allampanati, eh? Allora … prendi nota … il primo che fondò la setta fu un sacerdote egizio, che da giovane faceva uno stage di tre mesi, come assistente di terzo livello nella gerarchia dei magi teocnologici di Atlantide e … ma che fai, non lo scrivi quello che dico?”.

“Scrivere? No … non preoccuparti … tanto io ho una perfetta memoria… anzi, ora mi siedo comodo e chiudo gli occhi … e intanto tu mi racconterai tutto, se proprio t’avvedi di non poterne farne a meno”.

“Eh … speriamo bene … ma non dimenticartici nemmeno un nome o una data, che guai se ce ne scappa anche solo uno di quei pendagli da forca… ”.

“…uh? … ah sì …. certo … certo … molto interessante… direi sia vitale persino”.

>

>

“ … e così Vito questi fetenti un poco alla volta ci si sono infilati dappertutto … capisci? … se non li fermiamo adesso, nel tuo presente, nel tuo futuro sarà troppo tardi… eh … sì … perché hanno portato via delle cose da Atlantide … libri e amuleti … sì, e anche molto oricalco … eh … così possono convincere quasi tutti … e chi non si fa comprare loro lo fanno sparire… Vito? …. Ma sei sveglio? … ah beh … ma sai che è quasi mezzogiorno? Tu non mangi? Va bè… mangio e bevo io anche per te …”.

>

>

“ …e insomma … come ti dicevo … è così … burp … buono questo fagiano … e perciò tu dovresti … ma le patate arrosto non ci sono? … e nel futuro molti di loro saranno eletti presidenti… sia in America che nel consiglio italiano … e diventeranno dittatori … imperatori … persino arbitri di calcio e critici d’arte … capisci il pericolo che …

>

>

“… beh …si sta facendo buio e credo d’averti detto tutto … adesso vado … hai capito cosa devi fare? … e mi raccomando, scrivi ogni cosa prima di dimenticartela, e stai attento, che ho scordato di dirti che chi sa qualcosa di loro lo ammazzano entro tre giorni al massimo … beh, tranne io che li combatto spostandomi nel Tempo e facendogli le boccacce, eh? Bene … ora bevo l’ultimo goccio dell’ultima bottiglia … ok, sono a posto, vado, che ci ho ancora una lista di gente da avvisare … arrived …”.

>

>

“Oh …finalmente quella piccola peste è svanita … da non credersi, è già quasi sera … uh … povera la mia testa, il vino e le sciocche chiacchiere mi hanno istupidito …ebbene s’approssima l’ora del dormire, ma prima, per non scordarmene, voglio riportare sul mio diario li bizzarri eventi di oggi … dunque agguantiamo penna e inchiostro … presto che la luce velocemente se ne va scemando … diario di Vittorio Alfieri … oggi martedì 29 aprile 1777 …  Nulla che vaglia d’essere scritto!

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