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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

Archivi della categoria: (C) Storia antica d.C

Di quando quasi fui un eroico eroe

31 sabato Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (C) Storia antica d.C

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Masada

Coordinate spazio-temporali: estate dell’anno 73, nel deserto della Giudea

 

Da ore sono di guardia nella torre, e nervosamente osservo l’elevazione delle fortificazioni erette dagli ebrei prigionieri dei romani, mi pare di scorgere un soldato e afferro l’arco e le frecce, il sole quasi m’acceca, ma sono venuto a Masada per diventare un piccolo grande eroe, e questa può essere l’occasione per provarci.

“Fermati ragazzino, che fai?”.

“Eh? Chi è che … oh Eleazaro, sei tu? E chi c’è con te?”

“Sono Esau il sicario, non mi riconosci Birbo?”.

“Oh … scusa sai, ma con questo dannato sole negli occhi …”.

“Dimmi Birbo, perché stavi giocherellando con quell’arco?”.

“Eh? Beh Eleazaro … oh … per un attimo ho visto un romano sporgersi da una roccia … e allora…”.

“Volevi trafiggerlo, vero? Ma lo sai cosa succede quando uccidiamo un soldato romano?”.

“Beh … subito dopo i dieci schiavi ebrei più vicini a lui vengono ammazzati … oh … ma io volevo solo fargli paura a quel soldato, per vedere se quelli smettevano di far rotolare massi ed accumulare terra … mica volevo ucciderlo per davvero, eh?”.

“Mi spiace Birbo, ma non possiamo rischiare un’altro incidente”.

“Eh … ma capo … oh, qui se non facciamo presto qualcosa i romani saranno più alti delle nostre mura, e allora dovremo arrenderci per forza, eh?”.

“Il Consiglio ha deciso di non arrendersi Birbo”.

“Ah … lo dicevo io, eh? E allora che facciamo Eleazaro? Diamo l’ordine di fare rotolare giù per la salita i massi che avevamo preparato?”.

“Non possiamo farlo, i primi a morire sarebbero i lavoratori ebrei, e come sai tutti abbiamo amici o parenti tra di loro”.

“Eh? Oh … ma i burini romani avanzano sempre più veloci … oh, guarda che se continuano a lavorare anche col buio domattina ce li ritroviamo dentro a Masada, eh?”.

“E’ quasi certo che domattina i romani avranno conquistato Masada, e proprio allora quei maledetti s’accorgeranno d’essere stati sconfitti”.

“Eh? Perché Esau, vuoi dire che ce ne scappiamo stanotte col buio?”.

“In un certo senso fuggiremo tutti, lasceremo qui solo i nostri corpi”.

“Cosa? Ma allora …”.

“Noi non accetteremo mai d’essere resi schiavi, così ha deciso il consiglio”.

“Ma Eleazaro… voglio dire … e tu sei d’accordo Esau?”.

“Stiamo bruciando e distruggendo tutto, e ogni uomo s’occuperà della sua famiglia, così domani i romani troveranno solo cadaveri e polvere, e questo gli dimostrerà il nostro valore”.

“Birbo, amico mio, mi spiace ma davvero non c’è altro modo, capisci? E se ti può consolare pensa che il ricordo del nostro coraggio ci sopravviverà nei secoli”.

“Ma io credevo che suicidarsi fosse proibito dalla legge, non è così Eleazaro?”.

“Infatti, ognuno di noi sarà ucciso da un compagno, e solo l’ultimo che resterà in vita dovrà uccidersi di sua mano”.

“Tu Birbo cosa preferisci? Alla tua liberazione vuoi che ci pensi Esau oppure devo farlo io?”.

“Eh? Beh … scusate amici, ma da tempo ero d’accordo con Heth, il figlio di Ezra, e non voglio mica che ci resti male se mi faccio uccid … ehm … liberare da un altro, eh? Però facciamo una cosa, Heth libera me, e subito dopo tu Eleazaro liberi Heth, va bene?”.

“Allora d’accordo, addio Birbo”.

