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Il Blog di Birbo Bicirossa

~ Umorismo e viaggi nel Tempo

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Ma perché poi mi capiteranno tutte a me?

27 giovedì Ago 2015

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Coordinate spazio-temporali: anno 1589 a Pisa.

“Uffa … tutte a me capitano … vai a Pisa mi dice il babbo, che ti ho trovato un posto d’assistente all’università … no non ringraziarmi, dice pure … che l’ho fatto per il tuo bene e vedrai che mi ringrazierai … eh … come no, ma proprio di un mezzo matto dovevo finire a fare l’assistente io? Uffa … e ora eccomi qui nel 1500 e qualcosa, e pure senza TV e fumetti … e tutto io devo fare, e …

“Scusi sir Birbo, mi spiace interromperla ma io e mio cugino vorremmo…”.

“Ah … ecco il famoso campanile, coraggio ragazzi, dobbiamo arrampicarci su per le scale perché qualcosa mi dice che se aspettiamo l’ascensore lo vedremo arrivare tra qualche centinaio d’anni”.

“Scusi giovane messere … ma noi…”.

“Oh Rustichello, che cavolo vuoi? Perché hai smesso d’arrancare?”.

“Come le dicevo signorino, io e mio cugino vorremmo essere pagati, quindi se lei gentilmente…”.

“Pagati? Come sarebbe a dire?”.

“Ma signorino … c’eravamo accordati per una modesta ricompensa e …”.

“Ah … sì … aspetta che chiariamo le cose … dunque, tu Rustichello e tuo cugino Buzzurro siete malatissimi, diciamo pure quasi morti, è giusto?”.

“Col permesso di vostra Eccellenza, sì, lei cercava persone molto malate, e noi due … cof … cof … certamente affermiamo di esserlo”.

“Uhm … ma che strana questa tua tosse però, pare quasi che ti venga a comando … e il tuo silenzioso cugino poi … che cosa avevi detto che avrebbe?”.

“Signorino, io sono afflitto da una pernicioso male del respiro, ma mio cugino, ahimè, deve lamentarne uno assai peggiore”.

“Davvero? Oh … sarà mica che è pure contagioso, che non speravo tanto eh?”.

“Non saprei dirlo signore, forse che la miseria più nera è contagiosa?”.

“La miseria? Ma sentite un po’ Gatto e Volpe dei poveri, non è che mi volete fregare voi due? Che magari v’arriva un controllo dell’INPS e non vi fate trovare a casa?”

“No signore, affatto, le garantisco che siamo talmente malati, che in vita nostra abbiamo sempre rifiutato ogni lavoro, si fidi di noi”.

“Mah … voglio crederti … e del resto mi rassicura che la faccia di chi ama lavorare voi non ce l’avete di sicuro … va bè … cominciamo la scalata dei gradini, dai”.

“Un momento, prima noi reclamiamo la pattuita mercede”.

“Che volete? La Mercedes? E perché non una Fiat allora … che per fare tanti gradini il Fiato non basta mai, eh… eh …eh …eh ”.

“MMMMMMMMMMMM…”.

“Fermo cugino, posa il coltello che il signorino voleva solo celiare, perché ora le monete promesse ce le darà, non è forse vero?”.

“Uffa … vi ricordo che avevo detto vi avrei pagato sotto al campanile”.

“E appunto vi siamo, questo qui è giustappunto il famoso campanile pendente dì Pisa”.

“Sì, vabbè, ma si era detto che vi avrei pagati SOTTO al campanile, ma per un lavoretto che prima mi dovete fare di SOPRA, e quindi ci sono gli scalini da sciropparci, perciò animo e diamoci una mossa…”.

“Uhm … tu devi essere un bambino senza cuore per obbligare due poveri malati a una fatica tanto dura … ma almeno il lavoretto che ti dobbiamo fare non sarà una cosa faticosa … o il Diavolo ce ne scampi … forse persino onesta, nevvero?”.

“Eh … faticosa no di certo … quanto all’onestà … beh … io per me confesso d’essermi ormai convinto che l’onestà non sia mica troppo divertente … perciò socio muovi quelle gambette tisiche e risparmia il fiato, che oh … quando ci sono di mezzo io ci si trova sempre da spassarsela … e solo perché sono diventato l’assistente di quel noioso professorino, mica per questo voglio diventare un tipo noiosetto e onestino pure io… eh?”

“Ma chi sarebbe questo tuo padrone matto di cui spesso e volentieri ti lamenti?”.

“Eh Rustichello mio … lui non è uno normale come noi, chillo è giovane e strambolato, e già a forza di studiare è professore di fisico dell’università … e visto che gli ci piace accompagnare fuori i suoi studenti a fare esperienza, dice lui … anf … anf … aspetta che m’appoggio a te Rustichello, che sarai pure malato ma tra noi quello che ha più fiato sei tu … beh … dicevo … io sarei l’assistente di quel mattarello, e allora oggi ci sarebbe un gran esperimento sul campanile … e come sempre la roba dura da trovare mi tocca a me di portarcela … e allora … ah … uff … eccoci arrivati … e quelli che vedete con le facce da pesce fradicio sono gli studenti del matto, un mucchio di secchioni che gli danno sempre ragione e … ah … c’è anche LEI vostra signoria illustrissima? Mi scusi, non avevo visto fosse già arrivato … ehm … sa, di solito lei arranca e sbuffa per le scale con la scusa che le gira la testa per l’altezza … va bè …come vede ho fatto puntualmente tutto quello che mi aveva detto, perché come lei ormai saprà, io sono sempre attento e litigio a esaudire tutti i suoi ordini, e senza troppo lamentarmi quando sono persino più fessi del solito, eh?”

“Birbo …”.

“Ebbene sir Birbo, sarebbe costui l’erudito di cui ci parlavi male un attimo fa?”

“Sì, cioè no … che momento goffo …va bè … Rustichello da Pisa e cugino Buzzurro vi presento il professor Gallileo de Gallinei …”

“Birbo … per l’ennesima volta, ficcati in testa che io sono Galileo de Galilei”.

“Ecco, appunto, e ora prof Gallina de Gallis le presento i miei malatissimi amici, Rustichello da Pisolo e il muto cugino Buzzurro, che forse non le sembra ma in due hanno tre piedi su quattro già nella tomba, per cui sbrighiamoci o magari, facciamoci pure le corna, questi ci muoiono persino prima di poter tentare il suo scioc … ehm … scioccante esperimento che non vedo l’ora di testmoniare … eh?”.

“Birbo …”.

“Sì professore bello? Mi dica pure non sia timido… oh … ma a parte i capelli malpelo perché ora è rosso anche in faccia? Eh birichino … lei mi ha nascosto della grappa quassù, vero? Beh … adesso che l’ho scoperta può pure offrirmene un goccio o due, che io non ne bevo da quel che mi sembra un eternità di secondi, eh?”.

“Birbo … perché hai portato questi due… come chiamarli … signori? E dove sono le sfere per l’esperimento che dovevi passare a prendere all’università?”.

“Eh? Quali sfere? Quelle del Drago? Ma poi oggi non dovevate gettare giù i gravi? Oh … non sembra ma questi due sono malati forte … e più gravi di così … eh … professore … perché mi ci guarda così? … E tu Rustichello che vuoi? Ehi … ma perché tuo cugino Buzzurro ha tirato fuori il coltello? Oh … ho detto che pago e vi ci pago, eh? Ora vi gettiamo giù di sotto voi due … e poi come promesso verrò ai piedi del campanile e vi … ops … qui mi sembrano tutti troppo nervosi … sarà quest’aria troppo pura e senza inquinamento che a lungo andare … ommadonnola … ATTENTO BIRBO MIO CHE QUESTI PAZZI VOGLIONO AMMAZZART…”.

“QUEL PICCOLO IDIOTA MI HA SABOTATO L’ESPERIMENTO … PRENDETELO CHE VOGLIO GETTARLO DAL CAMPANILE LEGATO AD UN INCUDINE PER VEDERE CHI ATTERRA PER PRIMO”.

“Si calmi professore…”.

“Ecco Rustichello mio, diglielo tu al paz … ehm … all’illustrato professore che io sono solo un bambino innocente e che per fare pace dovrebbe offrirmi della sua grappa …”.

“Le domando scusa professore, ma devo chiederle di lasciare in pace Birbo, che prima deve darci i nostri soldi … E LE GIURO CHE SUBITO DOPO CHE CI AVRA’ PAGATO LA AIUTEREMO MOLTO VOLENTIERI AD AMMAZZARLO…”.

“Eh? Ma … AIUTO …AIUTO … QUESTI SONO TUTTI MATTI …SCAPPA BIRBO … SCAPPA … CORRI GIU’ PER LE SCALE E SCAPPA ALLA CIECA NEL TEMPO … CHE DOVUNQUE VAI SARA’ SEMPRE MENO PERICOLOSO ANF … ANF … DI QUESTO … ANF … ANF … MANNAGGIA A ME … MA CHI LO SAPEVA … OHI …OHI … CHE QUESTA FISICA … ANF … ANF … FOSSE COSI’ TANTO PERICOLOSA … EHHHHHHH?”

Birbo, l’infaticabile eroe

16 domenica Ago 2015

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Coordinate spazio-temporali: una casa signorile, all’alba del 29 aprile 1777

“BANG… BANG … BANG… BANG … INSOMMA C’E’ NESSUNO IN CASA?”

“Eccomi … eccomi … abbiate un poco di pazienza … oh povero me … che sfortuna la mia di dover servire in questo luogo di pazzi… eccomi … ma … e tu chi sei piccolino?”

“Orco cameriere… piccolino te lo dirà tua moglie a te, eh? Che io sono anche troppo grande visto che gli adulti appena passano i 10 anni diventano tutti fessi e antipatichi”.

“Ma bambino… che modi sono questi?”.

“Oh coso…  falla corta che io ci ho fretta di vedere il mio amico Vito e…”.

“Questo non sarà possibile, ma ti giuro che se il tuo culo ha gli occhi potrai vedere la suola delle mie scarpe!”

“Uffa … fammi passare coso, che io devo vedere il conto Vito, eh?”

“Il conto? Ma che cosa diavolo stai dicend…”

“INSOMMA COSO … VUOI ANNINCIARMI AL TUO PADRONE O NO?”

“Amedeo? Ma che succede? Cosa sono queste urla?”.

“Oh … signor conte mi scusi, ma questo orribile moccioso …”.

“Un bambino? Ma … aspetta … non dirmi che tu sei …”

“Sono Birbo … eh sì … allora ti ricordi di me, eh vecchia buccia? Oh … e questo loffo che non mi ci voleva far passare … eh … hai visto gaglio che io e Vito siamo amici?”

“Ma Birbo … sono anni che … da quando mi lasciasti in quella taverna, col conto delle tue bevute di una settimana da pagare … ormai speravo proprio di non rivederti più”.

“Eh eh … tranquillo Vito, che ti ho perdonato e siamo ancora amici … oh … poi ho grandi novità, vieni accomodiamoci in salotto, e tu servo malfetato portaci del succo buono da bere, ma che non sia poco alcolico o con troppo zucchero, che altrimenti mi rovina la digestione del gran pranzo che poi ti metterai a prepararci, eh?”

“Ma io … signore, ora me lo dite voi cosa devo fare?”

“E che vuoi fare Amedeo? Servici da bere, prepara da mangiare, fai tutto quello che il signorino vuole, e speriamo che se lo accontentiamo se ne andrà al più presto”.

“Obbedisco signore … ma le garantisco che ci sono modi molto più semplici per farlo sloggiare … come alcuni vigorosi calci in culo che io stesso potrei…”.

“Uffa … ancora qui è quello scansadoveri? Vai …vai … datti da fare coso … oh … finalmente una bella poltrona … povero me, ci voleva dopo tanto girare … oh Vito … ascoltami bene, che devo raccontartici di una cosa per davvero molto assai importantissima per tutti, eh?”.

“Birbo … io veramente oggi avrei un importante impegno … se potessimo rimandare…”.

“Rimandare? Ah, bella questa… parli proprio come la mia maestra … oh Vito … lo sai che ho scoperto i piani degli Allampanati? Ah … ecco il pinguino che porta da bere … stiamo zitti ora… che con quella faccia da pissipocatico magari è un Allampanato pure lui … no aspetta coso … non versare il vino, ma lascia la bottiglia che ci serviamo da soli… così intanto te ne vai a prenderne un’altra dozzina e smetti di tendere le orecchie per ascoltare i nostri discorsi, eh?”.

“Birbo … ma chi sarebbero questi allampanati?”.

“Uff … coso è andato … senti Vito…. siediti che ti dico tutto … aspetta che bevo … uh …forse è persino troppo secco … no, perché tu sai che a me il vino mi piace che abbia corpo e sia fruttato e …”.

“Birbo … torniamo a questi misteriosi allampanati… chi …”.

“Zitto Vito, per carità non fare nomi… quella è una setta di assassini crudeli e spietati … e se per caso ci sentissero … beh … allora povero te, eh?”

“Ma io non ne ho mai sentito parlare, come hai avuto le informazioni su di loro?”

“Come le ho avute? Beh è semplicissimo … in breve io le volli, e volli sempre, e fortissimamente le volli avere … eh … poi ti ricordi non è vero che io nuoto nel Tempo come un pesciolino? E che ti dicevo che ci ho dei nemici, che mi ci inseguono da migliaia di anni per capirmi il segreto di come faccio? Beh … quelli sono proprio loro, gli Allampanati, che di padre in figlio si passano l’ordine di mettermi del sale sulla coda… ma non solo … ora ho scoperto che hanno dei piani per conquistare il Mondo … e allora sto facendo il giro di tutti i miei amici più influenzati … e visto che tu scrivi delle cosette … per la pubblicità se ricordo bene … beh, comunque puoi raccontare tutti i fatti loro in un libro … sì, tutto quello che ho scoperto fino ad ora … che è davvero molto interessante, eh?”.

“Birbo …io non …”.

“Non preoccuparti amico mio, che assieme noi sconfiggeremo gli Allampanati, eh? Allora … prendi nota … il primo che fondò la setta fu un sacerdote egizio, che da giovane faceva uno stage di tre mesi, come assistente di terzo livello nella gerarchia dei magi teocnologici di Atlantide e … ma che fai, non lo scrivi quello che dico?”.

“Scrivere? No … non preoccuparti … tanto io ho una perfetta memoria… anzi, ora mi siedo comodo e chiudo gli occhi … e intanto tu mi racconterai tutto, se proprio t’avvedi di non poterne farne a meno”.

“Eh … speriamo bene … ma non dimenticartici nemmeno un nome o una data, che guai se ce ne scappa anche solo uno di quei pendagli da forca… ”.

“…uh? … ah sì …. certo … certo … molto interessante… direi sia vitale persino”.

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“ … e così Vito questi fetenti un poco alla volta ci si sono infilati dappertutto … capisci? … se non li fermiamo adesso, nel tuo presente, nel tuo futuro sarà troppo tardi… eh … sì … perché hanno portato via delle cose da Atlantide … libri e amuleti … sì, e anche molto oricalco … eh … così possono convincere quasi tutti … e chi non si fa comprare loro lo fanno sparire… Vito? …. Ma sei sveglio? … ah beh … ma sai che è quasi mezzogiorno? Tu non mangi? Va bè… mangio e bevo io anche per te …”.

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“ …e insomma … come ti dicevo … è così … burp … buono questo fagiano … e perciò tu dovresti … ma le patate arrosto non ci sono? … e nel futuro molti di loro saranno eletti presidenti… sia in America che nel consiglio italiano … e diventeranno dittatori … imperatori … persino arbitri di calcio e critici d’arte … capisci il pericolo che …

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“… beh …si sta facendo buio e credo d’averti detto tutto … adesso vado … hai capito cosa devi fare? … e mi raccomando, scrivi ogni cosa prima di dimenticartela, e stai attento, che ho scordato di dirti che chi sa qualcosa di loro lo ammazzano entro tre giorni al massimo … beh, tranne io che li combatto spostandomi nel Tempo e facendogli le boccacce, eh? Bene … ora bevo l’ultimo goccio dell’ultima bottiglia … ok, sono a posto, vado, che ci ho ancora una lista di gente da avvisare … arrived …”.