“Eh … addio Eleazaro … e addio anche a te Esau … beh … sono proprio contento che alla fine abbiamo vinto noi … si fa per dire… beh … sono andati … e ora dov’è il figlio di Ezra, che mi ci devo mettere d’accordo subito … OH HETH … VIENI FUORI HETH CHE TI CI DEVO PARLARE …”.

“Eccomi Birbo, cosa c’è? Ci sono buone notizie?”.

“Eh già… insomma … diciamo che pare che l’unico modo per sconfiggere i romani sia di ucciderci l’uno con l’altro …”.

“Davvero? Bene, sarà sempre meglio che diventare schiavi … immagino”.

“Eh certo… allora Heth, ascolta bene, a te ci pensa Eleazaro, quindi quando sei pronto a farti passare a fil di spada vallo a trovare”.

“Bene, e tu Birbo? Vuoi che prima io…”.

“Eh? No grazie amico, che oh … ho già promesso di farmi liberare da Esau, e non voglio mica che si offenda, che tu sai quanto è permaloso quello, eh?

“Bene non insisto, allora addio amico mio”.

“Eh … certo, certo … ciao caro, e digli ad Eleazaro che io sono già a posto, eh? Beh … anche questa è fatta … ora torno nel futuro e pazienza se mi ci tocca di andare a scuola, ma oh … mi sa che è meglio fare il compito in classe piuttosto che diventare un grande eroe, eh?”.

Di quando tra due mali scelsi il minore

03 sabato Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (C) Storia antica d.C

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Plinio il vecchio

Coordinate spazio-temporali: epoca imprecisata e luogo dubbio

Anf… anf … anf … sono pazzi questi romani, eh? Che io per la fretta di scappare neppure ho capito dove sono finito e … ah …l’interno di un appartamentino … e c’è un corridoio … oh … due donne … una bionda ed una bruna che stanno parlando… cof … cof… beh questa sembra una cucina carina ed ordinata… almeno gli ci chiederò un bicchiere d’acqua …

“Tu non mi capisci… noi siamo sempre state troppo diverse…”.

“Non ci provare, che sei tu che non mi hai mai capito”.

“Eh … buongiorno signorine, scusate se appaio dal nulla, eh? Il fatto è che io mi chiamo Birbo … cof … cof … e sono un viaggiatore del Tempo e …”.

“ … aveva ragione mia mamma a consigliarmi di non sposarti”.

“Quella vecchia strega … beh …comunque anche mia madre mi aveva avvisato che stavo facendo un grosso errore”.

“… interessante ehm … dicevo … sono un viaggiatore del Tempo … cof … cof … e mi ci servirebbe un poco di assistenza, eh? …”.

“E pensare che ti ho dedicato i migliori anni della mia vita …”.

“E io? Forse che io non ho fatto lo stesso con te?”

“… che dovete sapere che stavo lì con questo pazzo romano … cof … cof … e c’era un vulcano che buttava cenere e lava, e quello voleva pure andarselo a vedere da vicino …”.

“… subito dopo la scuola avrei potuto sposare Emma, lei mi amava davvero…”.

“Anch’io ti amo, è solo quando fai la stronza che non ti sopporto”.

“… io gli dicevo …cof … oh Plinio il vecchio mio, è ora di scappare … e invece quello voleva avvicinarsi ancora …capite che roba? Matto, veramente matto …”.

“… non è vero che faccio la stronza, sei tu che non capisci che …”.

“Cosa non capisco?”

“… e diceva che lo faceva per la scienza, e mi ci ha afferrato e …”.

“… non capisci che in questo particolare periodo del mese … insomma io …”.

“Allora vuoi dire che …”.

“… beh … c’era un gran fumo e si respirava talmente male che gli ci ho detto …”.

“… ma certo stupida … lo sai che quando ho la sindrome premestruale io …”.

“… ma che discorsi … in questi giorni ce l’ho pure io… eppure non ne approfitto per comportarmi da stronza come fai tu…”.

“… gli ci ho detto scappa fesso … cof … cof … ma lui mi teneva per il braccio…”.

“… ma io sono molto sensibile … anche Emma lo dice e …”.