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“Oh …finalmente quella piccola peste è svanita … da non credersi, è già quasi sera … uh … povera la mia testa, il vino e le sciocche chiacchiere mi hanno istupidito …ebbene s’approssima l’ora del dormire, ma prima, per non scordarmene, voglio riportare sul mio diario li bizzarri eventi di oggi … dunque agguantiamo penna e inchiostro … presto che la luce velocemente se ne va scemando … diario di Vittorio Alfieri … oggi martedì 29 aprile 1777 …  Nulla che vaglia d’essere scritto!

Dove un amico non vede oltre il naso

04 giovedì Dic 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Tycho Brahe

Coordinate spazio-temporali: nell’estate dell’anno 1592, sull’isola di Hven e nella sala da fumo della fortezza di Uranienborg.

“Eh zio Psyco, sono proprio contento di trovarti bene, eh? Ma di vino non me ne offri?”

“Birbo … quante volte devo ripeterti che mi chiamo Tyco? Tyco Brahe?”

“Eh … va beh … allora se non c’è altro io andrei …”.

“Aspetta … non ricordi cosa mi promettesti quando mi lasciasti il laido Nano?”

“Eh? Quale nano? Io non so niente di nani… ma quanto ne hai già bevuto zio?”

“Grrrrrr … stavo parlando di quell’elfo che mi lasciasti… e che avevi promesso di tornare a prendere al più presto”.

“Ah … l’elfo … ma certo … e ne sarai soddisfatto penso …”.

“Lo odio con tutta l’anima… perciò portalo via, te ne prego”.

“Ma … guarda che è uno degli aiutanti di Bab … ehm San Nicola”.

“Non me ne frega niente, è pettegolo, impiccione, maligno, invidioso e …”.

“Ella Peppa … in un cosino così piccolo ci sta così tanta roba? E dimmi, l’oca dalle uova d’oro e la renna volante, quelle almeno ti stanno bene?”

“La renna in realtà è un alce, e mi ci sono anche affezionato … invece l’oca …”.

“Eh zio birichino … chissà quanto oro ci avrai guadagnato …”.

“… essendo un maschio non poteva certo deporre uova … tantomeno d’oro … perciò l’ho mangiata… ed era un poco dura ma abbastanza saporita”.

“Ah bè… peccato … che il segreto dell’oro era nelle sue piume … e se solo tu ne avesti tenuta qualcuna …”.

“Uhmpf … non ci credo affatto … ehm … perché stai scherzando vero?”

“Eh insomma … bè, pazienza … “.

“Ma … è uno scherzo? Io sono alchimista e se per davvero…”

“Beh … lasciamo stare … tanto ormai … allora posso anche andare …”.

“Aspetta Birbo … il problema che ti dicevo … puoi aiutarmi?”

“Ah sì … ma non credo… senti … tu davvero vuoi che te ne sbarazzi?”

“Ma certo … proprio così… lo puoi fare?”

“Eh … forse … ma ce l’hai un robusto barile di birra giù nelle cantine?”

“Un barile? Certo che ce l’ho, con tutte le feste che diamo… ma cosa te ne fai?”

“Oh … devo prenderlo per risolvere il tuo problema … ma se poi non vuoi …”.

“Aspetta … d’accordo, prendilo pure … e anzi, ti serve altro?”

“No, devi solo giurarmi che non metterai il naso fuori da qui finché non ti ci chiamo io”.

“Non capisco … ma ancora per questa volta cercherò di fidarmi … che Dio mi perdoni … e m’aiuti in quest’ora di grande pericolo”.

“Eh eh … ma dai zio Psyco, tranquillo che adesso ci penso a tutto io, eh? … Ora vado … ma bada, se fai il ficcanaso io me ne lavo le mani e allora…”.

“No, lo giuro sul mio onore, fai quello che devi e io non uscirò da qui”.

“Ok … allora vado … tranquillo zio … eh?”.

“Mah … fa presto lui a dirlo … ma conoscendolo … ma aspetta … questo rumore … sembra un barile che rotola … su per le scale? E questo rumore … sembrano passi molto pesanti …”

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola …… rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola ”.

“Questo è Birbo che canta … mio Dio … che voce sgradevole … ma che starà facendo?”

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … oh ora basta spingere … ne spillo un poco per te e un poco per me … beviamo compare … ah … e ora dentro il tappo e torniamo giù …rulla il barile rulla il barile … … rotola rotola rotola ……rulla il barile rulla il barile …”.

“Ha detto un poco per me e per te? Ma … allora è col nano? Ma è forse così che vuole liberarmene?”

“E ancora scendiamo giù amico, ma cerca di trattenerlo eh? Dai… rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … e adesso facciamo una nuova pausa … bevi anche tu amico mio…”.

“Sì, di certo sta facendo ubriacare il nano… ma perché?”

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola …… rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola”.

“Forse quando sarà del tutto sbronzo lo spingerà giù per le scale …”.

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … ancora una pausa amico mio … bevi bevi che ce lo siamo davvero meritato…”.

“… o magari lascerà che il barile lo schiacci …”.

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola …… rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola”.

“… però che brutta fine per quel povero nano …”.

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … hic … ancora una pausa birra amico mio … hic …”.

“… certo, lo odiavo per le brutte figure che mi faceva fare con le mogli degli amici …”.

“Rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola … rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola …rulla il barile rulla il barile … rotola rotola rotola …”.

“… e imbrogliava gli ospiti facendogli credere di saper leggere la mano…”.

“Rulla … hic … il barile rulla il barile … rotola … hic …rotola … hic … ancora una pausa birra … hic …”.

“… e in primavera ha anche messo incinta tre delle cameriere, però …”.

“… rulla … hic … il barile rulla il barile … rotola … hic … rulla il barile rulla”.

“ … in fondo non volevo che finisse così … forse dovrei intervenire …”.

“Rulla … hic … il barile rulla … rotola … hic …rotol … hic … dai amico … hic … birra…”.

“… ma ho promesso a quel pestifero moccioso di non uscire … eppure …”.

“Rulla … hic … il baril… hic …rolla il bari … rotola … hic … rulla …”.

“… sento che sta per accadere qualcosa di terribile … oh … ma che?”

“ … NO … ATTENTOOOOOO … tump… tump …TUMP…!”

“… e ora … questo odioso silenzio … che cosa … oh … la porta si apre … Birbo, finalmente, dimmi … ma che hai? Sei così bianco … che è successo?”

“Eh … hic …quello che si doveva fare è stato fatto … “.

“Birbo … io non volevo che …”.

“Troppo tardi …hic … il corpo è laggiù ai piedi delle scale … hic …se non è già morto … hic … allora ci bisognerà abbreviare le … hic … sofferenze …”.

“Ma com’è successo?”.

“Eh … troppa poca birra ha … hic …bevuto … e sulle scale strette e buie … hic … perso ha l’equo libro ed è caduto…”.

“Oh … povero il mio nanetto … forse non avrei dovuto chiederti di …”.

“… hic … nanetto? … quale .. hic …nanetto?”

“Ma sì, quello che tu chiamavi elfo, povero Jeppe … fammelo vedere, forse si può ancora fare qualcosa per lui … ah eccolo laggiù … ma … quello NON è Jeppe … quella è… l’alce …”.

“Eh? Ma scusa tu avevi … hic … detto che ti ci volevi sbarazzare … hic …della renna, o no?”

“BIRBO, QUELL’ALCE CORREVA PIU’ VELOCE DI UN CAVALLO … E AVEVO SCOMMESSO CON UN AMICO CHE … PORCA MISERIA, TI AVEVO DETTO CHE E’ IL NANO QUELLO CHE NON SOPPORTO …!”

“Eh? Oh … hic … scusa sai ma … forse ho … hic …bevuto un pochino trop … ma che fai? Perché stacchi … hic … quell’alabarda dall’ar … hic … matura? Oh … zio Psyco … ma che hai … non fare così che mi spavent …SVISSS… ehi … attento con quella cos … SVISSSS … oh …ma sei matto? Oh … io me ne vado eh? ……SVISSS… hic … ALLORA ADDIO … hic…INGRATO ZIO …”.

“AH MALEDETTO … è sparito quel piccolo furfante … ma sono sicuro che un giorno tornerà … E ALLORA … IO … AH AH AH AH AH AH AH!”

La povera renna di Babbo Natale

La povera renna di Babbo Natale

Dove lascio un amico con un palmo di naso

25 martedì Nov 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Tycho Brahe

Coordinate spazio-temporali: inverno dell’anno 1588, isola di Hven fortezza di Uranienborg.

“Eh … con la birra non ci siamo… senti Tycoon, non per ficcare il naso nei tuoi affari, ma …”.

“Il mio nome è Tycho, e per favore Birbo ti prego di non parlare di … nasi… in casa mia”.

“Ah certo… niente più nasi … anche se quello finto che hai messo ti fa sembrare più bello di prima … non che ci volesse molto, eh allora proviamo il tuo vino … e senti Psyco …”.

“Non Psyco ma Tycho, Tycho Brahe il matematico e astrologo, perché non lo ricordi mai? Eppure dovresti, visto che per colpa tua mi è stato affettato il … beh … l’appendice nasale”.

“Eh … non troppo male il vinello … ma però questo si chiama non vedere al di là del proprio naso, perché a tagliarti la canoppia è stato quel tuo cugino, Man, e in un regolare duello”.

“Certo, è stato Manderup Parsberg, ma non gliene voglio perché lo ha fatto per colpa tua”.

“Eh … insomma … a naso potresti pure avere ragione … ma per rimediare ti ho fatto ricco, eh?”

“Ero di già fin troppo ricco”.

“Eh … ma sono stato io a pigliare per il naso il Re convincendolo a darti quest’intera isola … e anche parecchi soldi per costruire il tuo coso da osservare… l’astroluogo … e pure il resto, eh?”

“L’osservatorio astronomico vorrai dire … ma facciamola corta Birbo … che vuoi da me?”

“Ah… l’hai capito che mi serve qualcosa? Eh … allora hai ancora un bel fiuto, eh?”

“Birbo … ti prego … cosa vuoi?”.

“Eh insomma … giusto un piacerino… ma tu non bevi? … Beh vedi… ho annusato una buona occasione e raccolto alcuni piccoli amici in giro nel Tempo … ma bagnati il becco anche tu… e dicevo, amici che però non posso portarmeli subito a casa senza il permesso della mamma … e tu che hai tanto posto in questo castello non ti ci costa niente ospitarli finché non la convinco…”.

“Quali piccoli amici? E ripensandoci Birbo… parla pure di … nasi… finché vuoi”.

“Eh? Ah grazie zio Fico, allora smetto, eh … per farla breve sono stato a trovare zio Nicola, ma all’inizio di dicembre è sempre troppo nervoso, e mi ci ha mandato via assieme a un suo elfo, che dice che l’ho fatto diventare un ubriacone, e a una renna volante che ho provato a cavalcarla e ora ha paura di volare, e a un’oca dalle uova d’oro diventata isterica, che io volevo qualche ovetto ma non sono riuscito a farglieli fare, ma solo perché credo che sia un maschio, e quindi tecnicamente immagino che sarebbe un oco dalle uova d’oro”.

“Birbo …di tutte le assurdità che potevi inventare …”.

“Eh … me li tieni questi amici zio Fico? Dai … magari passo a riprenderli appena posso, eh?”

“Uhm … in fondo perché no … tanto niente di ciò che hai detto può esistere veramente…”.

“Oh … bravo zio Fico … allora aspetta che vado alla finestra …FIIIIIIUUUUUUU!”

“Ma cosa …?”

“Eh … eravamo d’accordo che fischiavo se riuscivo a convincerti… e senti … ci hai mica altra birra o del vino? Che bere tanto e spesso ormai gli ci piace anche a questi tre simpaticoni, eh?”.

“Ma … non erano solo fantasie? Sento qualcuno sulle scale … sono zoccoli? … ma chi è che …?”.

“Oh eccoli … entrate amici miei, che qui dentro è caldo e speriamo arrivi il vino … bene zio Fico, lei è la renna … credo si chiami Cometa o Lampo … invece l’oco si chiama Oscar e l’elfo…”.

“Mi presento io padron Birbo, permette signore? Il mio nome è Jeppe, per servirla”.

“Jeppe? Ma tu non sei un elfo, ma solo un nano… e quella non è una renna ma un alce …”.

“Oh zio Fico, non offendere mica il mio amico elfo, eh? Che poi non vorrei che mettesti pure in dubbio che la renna saprebbe volare, se la lanciasti dalla torre, e l’oco se solo fosse nata femmina farebbe delle uova d’oro… e senti … arriva o non arriva quel famoso vino?”.

“Ma io … questo è assurdo … vino? No … basta vino … devo mantenere la testa lucida e ragionare … devo capire … ma… è scomparso? … senti nanetto … dov’è finito il tuo amico?”

“Quale amico signore?”.

“Ma … il bambino … Birbo intendo … non siete amici voi due?”

“Veramente lo conosco appena, però credevo che fosse un SUO amico”.

“A volte credo di sì… perché vorrei strozzarlo … ma almeno sai come ha fatto a dissolversi così?”

“Merito suo signore, lei ha pronunciato le parole magiche per farlo scomparire”.

“Parole … magiche? Ma quali parole magiche?”

“Semplice, lei ha detto … BASTA VINO…”.

“Ah … ma certo … avrei dovuto saperlo…”.

Oca

Dove dimostro d’aver naso per trovare amici

22 sabato Nov 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Manderup Parsberg, Tycho Brahe

Coordinate spazio-temporali: notte del 10 dicembre 1566, festa a casa del professor Bacmeister.

 

“Eh … del ballo non me ne frega niente ma c’è da bere … se riusciamo a prenderne… beh Man, che hai, che dovresti usare i gomiti e invece ti vedo distratto attorno ai bordi, eh?”

“Scusami Birbo ma è appena entrato Tycho Brahe, e visto che è un mio lontano cugino se permetti andrei a salutarlo”.

“Eh? Non vorrai mica lasciare la fila per arrivare al vino migliore, eh?”

“Ma io ho bevuto abbas…”.

“Ah no, eh? Tu adesso stai qui e appena puoi afferri una bottiglia anche per me … te lo saluto io quel cugino Tico Toco … oh … roba da matti … stava per dire bevuto abbastanza, mah … questi giovani nobili … eh …scusi signore, che mi chiamo Birbo e vorrei salutarla per conto del mio amico Man, che mi ci ha detto che lei è il suo cugino tocco di lui medesimo”.

“Cosa dici piccolo? Ma come parli, sei straniero? E che vuol dire «tocco»?”

“Eh? Ma vuol dire … beh … uno un poco toccato nel cervello … insomma nu poco pazzariello … ma badi che lo si dice con molta simpatia e …”.

“Con simpatia? E chi sarebbe questo cugino che dice che sono pazzo …?

“Ma … è quel tipo laggiù con una bottiglia in mano e … ops … mi ci scusi un attimo … EHI MAN … UOMO… PIGLIANE BENE UNA BOTTIGLIA ANCHE PER ME, EH?”

“Man? Ma quello non è Manderup Parsberg?”.

“Eh … lui proprio … il mio amico Man, il migliore dei matematici, pure se anche lui ormai ha passato i dieci anni e quindi è già diventato abbastanza fesso, eh?”.

“Il migliore? Beh ragazzino, io pure sono matematico e …
« Non viduri sed esse »…”.

“Eh? Ah boh. Ma il mio amico ci è molto meglio, che poi mi scusi, lei chi ci sarebbe mai, eh?”.

“Mi presento, Tycho Brahe, gentiluomo, studente, appassionato di astronomia, e per l’appunto mi ritengo un matematico anche migliore di quel tuo amico che insinua io sia pazzo!”

“Ah beh … ma cosa fa quel grandissimo idiota eh? Scusi signore ma se non intervengo io a salvare la situazione …MAN …NAGGIA … ROSSO IL VINO … PRENDIMELO ROSSOOOOO… oh … allora Man … ce l’hai fatta?”