“… Emma? E quando l’hai rivista Emma? E perché non mi hai detto niente?”

“… e andava sempre avanti anche se … cof … cof … non si respirava più …”.

“… vedi che non ascolti quello che dico? Tu arrivi a casa e ti piazzi sul divano e …”.

“Ora non cambiare discorso … proprio con quella vacca di Emma …”.

“… insomma … cof … cof … io sono scappato con un salto nel Tempo …”.

“… Emma è solo un amica che mi capisce … almeno lei …”.

“… io mi faccio il culo tutto il giorno andando a lavorare e intanto tu …”.

“… un salto alla cieca ….… cof … cof … e non sapevo dove …”.

“… ma sei stata tu a volere che io lasciassi il lavoro per badare alla casa …”.

“…e tu invece vai a spasso e t’incontri con le altre …”.

“… sentite ragazze … se solo potessi avere …”.

“… ma se tutto il giorno non faccio altro che pulire e stirare e cucinare …”.

“… però il tempo d’andare a divertirti con Emma l’hai trovato…”.

“… ecco …cof … se almeno poteste ascoltare un attimo… io vorrei …”.

“… se non hai fiducia in me io ti lascio e torno da mia madre …”.

“… che palle … casomai sono io che torno dalla mia …”.

“… allora… cof … cof … mi spiace disturbare ma io mi sento male e vorrei …”.

“… MA TU CHI SEI PESTIFERO MOCCIOSO?”

“… E DA DOVE VIENI E CHE DIAVOLO VUOI?”

“… beh … se solo potessi avere un … cof …bicchiere d’acqua …”.

“COSA? TU CI DISTURBI SOLO PER UN BICCHIERE D’ACQUA?”.

“PRENDILO AMORE … HO PROPRIO BISOGNO DI SFOGARMI”.

“… eh … come non detto … faccio di nuovo un salto alla cieca e … ops … eccomi tornato di nuovo dov’ero prima …cof … cof … EHI PLINIO ASPETTAMI CHE CI HO RIPENSATO … che oh … piuttosto che restare dove ero capitato … mi sa che è meno pericoloso accompagnarti a studiare il tuo vulcano, eh?”.

 

 

La gattina nera dell’imperatrice Teodora

03 lunedì Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (C) Storia antica d.C

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imperatrice Teodora

Coordinate spazio-temporali: tempo, 13 giugno 538, luogo Costantinopoli

“Ehi … buongiorno signora, può dirmi chi è lei per favore?”.

“Ma … sei apparso dal… niente? Sei forse un messaggero inviato dagli Dei?”.

“Eh … eh … si calmi cara signora, eh? Che io mi chiamo Birbo e sono un normalissimo bambino che viene dal futuro, eh?”.

“Non ci credo, questo è impossibile “.

“Eh, lasciamo perdere …  ah …  Però lei signora non mi ci ha ancora detto come si chiama, eh?”.

“Come? Dici di venire dal futuro e non sai che io sono l’imperatrice Teodora di Bisanzio?”.

“Eh … ora non s’offenda eh? Che adesso cerco di ricordare … dunque è una nobile di Bisanzio … Bisanzio … ah … ma aspetti … io lo so chi è lei, eh? Lei è quella ragazzina della storia che aveva la famosa gatta nera”.

“Cosa? Ma che dici bambino? Quale gatta?”.

“Eh… me la ha raccontato il babbo, eh? Che lui quasi ogni sera mi legge qualcosa per farmi addormentare, e c’era questa storia su di una ragazzina molto povera, che però aveva una gattina nera molto bellina che tutti volevano accarezzare, e allora”.

“Allora cosa? E insomma … di quale gatta parli?”.

“Beh … dopo le prime righe il babbo è diventato tutto rosso e quella storia non me la voleva proprio leggere, ma poi l’ho pregato tanto, e allora mi ha spiegato che era una cosa come quella del Gatto con gli Stivali, che lei signora grazie alla sua gattina a poco a poco faceva carriera, e alla fine incontrava Giustiniano, e visto che anche lui andava pazzo per quella sua gattina la sposava, e così come Cenerentola pure lei diventava regina o imperatrice. E tutto per merito della gattina tanto carina, che lei per tutto il tempo continuava a farla vedere e accarezzare a tutti”.