“Senti Birbo, io ho afferrato quello che potevo … e tu me lo hai salutato Tycho?”.

“Tic chi? Ah … dici il tocco?”.

“Ma no …Tycho Brahe, quell’uomo che ti ho indicato … è un dotato matematico sai?”.

“Ah … per questo mi ci ha detto che tu invece come matematico non vali niente”.

“Cosa dici? Ma … non è possibile … sei sicuro che …?”

“Beh … credo … poi si parlava che eri un idiota e … sai per il vino rosso…!”

“Ah … non valgo niente allora … un idiota lui ha detto? Benissimo, ora la vedremo …”.

“Eh? Ma Man dove vai? Oh lascialo perdere che coi matti c’è solo da rimetterci e … macché … è partito … oh che serata disgraziata … ma che fa? Lo ci piglia a schiaffi? Un duello addirittura? Beh … ma amici miei … non esagerate eh? Che voglio dire … se ci bevessimo una bottiglia in compagnia tutto s’appianurerebbe di sicuro, eh?”

“Bene signore, ora non intendo rovinare col suo vile sangue i bei tappeti del nostro cortese anfitrione, quindi ci procureremo i padrini e tra qualche giorno all’alba…”.

“Ma allora siete tocchi tutti e due? Niente qualche giorno … ve lo proibisco io, eh?”.

“Forse hai ragione Birbo … allora lo faremo subito, lei è d’accordo?”.

“Sarà come desiderate messere, stocco avete chiesto e stoccate avrete in abbondanza”.

“La vedremo … che saprò ben io insegnarvi la cortesia a colpi di spada”.

“Eh? Fare subito il duello? Ma amici miei è assurdo … poi fuori è buio e non è possibile …”.

“Scostati Birbo, non attenderò di certo l’alba per difendere la mia fama di valente matematico”.

“Valente? Ma se lei crede che a volte 2+2 faccia 5 … lei signor mio è solo…”.

“… badi a quel che dice, io le farò rimangiare …”.

“Eh … ma dove andate? Aspettate … oh accidenti …è troppo tardi e tutto il vino è finito … e ora che si farà?”

“… AHHHHHHHH…”.

“Ma che … o mamma … quei due matti si sono fatti male … lo sapevo che avevano bevuto… troppo poco … oh Man … ehi Tocco … che vi siete fatti? Sarete mica caduti dalle scale?”

“Non muoverti Birbo … è buio ma credo d’averlo preso …”.

“Eh? Ma Man cosa …?”

“Ahhhh… il mio nazo … lei mi ha tagliato il nazo …”.

“Ebbene signor Brahe, lei ben lo meritava per avermi definito matematico incapace e idiota”.

“Coza? Ma cugino Parzberg … io quezto non l’ho mai neppure penzato …anzi, al contrario è lei che mi ha chiamato pazzo…”.

“Che cosa dici Tycho? Ma Birbo mi aveva detto…”.

“Birbo? Vuoi dire il ragazzino che mi ha detto che zei und idiota?”:

“Cosa? LUI lo ha detto, e non tu? BIRBO COSA MI HAI FATTO FARE? IO TI…”.

“Eh … che mi scusassero signori … che il vino è andato ed è ora che ci andassi pure io, eh?’”.

“BIRBO MALEDETTO… SE TI PIGLIO”.

“NON ZCAPPARE PEZTIFERO RAGAZZINO, PER COLPA TUA MI HANNO APPENA AFFETTATO IL NAZO!”

“Eh ma proprio appena appena … che si vede appena …appunto … è che mi sono appena appena ricordato che devo andare a cena da… Cyrano de Bergerac … allora ciao ciao n’eh? …”.

“Ma dove diavolo è …”.

“… andato, sembra zvanito…”.

“…nell’aria, ma questo è …”.

“… impozzibile, a meno che si pozza …”

“… spiegare con la matematica? Dici bene Tycho ma … oh il tuo povero …”.

“… nazo …zob… “.

 

Tycho

 

 

Di quando forse esagerai col vino

01 giovedì Mag 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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don Chisciotte, Miguel Cervantes

Coordinate spazio-temporali: un bel giorno d’estate nella Spagna del 1595

 

Dopo aver fatto una lunga sosta per mangiare ci siamo rimessi in strada cavalcando i destrieri presi a nolo; io ho scelto un docile ma robusto asinello, mentre zio Miguel ha preteso un vero cavallo, e così gli hanno affibbiato un tale brocco che chiamarlo ronzino è ancora fargli un complimento.

“Oh zio Miguel … si può sapere perché sospiri e tieni quel broncio? Forse che il vino all’ultimo ristoro non era di tuo gusto? O magari hai trovato la carne troppo cotta?”

“Caro amico mio, tu sei ancora molto giovane e non puoi capire queste cose da grandi, ma io purtroppo ho problemi assai più gravi di una caraffa di vino annacquato o di un piccione abbruciacchiato”.

“Eh? Ma ancora non mi ci starai a pensare alla pastorale che è andata male?”

“La mia povera Galatea. Io speravo grazie a lei di risolvere i miei problemi economici, e invece sia la critica che il pubblico l’hanno giudicata noiosa”.

“Eh … ma magari… anzi, sicuramente avranno avuto torto … e poi sai che ti dico? Che nulla rimanda i problemi come una buona bevuta. Per questo ho dato la mancia all’oste perché mi ci riempisse un otre di buon vino da portarmici via”.

“Infatti vedo che ben spesso baci quel tuo otre che assai velocemente si sta sgonfiando, e lo fai con tanta passione e gusto da far invidia anche al più allegro e rubizzo dei vinai di Malaga”.

“Eh … ma dai … che sai che io il vino ce lo bevo con moda …mode … modu …”.

“Vuoi dire moderazione?”.

“Ecco, appunto … hic … eh … ma dai cavaliere dalla trista figura ed il pessimo umore … ih … ih … non vedi che bella giornata? Lasciati dietro la malinconia e giochiamo … io sono nobile cavaliere e tu il mio umile ma fido scudiero, e assieme sproniamo i nostri destrieri verso sempre nuove e incredibili avventure …”.

“E perché io dovrei essere lo umile scudiero mentre tu fai il nobile cavaliere?”.

“Ah che non te l’avevo detto? … hic … è che l’oste di prima oltre al vino… hic …in cambio della mancia mi ci ha anche investito cavaliere, eh?”

“Quindi per due monete tu saresti diventato il cavaliere … della mancia? Perbacco, allora è proprio vero che di questi tempi la cavalleria è morta, e pure è stata sepolta in una fossa assai profonda a quanto pare”.

“Eh … ma che brontolone che sei diventato… si fa per gioco, no? Ora sprona il tuo ronzino errante … ih … ih … che il tuo scheletro di cavallo per l’appunto lo chiameremo Ronzinante, e invece il mio robusto asino per il suo valore sarà nomato Bucefalo … hic … ed io sarò da ora in poi lo cavaliere Birbo, mentre di te zietto non merita parlare … e ora ci manca solo l’impresa da compiere, tale che mi dia lustro e fama imperituri… aspetta … che vedo laggiù nella pianura? Ah … ecco alla buon ora la nostra prima avventura cavalleresca che c’attende”.

“Stai farneticando ragazzo mio? Devi essere ubriaco o aver patito di un colpo di sole traditore, perché io non scorgo nulla di minimamente avventuroso”.

“Ma che sei diventato cieco Miguel? Non … hic … la vedi quella banda di biechi giganti che ci sbarra il cammino?”.

“Come? Quali giganti? Io vedo solo alcuni mulini a vento, che lentamente ruotano le loro pale sospinte dal placido venticello della pianura”.

“Uffa zio Miguel … si vede che di giochi e d’avventure fantasiose non te ne intendi proprio… quelli lì sono invero dei molto malvagi giganti, ed io essendo appena stato investito cavaliere e così facendo il mio dovere, andrò subito ad ingaggiar con loro una fiera anche se grandemente inegual tenzone”.

“Ascolta Birbo … finché si scherza si scherza, ma non vorrei che ti mettessi nei guai, che bada che quelli sono indubbiamente solo dei comunissimi mulini a vento. Non sarà che tu hai bevuto troppo di quel vino traditore… e ora con questo caldo ti gira la testa e perciò t’immagini le più strane faccende?”

“Stai da parte vile scudiero, che lo compito tuo non è di dubitare ma solo d’assistermi porgendomi la lancia … già ma dové ora la mia fidata lancia compagna di tante battaglie? … ah disdetta… invero non la ravviso da niuna parte… hic … forse che mi fu sottratta da un vile marrano, oppure un incantamento la cela alla mia vista … ma non importa, che questo robusto ramo che raccolgo da terra tosto mi verrà all’occasione … hic … bene, esso è di molto solido e dritto e forte … vedrai che con questa pur umile arma compirò tali incredibili prodigi di valore … hic … che è gran fortuna che tu sia oggi qui a testimoniarli per fartene garante cogli increduli… hic … che altrimenti chi per natura si ritrova la sua mente più corta della lunghezza della lingua, potrebbe persino insinuare che essi non fossero stati del tutto veritieri … hic …ah … trotta asinello mio … aspetta … lasciami bere un ultimo sorso … ecco, ora galoppa e fatti onore, che è assai buona guerra sterminare lo giganti levando dal mondo così cattiva semenza … hic …alla carica valoroso Bucefalo … arrì … arrì …e voi non fuggite malvagie creature che è inutile … hic … che oggi io mi ritrovo ben deciso ad impartirvi la lezione che da lunga pezza voi infami meritate”.

“Mio Dio … ragazzino ma che vuoi fare? Aspetta … attento che ti ripeto che quelli sono dei normalissimi mulini a vento … oh … ma che fa quel piccolo matto? Oddio … ha preso velocità … e ora conficca il ramo in una delle pale … e rimane incastrato … ora la pala si muove e lui viene scagliato da parte con tutto l’asino … poveretto … ecco cavaliere ed asino ridotti ad un solo cumulo di stracci … resisti Birbo, arrivo … Birbo amico mio … sei ancora vivo? …oh ostinato fanciullo, t’avevo ben avvertito che questi erano mulini a vento e non certo giganti… per carità non muoverti che potresti aver qualcosa di rotto … come ti senti e dove ti fa male?”.

“Eh … insomma … hic … stavo meglio prima però sono contento lo stesso …. eh, che deve per forza essere stato un mago invidioso a trasformare in mulini i giganti che io avevo già sconfitto … hic … e queste sono cose che accadono soltanto ai più prodi e nobili di noi cavalieri, eh?”.”.

“Ma insomma figliolo, non capisci che tu non sei un vero cavaliere, e che il tuo asino non è un destriero, e questi molini non sono e non sono mai stati dei giganti?”

“Oh Miguelito del Cervo …io capisco solo che te proprio non ti ci intendi di storie di fantasia e d’avventura … hic …e che per forza che quello che scrivi poi è noioso … hic … che anche tu sei noioso forte, eh? … hic … e allora se vuoi avere successo dovresti scrivere di gente magari matta, ma che cerca l’avventura e parte a lancia in resta e si cimenta come ho fatto io … e vedrai che allora non ti ci diranno più che le tue storie sono noiose, eh?”

 

 

Boston tea party

02 mercoledì Apr 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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tea party

Coordinate spazio-temporali: tempo 16 dicembre 1773, luogo porto di Boston

 

“Abbiamo fatto bene a travestirci da indiani, così i gamberi rossi non possono riconoscerci”.

“Travestiti? Per Manitù …ma Grande Blek, io essere Gufo Triste e avere pure un trisnonno stregone”.

“Davvero? E dire che fra tutti noi tu mi sembravi l’indiano più falso. Tu che ne pensi comandante Mark?”.

“Per mille castori dell’Ontario, io penso che qui si perde tempo in chiacchiere mentre nella stiva della nave ci sono ancora tante casse da buttare in mare”.

“Augh …povera la mia schiena, e sono Gufo ancora più Triste perché non capisco a che serva questa faticaccia”.

“Corna d’alce, ma lo facciamo per dimostrare a re Giorgio che noi patrioti non siamo più disposti a pagare le sue esose tasse sul tè inglese, non è vero Birbo?”.

“Giusto compagni patrioti …hic … buttiamo a mare tutto il loro disgustoso tè … hic …che agli inglesi gli ci faremo vedere che siamo stanchi di soprusi e pronti a morire per difendere i nostri diritti …hic … e perciò da ora in poi pretendiamo che ci mandino solo del buon whisky scozzese, eh?”.

 

Calma e non perdiamo la testa

28 venerdì Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Carlo XII

Coordinate spazio-temporali: tempo 1718, luogo una trincea a Frederikshald.

“Così tu gentil fanciullo davvero giungeresti da un siffatto e lontano avvenire?”.

“Esatto Carlo, io vengo dal futuro … e del resto Sire ormai le ho rivelato tante cose che non ci dovrebbe più avere dubbi in proposito, eh?”

“In effetti è duro dubitare a fronte di tali prove di sapiente previdenza che ora appena mi mostrasti … eppure se anche è pur vero ciò che affermi, puoi dirmi come hai appreso de lo fatti miei e de la Svezia mia, e a qual cagione nterverresti ora per mutare ciò che senza fallo già da lunga pezza avvenne nel tuo tempo?”.

“Eh Sire … è che io ho studiato di lei a scuola, e siccome mi era assai simpatico ho cercato di saperne il più possibile su tutto quello che le accadeva”.

“Scuola mi dicesti? Per parte mia ammetterò di non averla mai amata, ma se da lei apprendesti de li fatti di Carlo XII prosegui a favellar ti prego”.

“Beh Sire Carlo… la verità è che io l’ammiro, tanto che lei è il mio Re preferito … e allora mi piacerebbe poterle fare una sia pur piccola cortesia”.

“Invero mi lusinga ciò che mi dici, e davvero la tua sarebbe cortesia non da poco se mi salvasse dall’esser ferito per uno colpo di cannone de li miei nimici”.

“Eh … ma lei Maestà è forte e coraggioso e se la caverebbe lo stesso, e anche senza il braccio destro in poco tempo vincerebbe la guerra coi norvegesi, eh? Però giacché è solo una piccola modifica storica senza troppa importanza … io sarei felice ben se potessi evitarle un tale incomodo…”.

“E assai più felice io sarei se potessi così evitare quell’infausto evento … ma ecco che si principia con l’annunciata musica de li cannoni e già l’aria risuona fonando attorno a noi, nelle tue mani mi pongo e solo annunciami ciò che debbo fare”.

BOOOOOOOMMMMMM

“Ecco … beh non è facile ma le assicuro Maestà che il passato in piccola misura si può cambiare … ora stia attento però, e faccia in fretta tutto quello che le dico … allora … un passo avanti la prego …”.

“Così va bene fanciullo?”.

BOOOOOOOMMMMMMM

“Perfetto … ora uno indietro … bene … ora un inchino a destra … così …

BOOOOOOOOOMMMM

… uno a sinistra … così le cannonate le evita tutte …. e ora Maestà…

BOOOOOOOMMMMMM

… faccia per favore una bella riverenza e poi indietreggi di tre passi …”.

BOOOOOOOMM

“Magnifico piccolo e prezioso amico, pur se a danzare un minuetto mi costringi credo proprio di non aver errato ad affidarti la mia reale sorte…

BOOOOOMMMMMM

“Eh … stia tranquillo Sire che va tutto perfettamente, ora tre passi a destra prego”.

“tre a destra … bene, ho fatto…

BOOOOOOOOOMMMMMMMM

…. AAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH”.

“O forse erano invece due a sinistra? Ehm … Maestà si sente bene? Beh … forse non tanto, perché la sua regale testa è lontana tre metri dal resto del corpo … ehm …ma la storia diceva che lei morirà tra molti anni … accidenti che sfortuna … ma di chi sarà stata la colpa questa volta?”.

Tubi or not tubi?

21 venerdì Mar 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Shakespeare

Coordinate spazio-temporali: tempo 23 aprile 1584, luogo Stratford-on-Avon

“Vuoi dire che questo scaltro romano osò declamare l’elogio funebre di Giulio Cesare, e lo fece ad una folla che aveva appena applaudito chi l’aveva ucciso?”.