“Io … ma Birbo, io da giovane posso pure aver fatto qualche piccolo errore, del resto chi non ne ha fatti? Però sono una donna onesta e non è affatto vero quello che insinua il tuo babbo. Guarda, ti giuro che la mia … ehm … gattina… la faccio vedere solo a mio marito, l’imperatore, colui che giustamente ne è il solo signore e padrone”.

“Eh … perché lo nega birichina di una signora imperatrice? Non c’è mica niente di male se lei mostra in giro la sua gattina, eh? Che poi il babbo diceva che lei aveva l’abitudine di dare delle feste, a cui invitava venti o trenta uomini robusti, e poi li metteva in fila e ad uno ad uno la sua gattina gliela mostrava e lasciava che ci giocassero tutti, eh signora?”.

“Queste sono solo perfide calunnie sparse in giro dai miei peggiori nemici… ehm…  e il tuo babbo ha poi detto qualcos’altro sulla mia … gattina?”.

“Certo che me l’ha detto, perché la storia m’interessava e così non m’addormentavo più. Lui diceva che una volta finita la fila di quei trenta uomini la gattina non era ancora stanca di giocare, e allora radunava in una stanza gli schiavi che avevano scortato i suoi ospiti alla festa, e anche a loro gli ordinava di giocare con la sua famosa gattina”.

“Io… vuoi dire che nel futuro penseranno che io … ma non è giusto, io sono una brava donna e tu dovrai spiegare al tuo babbo che quello che ti ha detto è del tutto falso”.

“Ma signora imperatrice … perché piange? Oh … guardi che non c’è mica niente di male se tutti vogliono bene alla sua gattina, eh? Che pure io agli animali ci voglio bene, cosa crede? La prego non pianga gentile signora, che non volevo mica rattristarla io, eh?”.

“ Ascolta … Birbo … ti chiami così, vero? Bene Birbo … devi capire che io ho dimostrato di valere quanto e più di molti uomini, e questo mi ha procurato molti nemici, e sono soprattutto degli uomini gretti e piccini che non accettano che una donna abbia tanto potere. Però il popolo mi ama ed è con me, e allora non potendo fare altro per danneggiarmi, quei miserabili spargono a piene mani il veleno della calunnia, capisci?”.

“Beh … ma a lei cosa gliene importa se quelli parlano della gattina sua? Eh … saranno solo invidiosi, non crede?”.

“Forse è come tu dici Birbo caro, però dopo un po’ queste insinuazioni fanno male, sai?”.

“Eh … non ci pensi signora imperatrice. Senta, io ormai dovrei andarmene, ma prima … beh … a forza di parlarne sono diventato curioso, sa? E allora mi chiedevo … dico, me la mostrerebbe anche a me la sua bella gattina, eh?”.

“Sei troppo piccolo ragazzino, non mi pare bello fartela vedere”.

“Davvero? Però lei signora ormai è avanti con gli anni, eh? Non sarà mica che non vuole dirmi che nel frattempo la sua gattina è morta, e che è per questo che non può più farla vedere?”.

“Sfrontato ragazzino, come osi? Bada che la mia gatta è in ottima salute e sa usare bene i suoi artigli, e se solo fosti un poco più grande o meno stupido te lo avrei già dimostrato”.

“Eh signora … però intanto lei parla e parla, ma non vuole mica farmela vedere, eh?”.

“Basta così sciocco fanciullo … volevi vederla? Vieni qui, guardala pure con comodo … e ora sei soddisfatto?”.

“Ah però … così quella sarebbe la famosa gattina? Uh … ma quant’è pelosa, eh?”.

“Tutte le gatte sono pelose … fermo sciocchino, non toccarla perché è affamata e potrebbe attaccarti. Bene, e ora che te l’ho mostrata, mi dici perché ci tenevi tanto a vederla?”.

“Eh signora imperatrice … io volevo solo vedere se è vero che la sua gattina prende i cazzi al posto dei topi, eh?”.

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