“Esatto Guglielmo, e poi quelli della plebe lui li chiamò amici e romani, e pure concittadini, e poi gli raccontò che in fondo Bruto era stato un fetente traditore, perché invece Cesare nonostante tutto gli ci aveva voluto bene al popolo più umile, e così se li tirò dalla sua parte e grazie a loro conquistò il potere a Roma… mi segui?”.

“Certo Birbo, tu continua a parlare che intanto io scrivo.”

“Eh caro Shakespeare: … ma che scrivi a fare poi? Che non ti crederai mica che a qualcuno gli interessi di quello che io ci ho visto e sentito nei miei viaggi nell’antica Roma, e in Danimarca e Venezia e a Verona, eh?”.

Michelangelo e l’arte di vincere ai dadi

10 lunedì Feb 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Cappella Sistina, Michelangelo

Coordinate spazio-temporali: anno 1512, Cappella Sistina.

“Aspetta … sento il cigolio della scaletta … nasconditi presto… eh sì, deve essere il solito scocciatore …”.

“Maledizione, quasi cadevo … Michelangeloooo … Michelangeloooo ….”.

“Oh … l’è ancora lei Santità? E ora che vuole?”.

“Come al solito, vengo a vedere come procedono i lavori … maledizione, ogni volta che salgo quassù mi vengono le vertigini”.

“Davvero Santità? E lei non la ci salga allora”.

“Ma se hai edificato un impalcatura talmente ingombrante, che da terra non riesco neppure a capire quello che fai”.

“Meglio Santità… così vedrà solo il lavoro finito e lo gusterà al meglio”.

“E QUANDO FINIRAI?… QUANDO FINIRAI?”.

“QUANDO POTRO’ … QUANDO POTRO’…”.

“Maledizione … almeno potevi mettere una scaletta meno malandata … non lo sai che ogni volta che mi ci arrampico rischio di cadere? Preferirei domare un cavallo selvaggio, piuttosto che salire su questi pioli tarlati”.

“Oh quanto mi dispiace … ma gli è che codesta scaletta la non mi serve quasi mai e quindi…”.

“Ah … già … perché il grande artista non si degna mica di scendere tra la gente comune, no, lui fa l’eremita e vive abbarbicato sotto al tetto della Cappella, e per non perder tempo caga in un secchio, e si fa mandare su con una corda il cibo e il vino e la roba per i colori, e persino di notte dorme su di un pagliericcio appeso nel vuoto …”.

“Ebbene di che vi lamentate? Lo sa la sua Santità che se prendessi pure a scendere e risalire, allora mi ci vorrebbe almeno il doppio del tempo per finire l’opera mia?”.

“Porca Eva … MA QUANDO FINIRAI?… QUANDO FINIRAI?”.

“QUANDO POTRO’ … QUANDO POTRO’… e ora posso riprendere il lavoro  che ancora una volta avete interrotto?”.

“Maledetto, sarai la mia dannazione … ma se ti dai tanto da fare, com’è allora che il tuo affresco pare ancora uguale sputato all’ultima volta che l’ho visto?”.

“Sarà forse perché lei viene troppo spesso e rimane assai troppo a lungo?”.

“Porca la Madonna … MA QUANDO FINIRAI?… EH?… QUANDO FINIRAI?”.

“QUANDO POTRO’ … QUANDO POTRO’.

“Un canchero ti pigli … meglio che me ne vada altrimenti mi farai bestemmiare …”.

“Ecco bravo … vai … e vedi di non tornare maledetto scocciatore …disturbare così la mia arte … ah …bene Birbo eccomi di ritorno, allora …dove eravamo rimasti?”.

“Eh Michelangiolo…hic … oh allora… avevamo scommesso tre monete e io avevo fatto un cinque ed un sei …hic … passami la bottiglia e poi tira i dadi… che ora ti tocca a te, eh?”.

Zio Franklin e l’aquilone negato

28 martedì Gen 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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esperimento aquilone, Franklin

Coordinate spazio-temporali: tempo 12 giugno 1752 luogo Filadelfia

“Più in alto bello mio, forza sali ancora … così bravo “.

“Eh … ciao zio Franklin, brutto tempo oggi, eh? Ma dimmi, tu non sei mica troppo anzianotto per giocare ancora con gli aquiloni come un bambino?”.

“Cosa? Oh … ciao Birbo … ti piace il mio aquilone, vero?”.

“Eh … bello davvero, eh? Mi ci fai divertire un poco anche a me?”.

“Scusa piccolo mio, ma sarebbe troppo pericoloso. Vedi quel temporale in arrivo? Beh … se i miei calcoli sono esatti presto un fulmine potrebbe colpire l’aquilone e scaricarsi a terra lungo questa cordicella … e infatti ecco i primi fulmini, allontanati subito perché l’esperimento potrebbe ferirti o ucciderti “.

“Eh … ma sai zio Ben che ci sono pochissime probabilità che un fulmine colpisca l’aquilone? E poi scusa, eh? Ma non crederai mica che il fulmine ci passi dentro questo piccolo filo? Eh … che guarda poi quanto è sottile, eh?”.

“Ragazzo mio, tu non capis … NO FERMO … se sollevi il filo da terra il fulmine potrebbe scaricarsi attraverso i miei …SBABANGBANGBANG … ahio … i miei … piedi.”.

“Ehi zio Ben, ha visto che bella fiammata? Che dici lo possiamo rifare?”.

“Ehhhhhhhhhhhh …”.

“Ih, ih, ih… ma sai zio che sei buffo coi vestiti bruciati ed il fumo tra i capelli arruffati? Ih, ih, la prossima volta magari metti un paio di scarpe con la suola in gomma come le mie, eh? Ma che hai ora, eh? Perché mi guardi così zio? E perché ora mi corri dietro? Ehi, ma che ti ho fatto io? Gulp … si vede che il fulmine …anf … anf … gli ha fatto bene alla salute dello zio…anf … anf … perché guarda come corre questo vecchio matto … eh?”.

Quando aiutai gli indiani a fregare Peter Minuit

22 mercoledì Gen 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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isola Manhattan, Peter Minuit

 

Coordinate spazio-temporali: tempo autunno dell’anno 1624, luogo isola di Manhattan

Io e il grande capo Due Brache Gialle stiamo valutando l’oltraggiosa offerta di pace dell’uomo bianco Peter Minuit.

“Dunque o grande capo Due Brache Gialle, come certo saprai quest’isolotto brullo e fangoso non vale nulla e ti darà solo problemi, ma per pura bontà d’animo posso liberartene dandoti in cambio ben 60 guilders, accetti?”.

“Augh … io non sapere… isola con molte colline essere nostra da tanto tempo… cosa consigliare a me piccolo amico Birbodalfuturo?”.

“Eh fratello Due Brache Gialle… attento che io so per certo che in avvenire questa terra varrà moltissimo, e anche questo furbo olandese se ne rende conto, e quindi ora con la sua offerta ridicola ti vuole fregare, eh?”.

“Augh … io infatti già avere sospetto di cosa che tu dici”.

“Ma state scherzando voi due? Ma sapete quanti sono 60 guilders?”.

“Vediamo … se non sbaglio equivalgono a soli 24 dollari”.

“E allora? Lo sai quanta merce potrà comprare il capo con una tale somma? Per questo cumulo di fango la mia è un offerta fin troppo generosa”.

“Augh … io fidare solo di piccolo amico Birbodalfuturo, se lui dire vendere io vendere”.

“Niente da fare grande capo, questi ti hanno preso per un ingenuo selvaggio da comprare con quattro perline e due specchietti. Ti consiglio di non rinunciare mai alla terra dei vostri antenati, e tanto meno dandola quasi per niente a questi bugiardi visi pallidi olandesi, a meno che…?”.

“Dannazione … parla moccioso, a meno che … cosa?”.

“A meno che lei signore non ci aggiunga all’offerta in denaro anche dodici bottiglie di buon whisky, ecco”.

Le Oscure Profezie di Nostradamus

13 lunedì Gen 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Profezie Nostradamus

 

Coordinate spazio-temporali: tempo primavera del 1545, luogo Avignone

Oh che misera stanzetta, solo due sedie ed un tavolo, e c’è un signore tanto alto… sarà mica uno degli Allampanati che mi danno la caccia? Ma no dai, sembra un tipo simpatico, ora mi ci presento.

“Ehi … buongiorno signore, lei chi è e cosa sta facendo?”.

“Eh? Ma tu piccolo mio da dove arrivi?”.

“Uffa … allora, io mi chiamo Birbo e vengo dal futuro, capito eh?”.

“Dal futuro …? Ma questo è impossibile”.

“Va bene, non mi credere allora, ma almeno dimmi chi sei, eh?”.

“Io … eppure sei apparso in casa mia così all’improvviso … beh … comunque scusami, io sono Michel de Nostradame, medico, astrologo, e matematico, ora in viaggio di piacere e d’istruzione. Al tuo servizio piccolo Birbo. Ma dimmi, davvero tu vieni dal futuro? E da quando precisamente?”.

“Io vengo dalla fine del 2013. Perché t’interessa tanto?”.

“Sai, il futuro da sempre mi affascina, e mi chiedo spesso cosa accadrà nei prossimi anni. Tu non potresti anticiparmi qualcosa?”.

“Sono spiacente ma non posso proprio. E’ severamente proibito dall’etica dei viaggi nel tempo, perché c’è il rischio di cambiare il nostro fut … ehm … scusa, ma quella è birra, vero?”.

“Oh … perdonami, non ti ho neanche chiesto se volevi bere qualcosa, ecco piccolo mio, assaggia pure, questa la fanno certi monaci sai … allora è buona?”.

“Insomma … è molto amara, eh? E poi è troppo calda, perché non la tieni in frigo?”.

“Frigo? Cos’è un frigo?”.

“Eh … il frigo è quella cosa che usano le donne per far mangiare gli avanzi agli uomini, ih … ih …ma spetta che bevo ancora … beh… in fondo non è poi tanto male …allora che volevi sapere del futuro?”.

“Ma … non dicevi che l’etica t’impedisce di rivelarlo?”.

“Ih, ih, beh, detto tra noi io sono un poco birichino e le regole non le seguo mica sempre, sai? Eh … e poi ti ho riconosciuto, che credi? Tu sei il grande medico che ha scoperto il vaccino conto la peste e salvato milioni di vite, e allora nel tuo caso uno strappo alla regola si può pure fare, non credi?”.

“Grazie, ma io non so neanche cos’è un … vaccino hai detto?”.

“Eh … ma in futuro lo scoprirai lo stesso, non preoccuparti”.

“Bene, ma dimmi Birbo … ah … aspetta, hai il bicchiere vuoto, uhm … dicevo… puoi parlarmi del futuro allora?”.

“Ma certo zio Michele … hic … dunque allora, ti faccio un riassunto generale o t’interessa solo qualcosa?”.

“Ah … beh … gradirei un riassunto degli avvenimenti più importanti degli anni a venire, grazie”.

“Uh … allora ti racconto delle più belle partite di football che si sono giocate “.

“Football? Ma cosa sarebbe …?”.

“Te lo spiego subito. Allora … devi sapere che … pissi pissi… corner … fallo… moviola … arbitro cornuto …

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… e allora loro hanno fatto fallo e col rigore noi abbiamo pareggiato a sei a sei… e così gli hooligan inglesi si sono scatenati e hanno spaccato tutto … e poi … uh … scusa ma parlo da tanto tempo che ho la bocca asciutta, non ci sarebbe dell’altra birra, che mi aiuta a viaggiare nel tempo, sai? Ah … grazie … ma senti una cosa, in queste due ore hai scritto tutto quello che ho detto, e ora sono curioso, mi rileggi almeno l’ultima cosa che hai scritto?”.

“Beh … fin dall’inizio ho cercato di seguire quello che dicevi, anche se confesso di non averci capito quasi niente.

Per esempio, questa frase, il sangue del calciatore giusto richiede che Londra sia distrutta dal football nell’anno

del 6 a 6?”.

“Eh? Bene, cosa non hai capito scusa?”.

“Ma … la parola football ancora non mi pare giusta, poi il calciatore penso si possa tralasciare, e posso mettere che Londra sarà distrutta dal fuoco? E magari che accadrà in un anno con due sei nel numero?”.

“Caro Michelino mio, ascolta una cosa, che te la dico in amicizia e viene dal più profondo del mio cuore”.

“Dimmi pure piccolo amico mio, ti ascolto”.

“Ecco … tu scrivi tutto quello che ti sembra meglio, tanto… eh ? … Però … sai … ?”.

“Però cosa? Dimmi carissimo Birbo”.

“Ecco … hic … non è che avresti un altro … hic … boccale di birra?”.

La scoperta dell’America

04 sabato Gen 2014

Posted by Birbo Bicirossa in (G) Storia moderna

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Cristoforo Colombo

Coordinate spazio-temporali: tempo 12 ottobre 1492, luogo una caravella sperduta nell’oceano a poca distanza dall’isola di San Salvador.

”Eh … che buona aria di mare che c’è qui a bordo …oh, .buongiorno stranamente vestito signore, io mi chiamo Birbo e vengo dal futuro, me lo dice chi è lei e che cosa sta facendo?”.

“Accidenti a te piccolo demonio, mi hai fatto prendere un colpo apparendo così all’improvviso. Comunque se proprio vuoi saperlo io sono l’ammiraglio Cristoforo Colombo, e con le mie navi sto cercando una nuova e sicura rotta per arrivare alle Indie, dove trovare a poco prezzo spezie ed altre merci assai preziose”.

“Una nuova rotta per le Indie? Eh … ma lei è poi sicuro d’andare nella direzione giusta?”.

“Beh, io volevo buscar el levante por el ponente, ma in effetti, ho appena rifatto i calcoli e costatato che l’India è di gran lunga troppo lontana, e così non ci arriveremo mai. Quindi quando mi sei apparso stavo dando l’ordine di tornare indietro in Spagna, e temo che laggiù i miei reali finanziatori rimarranno assai delusi dal fallimento, per quanto … se ti consegnassi all’inquisizione aragonese almeno qualcosa di utile da questo viaggio ne verrebbe”.

“ Eh caro lei, ma non ci pensi nemmeno, che tanto tra pochi minuti sparirò nello stesso misterioso modo in cui sono apparso, eh? Intanto però non potrebbe parlarmi un poco di lei e della sua nobile missione?”.

“ Mah, in fondo … dopotutto chi come me è uso a vivere lunghi mesi per mare è abituato alle stranezze, inoltre se c’è una cosa di cui mi piace parlare è proprio di me stesso, quindi parliamo pure, e a metterti in catene ed invertire la rotta penserò poi”.

“Ecco bravo, e senta signor Colombo, nel luogo da cui vengo il suo nome è del tutto sconosciuto, quindi mi chiedevo se lei avesse già scoperto una qualche nuova terra, oppure fosse solo uno dei tanti fanfaroni che vanno tentand ..

“ AMMIRAGLIO!”

“Ah … ma questa è la vedetta …DIMMI MARINAIO, CHE VUOI?”

“AMMIRAGLIO … IO CREDO … VEDO QUALCOSA CHE SEMBRA UNA TERRA”.

“TERRA? MA NE SEI SICURO MARINAIO?”.

“ORA LA VEDO BENE E NE SONO SICURO AMMIRAGLIO”.

“Eh? Che ha visto quello? Una nuova terra? Ma è impossibile, in questa zona del globo saranno scoperte solo tra cent’anni, e ai miei tempi sono indipendenti e abitate dalle pacifiche popolazioni delle Federazioni Indigene”.

“Caro demonietto mio, non capisco di cosa parli ma laggiù c’è proprio la terra. Allora non ti metterò ai ferri, ma anzi ti terrò accanto a me come portafortuna, perché se non fosti apparso tu facendomi perdere tempo, avrei già dato l’ordine di tornare indietro, e quella terra laggiù di certo non l’avrei mai scoperta “.

“Opporcaputtana, ma che spaventoso disastro crono-temporale ho combinato? Beh … speriamo almeno che al mio ritorno trovo ancora le patatine fritte nel succo d’acero, eh?”.

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